E’ durata pochi minuti la prima formale seduta della Consulta delle Organizzazioni Ambientaliste astigiane dello scorso Lunedì 27 Aprile. Poi, le vivaci considerazioni di alcuni dei rappresentanti di Associazioni e Comitati e le emergenze da esondazioni e frane dell’Assessore Ferraris, hanno suggerito di rinviare di qualche giorno il primo “storico incontro”. Che poggia le sue radici su un terreno tutt’altro che comune …
Era dal 20 Novembre dello scorso anno che Associazioni, Comitati e Gruppi Ambientalisti astigiani attendevano la convocazione di quella Consulta proposta, promossa e voluta dall’amministrazione provinciale di Asti. Cinque mesi per riunire le forze di Amministrazione e i rappresentanti dell’ambientalismo locale sono davvero tanti; un’enormità – addirittura – se pensiamo che in questo periodo, sul più “delicato” dei temi (quello della gestione e smaltimento dei rifiuti, leggasi anche: inceneritore …) è successo di tutto.
O, forse, di niente ...
Di tutto, nel senso che nel frattempo la Giunta provinciale è arrivata a sottoscrivere un accordo con l’amministrazione provinciale di Alessandria per lavorare in “tandem” attorno ad un progetto di ATO ristretto: ad Alessandria una nuova discarica, ad Asti un nuovo inceneritore. Con tanto di delibera e di crono-programma (76 mesi per giungere all’impianto in collaudo …). Nonostante, in realtà, nelle more dell’accordo sottoscritto (e proprio ad Asti lo scorso anno) fra le sei provincie del Piemonte orientale, di questo mini-ATO non vi sia proprio traccia.
Di niente, perché l’inazione concreta di questi ultimi mesi ed anni ha, di fatto, già innescato una situazione emergenziale per i nostri rifiuti astigiani; da maligni, verrebbe da pensare che emergenza fa rima con … inceneritore !
L’insediamento della Consulta Ambientalista in Provincia è stato così rimandato di qualche giorno, ma dagli umori palesi espressi da molti dei presenti dell’incontro del 27 Aprile si intuisce che la Consulta non nascerà del tutto o nascerà monca.
A Novembre, alcune Organizzazioni (Comitati di Cortiglione e Rocca d’Arazzo, Progetto Radis, Cittadinanzattiva) si erano già sfilate dalla proposta di Armosino e Ferraris, temendo che la Consulta si riducesse ad essere una pura “foglia di fico” (secondo la logica: “decido e poi consulto, ma la consultazione non mi vincola …”) e non avevano formalizzato le loro richieste di adesione.
Ora altri (Gruppo P.E.A.C.E., Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche, Legambiente, Pro Natura, Comitato Difesa della Piana Villanovese, Comitato San Fedele, Comitato Asti Non Brucia, Comitato Difesa Valle Tanaro in particolare) hanno manifestato la loro necessità di anteporre all’avvio formale della Consulta due condizioni/domande cruciali:
1. Perché ci sono voluti 5 mesi per riunire la neonascente Consulta ?
2. Dato che in questi mesi alcune delibere di Giunta sull’affaire Inceneritore hanno preso forma, peggiorando (e di molto) il già delicato equilibrio relazionale tra Ambientalisti ed Amministrazione provinciale, è disponibile la Giunta a ritirare la delibera che regola gli accordi Asti-Alessandria onde permettere alla Consulta di affrontare prioritariamente questo tema senza “paletti” già definiti da altri ?
Al prossimo incontro sapremo dall’assessore Ferraris se la Consulta avrà un futuro e quali saranno le sue caratteristiche, ruoli, contenuti …