di Alessandro Mortarino.
Dopo cinque anni di duro impegno profuso da associazioni ed amministrazioni comunali lo scorso 25 ottobre, a Neive, è stato finalmente sottoscritto da Regione Piemonte, Rete Ferroviaria Italiana e gran parte dei Comuni del territorio il protocollo di intesa che sancisce l'avvio del processo di riapertura delle linee ferroviarie tra Alba e Asti e tra Alba e Alessandria. Un atto importante, che non è però stato siglato da alcune amministrazioni comunali, tutte di centro-destra ...
Nulla di grave, per fortuna; perchè la volontà del territorio si è comunque manifestata in tutta la sua ampia maggioranza e l'accordo è stato sottoscritto, definendo le azioni congiunte mirate a pervenire alla realizzazione delle opere in tempi brevi.
La Regione si è impegnata a definire forme di collaborazione istituzionale al fine di ricercare, presso il Ministero Infrastrutture e Trasporti, i fondi necessari al ripristino della linea (l’assunzione dell’onere da parte dello Stato delle risorse per la realizzazione delle opere infrastrutturali e per la loro successiva manutenzione è stata peraltro già dichiarata dal Ministero stesso).
E RFI ha già avviato l'iter di definizione degli interventi progettuali.
Circa 18 milioni l’investimento complessivo preventivabile, a cui occorrerà far fronte per le opere infrastrutturali necessarie per la messa in sicurezza delle gallerie e il consolidamento del versante, in seguito ai gravi dissesti strutturali innescatisi nella galleria Ghersi, che avevano decretato la sospensione della linea.
Il sindaco di Canelli, Marco Gabusi (che, va sottolineato, è anche presidente della Provincia di Asti) non ha sottoscritto il Protocollo assieme ai colleghi, preferendo approvare una delibera comunale d’indirizzo composta da una frase soltanto: il Comune di Canelli è favorevole alla riapertura immediata della Alessandria-Castagnole Lanze e ad una pianificazione urgente degli interventi necessari alla riattivazione della Asti-Alba.
Specificando che «Siamo d’accordo alla riapertura di questa tratta ferroviaria, ma non vogliamo essere presi in giro con inutili protocolli d’Intesa che arrivano a distanza di 20 mesi da un incontro in cui tutti avevano manifestato la loro volontà di riapertura della tratta. Questo ci sembra solo un tentativo di dilazionare i tempi, trovando strane formule anche dialettiche, per giustificare un ritardo incomprensibile. Sono passati 20 mesi dal 29 febbraio 2016, giorno in cui ci siamo incontrati con l’Assessore Balocco a Castagnole delle Lanze ed il giorno successivo la Regione affermava che avrebbe trovato i fondi per Asti-Alba; oggi, a fine ottobre 2017, la Regione dice che: “La Regione si impegna a istituire forme di collaborazione istituzionale per ricevere fondi necessari al ripristino della linea”. Vi sono, poi, due fattori che avvalorano la tesi di una Regione attendista: la Alessandria-Castagnole Lanze, così come la Asti-Castagnole, non ha alcun problema strutturale e poteva essere riaperta già da mesi, ma di questo nessun Assessore parla esplicitamente. Così come non si cita mai lo studio dell’Agenzia per la mobilità piemontese, ente a partecipazione regionale, che indica quali sono gli interventi indispensabili per un servizio efficiente su rotaia, e quale sarebbe il maggior onere a carico del sistema pubblico. In questo documento si può notare come sia necessario un interscambio nei pressi della stazione di Motta di Costigliole, mentre il costo annuo maggiore rispetto all’attuale si attesti intorno ai 3,8 milioni di Euro. Diventa allora comprensibile l’atteggiamento della Regione, che da un lato cerca un escamotage che le consenta di arrivare a fine mandato, visto che dall’altro non ha intenzione di trovare i soldi necessari per gli investimenti, né tantomeno per i costi di esercizio».
Neppure il Comune di Santo Stefano Belbo - a guida centrodestra - ha siglato il Protocollo e il suo Sindaco, Luigi Genesio Icardi, ha affermato che «La riattivazione della linee ferroviarie costituisce certamente un obiettivo auspicato e condiviso da tempo da questa Amministrazione, tuttavia il metodo con il quale si cerca di raggiungerlo non appare parimenti condivisibile. In particolare, si deve rilevare che, dopo aver approvato un protocollo di intesa nel mese di aprile, si deve prendere atto che il testo che si propone oggi per la firma ha un contenuto sostanzialmente diverso, con previsione di costi a carico dei Comuni, non compatibili con quanto già approvato».
Stessi concetti ribaditi anche dal Sindaco di Asti, Maurizio Rasero (anch'esso di centrodestra), che ha però scelto la via - a nostro avviso - più logica: sottoscrivere il Protocollo e avvisare tutti gli "attori" in gioco dell'attenta sorveglianza che la sua amministrazione dedicherà all'iter, monitorando costantemente il procedere delle fasi e non consentendo ritardi, attendismi, tentennamenti. In una parola: nessuna "speculazione politica". Stessa posizione assunta anche dal Sindaco di Nizza Monferrato (amministrazione anch'essa di centrodestra).
