ARI-Associazione Rurale Italiana, AIAB-Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica e USB-Unione Sindacale di Base in audizione ribadiscono che non si possono riscrivere le regole sugli OGM senza tenere conto di ciò che stabilisce la Corte di Giustizia Europea: tracciabilità ed etichettatura non possono saltare, per la tutela della sicurezza alimentare, dell’ambiente e dei diritti dei contadini...
L'11 gennaio siamo intervenuti in audizione con la Commissione Petizioni del Parlamento europeo (PETI), per sostenere la petizione con cui come ARI, AIAB e USB chiediamo che né i paesi membri, né la Commissione europea possano cambiare le regole sugli OGM senza aver preso in considerazione il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea del 2018. La Corte ha infatti sentenziato che anche i prodotti delle nuove biotecnologie (NBT, TEA o NGT che dir si voglia) sono da considerarsi OGM, e pertanto vanno sottoposti a valutazione del rischio ed etichettatura come tutti gli altri prodotti della manipolazione genetica.
Lo abbiamo sempre sostenuto e continuiamo a farlo, denunciando con forza le fughe in avanti che in Italia vengono promosse dagli ultimi governi e ancor più di recente da alcuni parlamentari, che propongono una legge che acceleri la sperimentazione in campo di questi nuovi OGM.
Anche la Commissione europea sta facendo il passo più lungo della gamba: riteniamo infatti che non possa varare una nuova normativa che non sia coerente con il pronunciamento della Corte. Un pronunciamento che dovrebbe essere presto aggiornato, dal momento che il supremo organo giudiziario dell’Unione dovrà rispondere a nuovi quesiti posti dal Consiglio di Stato francese, che già nel 2018 aveva spinto la Corte a dirimere la questione.
Malgrado tutto questo, il tentativo di revisione della legislazione è in corso ugualmente, con il rischio di avere il prossimo anno una direttiva europea che regala una corsia preferenziale ai nuovi OGM, contrariamente a ciò che ha stabilito la Corte.
In base ai fatti descritti, abbiamo fatto presente agli eurodeputati della Commissione Petizioni le nostre preoccupazioni. La Commissione ha ritenuto che le nostre valutazioni fossero corrette, e pertanto ha deciso di mantenere aperta la petizione. Un passo avanti nella battaglia contro biotecnologie dai rischi largamente sconosciuti e dai pretesi benefici mai avverati per i contadini, il mondo del biologico e l’agroecologia.