Come accade sempre più spesso in molti Comuni del Vercellese, del Biellese e ora anche della provincia di Torino, all’amministrazione comunale di Moncrivello (Vercelli) è stata presentata la domanda di apertura di una cava.
Fortunatamente, il 7 Settembre scorso, il Consiglio comunale ha approvato una mozione con la quale esprime la propria contrarietà. La mozione è ora pubblicata sul sito del Comune ed è particolarmente istruttiva ...
Afferma:
Il Sindaco ed il Consiglio esprimono come loro volontà politica che il territorio moncrivellese non venga deturpato da cave o bonifiche tendenti al mero sfruttamento del sottosuolo.
Le risorse naturali sono un bene culturale, sociale ed anche economico da utilizzare (e non sfruttare) pensando naturalmente al presente ma senza dimenticare le generazioni future.
Il territorio moncrivellese alterna pianura e collina, entrambe caratterizzanti il paesaggio, l'economia e le tradizioni locali; tali vorremmo mantenerle e valorizzarle per un'agricoltura di qualità, per un turismo sostenibile e comunque fruibili da tutti.
A tale contesto generale, occorre aggiungere considerazioni ancora più importanti che riguardano la salute pubblica, che passa attraverso la difesa del sottosuolo evitando di inquinare le falde acquifere, del suolo da cui traiamo gli alimenti per la nostra sopravvivenza e dell'aria che respiriamo.
Per tali motivi, il Comune di Moncrivello intende opporsi alle richieste di autorizzazione per l'apertura di nuove cave perchè hanno effetti negativi sulle falde acquifere, sul paesaggio, sulle colture, sulla qualità dell'aria e di conseguenza sulla salute umana.
Un altro problema collegato alle cave, che motiva ancora di più il nostro rifiuto, riguarda il ripristino ambientale e il riutilizzo del sito, spesso usati come discariche.
Pur dicendo "no alle cave", occorre porsi il problema di come reperire gli inerti per le costruzioni. A tal proposito riteniamo che vada incentivato il riutilizzo degli inerti recuperabili dalle macerie di fabbricati in demolizione e la pulizia degli alvei dei fiumi.
Si impegna altresì ad organizzare un servizio di raccolta degli inerti recuperabili dalle macerie di fabbricati in demolizione.
La moltiplicazione della richiesta di apertura di cave e di discariche è probabilmente dovuta anche all’inizio dei lavori per la realizzazione di Expo 2015 a Milano. Gli interventi previsti sono di enormi dimensioni: saranno perciò necessarie molte cave per trarne il materiale da costruzione ed anche molte discariche per depositarvi i materiali derivanti dalla demolizione di vecchi fabbricati.
Il rischio è che nelle nuove discariche non finiscano solo cemento e mattoni, ma tutto ciò che si trova, ad esempio, in fabbricati industriali dismessi.
Il bisogno di nuove discariche è confermato (sempre per restare nella provincia di Vercelli) dalla richiesta al Comune di Livorno Ferraris di aprirne ben tre.
Un circolo vizioso – apertura di nuove cave per estrarne materiale da costruzione e apertura di nuove discariche per scaricarvi materiale da demolizione – che può venire spezzato soltanto aumentando le tariffe per l’estrazione e incentivando il riuso degli inerti proveniente dalle demolizioni, come le ultime righe della mozione auspicano.
Ciò avviene già in altri paesi europei, come in Germania, ma non ancora, o ancora troppo poco, in Italia. La conseguenza è la devastazione di ampie aree che stando diventando il “cortile di dietro” di Milano, nel quale viene disordinatamente ammucchiato ciò che non è gradevole far vedere ai vicini in visita.
Per mostrare questa devastazione, un'organizzazione vercellese - il Movimento Valledora (http://www.movimentovalledora.org) - organizza periodici “tour delle cave” al quale partecipano cittadini, giornalisti, amministratori locali, consiglieri regionali, membri del Parlamento. Il Movimento ha anche finanziato, con le sue sole forze, il documentario di Matteo Bellizzi "Valledora: la terra del rifiuto", proiettato inizialmente in molti comuni dei territori interessati (Vercelli, Biella, Tronzano, Cavaglià, Bianzè, ecc.), ha partecipato al recentissimo Cinemambiente di Torino.