Riconoscimento Unesco: a questo territorio sempre più ... di plastica ?

di Alessandro Mortarino.
ImageVogliamo che il nostro Territorio diventi "patrimonio dell'umanità". Eppure, in cambio, stiamo già preparando una ulteriore devastazione del poco ancora esistente: oltre al (lungo) elenco di "problemi" già fatto la scorsa settimana e pubblicamente analizzato nella serata con Luca Mercalli, ecco affacciarsi qualche "new entry": un campo da golf a 36 buche più mega-albergo e beautyfarm a Montiglio Monferrato, forse un impianto a biogas da reflui zootecnici lungo il Rio Freddo di Coazzolo (su territorio di Neive, perchè l'astigiano non lo vuole accogliere) a fare il paio con il "cugino" di San Marzanotto e ad impreziosire gli ettari che si vorrebbero "coltivare" a fotovoltaico lungo il Tanaro a Castagnole Lanze ...

Purtroppo, la corsa verso i "certificati verdi" per la produzione di energia rinnovabile (senza troppa attenzione allo spreco di terreni liberi) da un lato e l'idea che il turismo è la nuova "età dell'oro" anche per i nostri territori e che turismo=sviluppo=l'importante-è-offrire-qualcosa ..., dall'altro lato, rappresentano il limite ad un serio ragionamento sul futuro delle nostre zone.
Tanto che, mentre a "macchia di leopardo" si cerca faticosamente di convincere il panorama internazionale della bontà dei nostri scorci paesaggistici attraverso la candidatura (sempre più debole) al riconoscimento di "patrimonio dell'Umanità", senza grandi dibattiti culturali pare si voglia accreditare l'immagine di un territorio privo di memoria e di identità, fatto di finti borghi monferrini elevati al rango di vetrina dei prodotti per un pubblico di massa (mi riferisco al progetto Agrivillage in Val Rilate) o ad una ristretta elite da "polli (ricchi) d'allevamento" a Montiglio.

Il mondo della Cultura astigiano dovrebbe farsi sentire.

E con forza ...

Perchè non è soltanto in gioco l'annichilimento di uno spicchio di territorio. E' in gioco l'idea di un futuro complessivo, senza "macchie di leopardo".
La inutile velocità di una tangenziale/autostrada, la comodità di distruggere (bruciare) rifiuti anzichè sforzarsi di non produrne, l'edificazione di cattedrali del benessere e del lusso su terreni liberi, la sostituzione di un modello energetico dispersivo con una logica di combustibile che risparmia le fonti fossili ma non i terreni nè i paesaggi nè la sovranità alimentare: tutti messaggi chiari di un mondo che non ha nulla a che spartire con la vera ricerca di una corretta dimensione economica e sociale durevole e davvero sostenibile.

Questo è il quadro del nostro scenario. E credo che a nulla (o a ben poco) possa valere lo sforzo dei pochi "resistenti" che si ostinano ad inseguire le nuove tracce di un effetto particolare che contribuirà gravemente a demolire quell'universale a cui dovremmo, invece, tendere.

Montiglio significa oltre 22 ettari di terreni "sani" che si trasformeranno in un campo da golf (avete idea di quanta acqua e quanti pesticidi occorrono per la sua manutenzione ?), in campo di tiro a volo e in alcune palazzine sotto forma di resort (albergo, centro benessere, appartamenti ...).
Agrivillage significa un outlet dei prodotti alimentari (ma anche accessori per la cucina) sulla falsariga di quanto è stato progettato per l'abbigliamento a Serravalle Scrivia. Sarà un "finto borgo monferrino", con la riproduzione (a grandezza naturale ?) della torre troyana di Asti. E poi strade d'accesso e rotonde. Uno scalo ferroviario ad hoc lungo l'asse Asti/Chivasso. Fattorie didattiche fasulle (quelle vere stanno nelle aziende agricole ...). Un gigantesco supermercato di prodotti del territorio che il territorio non possiede.

Possiamo continuare all'infinito a "combattere" per questo o quell'altro angolo di territorio. Ma lo scontro vero sta dentro ai nostri cervelli, alla capacità di disegnare uno scorcio di futuro che ci contempli tutti. Che non sia solo il vantaggio economico (di pochi ...).

Per questo occorrono riflessioni attente, parole forti ("Stop al Consumo di Territorio"), amministratori coraggiosi non nel decidere ma nel condividere il loro coraggio e le decisioni strategiche con i propri concittadini, atti concreti.

I cittadini della piana di Belangero (San Marzanotto/Revigliasco), area già troppe volte compromessa e faticosamente difendibile dalla "incontinenza" della città, in queste ore hanno lanciato un messaggio: chiediamo (come semplici cittadini) che questa nostra zona sia oggetto di un vero processo di salvaguardia del paesaggio storico/culturale/naturale.
Non si limitano a contestare un progetto (un grosso impianto a biogas da reflui zootecnici), ma intendono portare cittadini, amministratori, responsabili dei Beni Culturali ed Architettonici del Piemonte, il mondo della Cultura, a confrontarsi sul significato e sul significante di un Territorio per le proprie genti e per le future generazioni.
Sabato 6 Febbraio, alle ore 9.00 presso il Centro Civico di San Marzanotto paese, tutti questi soggetti si incontreranno per la progettazione di una concreta proposta di DICHIARAZIONE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO del paesaggio e del territorio di San Marzanotto e zone limitrofe.

E' una strada importante, che potrebbe condurci lontano dal particolare, verso l'universale.
Un gesto che scava nel profondo.

Che dobbiamo sostenere.
Con tutte le nostre forze ... prima che sia davvero troppo tardi.

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