Dal testo in premessa alla proposta di legge di deputati PDL n. 2271 presentata il 10 marzo u.s.: "Tali proteste, conosciute con l'acronimo «Nimby» («Not in my back yard»), determinano un ritardo costante del «cantiere Italia» [...] Un ricorso al giudice amministrativo è sufficiente a impedire o a ritardare la realizzazione di opere pubbliche, senza che sia previsto alcuno strumento di responsabilizzazione delle associazioni di protezione ambientale, le quali, talvolta, presentano ricorsi pretestuosi, con il solo e unico scopo di impedire la realizzazione dell'opera pubblica [...] Questa originale forma di «egoismo territoriale» mantiene solo parzialmente l'originale matrice ambientalista: la sua esplicitazione in comportamenti di aperto conflitto finisce, infatti, per penalizzare la stessa realizzazione degli interventi inseriti nei programmi di politica ambientale".
"Pertanto, sembra doveroso un intervento legislativo volto a responsabilizzare l'attività delle associazioni di protezione ambientale, al fine di evitare che ricorsi amministrativi, manifestamente infondati, siano presentati al solo fine di ritardare la realizzazione di opere pubbliche. Per fare ciò si prevedono la responsabilità delle stesse associazioni per lite temeraria e il conseguente risarcimento del danno a vantaggio della pubblica amministrazione".
L'esercizio del diritto di ricorrere al TAR, già mutilato dal decreto anti crisi del 28 gennaio (in base al quale il TAR non può fermare i lavori di un'opera strategica) viene impedito per minaccia economica alle associazioni ambientaliste, nello scenario auspicato da questa proposta di legge PDL. Emerge chiaramente il metodo scelto per mettere in atto la sospensione (o la fine) della democrazia in questo Paese: quello della minaccia di far pagare i danni, già utilizzata nei confronti delle forme assunte dalla protesta sociale post-novecentesca – cioè l'occupazione e il blocco di binari e strade.
Ciò che non sanno è che noi siamo molto più avanti, e stiamo progettando (legalmente e democraticamente, ça va sans dire) la più grande opera mai vista: la riconversione ecologica ed estetica di questo Paese ferito, l'abolizione delle componenti nocive e nevrotizzanti del PIL, il riuso sociale dell'eccesso di cemento per: case, raves, mercatini agricoli locali e feste per i bambini. Quando saremo finalmente in grado di portarla a termine, non potranno neppure fare ricorso al TAR per impedircelo ...
L'unico motivo valido per chiedere il congedo dal fronte è la pazzia [ma] chiunque chieda il congedo dal fronte non è pazzo. (Comma 22, dall'omonimo romanzo del 1961 di Joseph Heller).