Peste suina: colpa degli ambientalisti?

A cura di Piero Belletti e Roberto Piana, Tavolo Animali & Ambiente.

Il Consigliere Regionale Claudio Leone ha dichiarato ai media che la principale causa della comparsa della peste suina in Piemonte sia da addebitare all’ideologia ambientalista. In primo luogo c’è da registrare la soddisfazione nel veder riconosciuto il fatto che gli ambientalisti un’ideologia ce l’hanno. Quindi la volontà di ragionare in modo complessivo e perseguire valori oggettivi, cercando di andare oltre le apparenze ed evitando di distorcere la realtà al solo scopo di perseguire interessi di parte...

Cosa che non si può certo dire di tutte le organizzazioni politiche.
Per il resto le argomentazioni di Leone sono le solite, espresse probabilmente più per acquisire meriti nel bacino elettorale dei cacciatori che non per affrontare una problematica oggettivamente molto grave.

La comparsa della peste suina non è una conseguenza di supposte limitazioni alla caccia alla specie, anche perché da quando si è insediata la nuova Giunta Regionale è stato fatto tutto il possibile per rendere più ampio e capillare il prelievo venatorio di tutte le specie, cinghiale incluso. Si pensi ad esempio all’assurdità di consentire i prelievi, però selettivi!, anche nel mese di gennaio e con l’ausilio dei cani. In realtà è ormai accertato come la tradizionale caccia al cinghiale altro non fa che aumentare il tasso di riproduzione della specie, favorendone inoltre la diffusione sul territorio. Creando, quindi, le condizioni più idonee alla comparsa e alla propagazione di malattie.

La problematica cinghiale è oggettivamente grave e necessita interventi eccezionali ed immediati. Ma la caccia non rientra tra tali possibilità: lo dimostra il fatto che nonostante negli ultimi anni il prelievo venatorio sulla specie sia regolarmente aumentato, i danni non sono affatto diminuiti, anzi... D’altra parte è evidente come gli unici a trarre vantaggio dall’attuale situazione sono proprio i cacciatori, chiamati ad intervenire anche al di fuori della stagione venatoria e potendo così prolungare a tutto l’anno il periodo in cui esercitare la loro discutibile passione.

Appare poi come un insulto alla logica la proposta, avanzata proprio dalle forze politiche cui il Leone fa riferimento, di creare una “filiera della carne di cinghiale in Piemonte”. Il modo senza dubbio più efficace per accelerare ed ampliare la diffusione della peste suina, con probabili ripercussioni anche sugli allevamenti di maiali e conseguenze economiche che sarebbero devastanti.

È troppo pretendere che chi ci amministra anteponga gli interessi della collettività a quelli dei gruppi che ne hanno favorito l’elezione?

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