Nonostante i "distinguo", l'idea che ci siamo fatti è che tutti (ma proprio tutti) siano oggi perfettamente d'accordo sulla necessità di restituire il servizio su rotaia al territorio.
Ne prendiamo atto e plaudiamo al primo risultato raggiunto.
Merita ringraziare quanti, negli ultimi cinque anni, hanno ostinatamente lavorato per raggiungere questo momento importante: in primis le amministrazioni comunali di Alba, Neive, Castagnole Lanze e Costigliole, AFP-Associazione Ferrovie Piemontesi e il Forum Salviamo il Paesaggio che hanno puntualmente offerto analisi, dati, proposte e progetti, organizzato convegni e manifestazioni, opposto una ferma contrarietà all'ipotesi di ricoprire i binari per trasformare le linee ferroviarie in pista ciclabile, raccolto oltre 5 mila firme per una petizione dei cittadini che richiedeva a gran voce il ripristino delle tratte ferroviarie.
E poi il Tavolo Tecnico costituito lo scorso anno ad Asti - grazie al grande lavoro del professor Marco Devecchi - tra Associazioni, Ordini professionali e l'ex municipalizzata ASP che ha consentito il "salto di qualità" nella percezione della Regione sulle reali volontà del territorio.
E i consiglieri regionali Angela Motta (PD) e Federico Valetti (M5S) assieme all'onorevole Paolo Romano (M5S), l'architetto Giovanni Currado, l'infaticabile assessora di Alba Rosanna Martini, lo staff dell'assessore Balocco.
Mi piace anche ricordare due momenti che considero miliari e fondamentali per restituire "smalto" alle iniziative delle amministrazioni comunali, quando il "morale" pareva essersi affievolito: la “Camminata su un binario morto” organizzata dall'Associazione Davide Lajolo e dal Forum Salviamo il Paesaggio nel 2013 tra Neive e Castagnole Lanze (all'interno del Festival del Paesaggio e seguita, il giorno dopo, da un incontro con il professor Paolo Pileri del Politecnico di Milano che illustrò il progetto della grande ciclovia Ven.To tra Venezia e Torino) e la giornata di studio "Conoscere le regole del Trasporto Pubblico per evitare gli errori e cogliere le Opportunità”, organizzata nel 2015 dall'Associazione Ferrovie Piemontesi – Afp e dal Forum Salviamo il Paesaggio e ricca di valutazioni tecniche e di proposte approfondite.
Al termine dell'incontro di Neive ho ringraziato singolarmente tutti, esprimendo anche la mia sensibilità sul futuro: «adesso possiamo iniziare a lavorare ...».
Già, perchè trovare i fondi necessari non sarà semplice (ma sono certo che la Regione ci riuscirà) e altrettanto complesso sarà immaginare un servizio cadenzato che davvero sia attraente per chiunque debba spostarsi attorno al territorio. Oggi manca una "cultura" della mobilità, che dovremo - tutti assieme - saper fare rinascere. Dunque sarà necessario un grande lavoro (dall'alto e dal basso) per riportare su ferro il bisogno di movimento di studenti e pendolari e la felice peregrinazione dei turisti lungo le rotte Unesco.
Quali orari ? Quali fermate ? E il sabato e la domenica ? E ad agosto ?
Tutti elementi che dovranno essere attentamente valutati e legati a iniziative/eventi che riportino i cittadini ad innamorarsi di un mezzo troppo presto trascurato e - a mio parere - essenziale e salvifico per ridurre il traffico veicolare dalle nostre città assediate dall'inquinamento atmosferico (Asti in primis).
La Regione ha garantito che ai Comuni non verrà chiesto alcun contributo finanziario (peraltro impossibile da reperire dai sempre più magri loro bilanci) e questo dovrebbe tranquillizzare i Sindaci che non hanno siglato il Protocollo.
Mentre il direttore dell'Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, Roberto Cerrato, ha ricordato come nel fascicolo di candidatura presentato all'Unesco fosse indicata la ferrovia attiva come elemento centrale dell'attrattiva del territorio (noi lo ricordavamo a ogni piè sospinto già cinque anni fa ...).
Insomma, abbiamo ora tutti gli elementi sufficienti per agire. Sappiamo di poter controllare le azioni della Regione. Sappiamo della disponibilità del Ministero a ipotizzare un investimento. Sappiamo che RFI ci "crede".
E sappiamo che i cittadini attendono. Non sono cittadini nè di destra nè di sinistra: sono semplicemente cittadini, con pregi e debolezze. Quelli degli uomini.
Quindi remiamo nella sola direzione utile, con un obiettivo che oggi ci accomuna e che sapremo raggiungere.
Senza destra nè sinistra: possiamo provarci ? ...