Perchè non sperimentare il fotovoltaico sulle case dell'astigiano ?

ImageVi raccontiamo di un'esperienza virtuosa, a nostro avviso molto interessante, che con grande facilità si potrebbe imitare anche nei nostri Comuni. Nulla di sconvolgente, per la verità, nè di eccezionalmente nuovo. In provincia di Lecce esiste un'amministrazione comunale che ha deciso di favorire (concretamente ...) l'accesso da parte dei propri concittadini al fotovoltaico domestico, vale a dire energia ricavata dal sole: i cittadini metteranno a disposizione i propri tetti per vent’anni. Il Comune si preoccuperà di tutti gli iter burocratici. Un gruppo di investitori (costituiti in una società) forniranno ed installeranno gli impianti - a proprie spese - e gestiranno la società stessa. Un po' di consulenza giungerà dalla locale Università. Ai cittadini spetterà la fornitura gratuita di energia elettrica.
Semplice, sostenibile, vantaggioso. Per tutti ...

Il Comune si chiama Melpignano, un centro urbano del Salento di poco più di 2200 abitanti, membro autorevole dell'Associazione nazionale dei Comuni Virtuosi.
Gli amministratori di questa piacevole località salentina hanno ritenuto che il fotovoltaico di piccole dimensioni, nonostante i vantaggi economici ampiamente comprovati, abbia difficoltà a svilupparsi nel nostro Paese a causa di due precisi motivi: la scarsa informazione fornita ai cittadini (secondo una recente ricerca di ICIM, ben il 75% della popolazione italiana addirittura ignora di cosa si tratti) e le difficoltà pratiche che i privati incontrano nel procedere. La trafila burocratica (nonostante i miglioramenti introdotti dal "Conto Energia") è piuttosto complessa e la burocrazia, nei suoi vari livelli (Comune, Regione, Soprintendenza, gestore dei servizi elettrici, istituti di credito, impiantisti ...) scoraggia puntualmente le volontà dei più.
Da qui l'idea: che il "pubblico" si dia da fare per soddisfare i bisogni dei più sensibili e, allo stesso tempo, avvicini la materia e le ghiotte opportunità ai meno informati !
In parole povere: il Comune come intermediario per favorire la sostenibilità energetica della propria comunità ...

Oltre che dal Comune, il progetto è sostenuto dalla cooperativa sociale “Officina Creativa” e dal Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione del’Università del Salento.
La prima è un organizzazione senza fini di lucro che si propone di favorire forme di coesione sociale e di sviluppo sostenibile basate su principi etici, di incoraggiare la nascita di nuove professioni o la riscoperta di quelle tradizionali dimenticate e di sostenere politiche di protezione ambientale. Negli scorsi annni, ha dato vita ad uno sportello per l’energia rinnovabile a Lecce e ad una nuova figura professionale, l’energy promoter, un tecnico che ha il compito di assistere il cittadino interessato alle energie alternative, offrendo un preciso supporto tecnico-pratico.
L’Università del Salento è il soggetto che ha, invece, fornito le conoscenze e gli strumenti tecnico-teorici: la formazione degli energy promoters, l’organizzazione di corsi specifici per tecnici ed installatori di sistemi fotovoltaici, le analisi di fattibilità ed i progetti per l’organizzazione e la gestione della rete di “tetti fotovoltaici”.

Oltre a diventare particolarmente comodo e conveniente per i singoli cittadini, questa forma di fotovoltaico domestico ha anche un grosso vantaggio ambientale rispetto al fotovoltaico di larga scala: i grandi impianti, infatti, vengono realizzati stendendo pannelli su superfici libere, direttamente sul terreno, sottraendo dunque suolo prezioso ad altre attività (in primis l’agricoltura).
La collocazione dei pannelli sui tetti evita, invece, di impegnare/occupare terreni e non di turbare l’estetica delle aree campestri.
Ricordiamo ancora che attualmente lo squilibrio tra grandi e piccoli impianti è notevole: i primi rappresentano quasi il 90% dei sistemi complessivamente già installati nel nostro Paese. Ciò significa che ad affrontare l’opportunità del fotovoltaico sono soprattutto società o gruppi di grossi investitori, che realizzano, dunque, impianti di tipo industriale (il loro business sta nel rivendere alla rete elettrica l'energia prodotta in eccesso).

Anche in Piemonte il fotovoltaico "a tutti i costi" (cioè sottraendo terreni liberi) sta sviluppandosi rapidamente e l'astigiano (ad esempio a Revigliasco) non è da meno.
Il nodo di Savigliano/Cavallermaggiore del Movimento nazionale per lo "Stop al Consumo di Territorio" sta stimolando l'avvio di una campagna specifica contro gli impianti fotovoltaici su terreni liberi che vedrà il Movimento agire lungo l'intera Italia.
E a Carmagnola (Torino) cè già un importante atto ufficiale da parte dell'amministrazione comunale, che ha deliberato il divieto d'uso di terreni agricoli per i nuovi impianti fotovoltaici. Verrebbe da dire: con tutti i tetti disponibili che abbiamo a nostra disposizione ... !

Insomma, l'esperienza virtuosa esiste anche in Italia (Melpignano; e non è l'unica); bello sarebbe se gli amministratori dei Comuni astigiani avessero voglia di approfondire tutte le opportunità di un simile progetto ... Che ha anche il pregio di ricordare a tutti noi (Amministratori ed amministrati) una cosa: che il Bene Comune significa "di tutti" ...

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