In città il verde non cresce

Image di Guido Bonino.
Mentre si propone l’occupazione dei parchi pubblici a fini edificatori, ben poco si fa per avere un po’ di verde in più in città. Qualcuno potrà osservare: “In Piazza Alfieri non abbiamo sacrificato i platani al Palio – Nei vari giardini e vie cittadine cerchiamo di mantenere e curare gli alberi – Nelle nuove aree d’espansione sono previste aree a verde sia pubblico, che privato”.
Ma non basta ! ...

Frequentando abitualmente gli uffici dell’Agenzia del Territorio (catasto), ho potuto notare come nella ristrutturazione degli stessi, nonché del tratto antistante verso il Palafrizee, nessun albero sia a tutt’oggi stato messo a dimora. Pavimentazione in autobloccanti per la zona recintata, ed asfalto fatiscente (o meglio rattoppato) spadroneggiano tra i due fabbricati. Gli alberi che il “Battaglione Guastalla” andando via aveva lasciato sono ancora là, purtroppo invecchiati altri vent’anni o quasi, ma nessun altro si è aggiunto a far compagnia a quegli “anziani”.
Guardo la zona: da camerate con spazi per adunate e manovre degli automezzi militari – anche cingolati -, si è passati al parcheggio per i veicoli. La palazzina, ex dormitorio dei militari, è stata rimessa a nuovo, ma non brilla certo quale esempio di recupero: monocolore su tutti i fronti e gli sfondati, nonostante l’architettura originaria presenti lesene e quant’altro inmovimento, tutt’attorno la pavimentazione collega il fabbricato alla nuova recinzione.
Alberi? Oltre a quelli sopravvissuti non se ne scorgono. Non servivano?, non erano funzionali all’essenzialità del luogo e della sua funzione? O avrebbero creato con le loro fronde disturbo alle pratiche ed agli archivi colà custoditi!
Risultato: nessun altro albero, né tantomeno siepe, sono stati messi a dimora in concomitanza con la ristrutturazione. Grazie allora, soprattutto alle testimonianze della naja, che dispose verde ed ombra soprattutto per il tempo libero dei ragazzi. Oggi noi dobbiamo recarci negli uffici, parcheggiare, sbrigare il nostro lavoro, e ritornare sui nostri passi, grati a loro per il verde di cui ancora possiamo usufruire.
Domani (e mi riferisco ad un tempo molto prossimo), in questo spazio arriveranno nuovamente dei ragazzi: non più di leva, ma giovani come quelli di allora: studenti. Anche loro in questi spazi vivranno il loro tempo libero, ma nessuno ha provveduto a farvi crescere qualche nuovo albero ed a installare qualche panchina in più.
Oggi le aree disponibili tra i due immobili sono a totale appannaggio delle automobili: esse non hanno bisogno né di verde, né di ombra, per loro basta l’asfalto. E’ il loro regno!
Ed il cittadino oggi e gli studenti domani … si adeguino !

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