Cari Italiani, lamentarsi non ridurrà l’inquinamento

di Paolo Pinzuti*.

L’Italia in questi giorni sta affrontando una crisi senza precedenti e si trova a fare i conti con un’invasione da cui nessun esercito, nessun confine e nessun manganello potrai mai riuscire a difenderci. Sto parlando dell’emergenza smog che, contrariamente a quanto avvenuto negli anni precedenti, quest’anno si è presentata con un preoccupante anticipo, addirittura prima dell’accensione delle caldaie ...

Davanti a noi si prospetta un inverno terribile in cui dovremo rimanere chiusi in casa come topi per difenderci dall’aria, l’elemento che garantisce la vita sul nostro pianeta. L’aspetto veramente drammatico di tutto ciò è che, così come le cose sono peggiorate rispetto agli anni passati, guardando al futuro non possiamo che aspettarci che la situazione peggiori ancora, a meno che non si attui una drastica inversione di tendenza nella gestione di tutto ciò che genera inquinanti, ovvero, nell’ordine: trasporti, riscaldamenti, uso di solventi, agricoltura, etc.

Il tema della qualità dell’aria è diventato il tema della centrale delle conversazioni quotidiane, accanto alle solite diatribe su Inter, Milan, Juventus e compagnia calciante e sta occupando sempre più spazio sui giornali.

Nonostante questo, le reazioni da parte della politica sono ancora troppo timide e saranno difficilmente risolutive.

Ma dare la colpa ai nostri rappresentanti nelle istituzioni è troppo facile: troppo spesso nella nostra concezione, il “politico” è considerato una specie di super eroe, qualcuno che tutto può e tutto deve, mentre noi cittadini ce ne stiamo tranquillamente rintanati nelle nostre case a guardare la tv e a esternare la nostra indignazione su Facebook senza muovere un dito, convinti di aver già espletato il nostro debito nei confronti di noi stessi e della società al momento del voto.

Però le cose non stanno esattamente così, perché mentre noi ce ne stiamo comodamente a casa ad aspettare che SuperSindaco prenda la decisione giusta, questo viene subissato da telefonate e visite da parte di rappresentanti di aziende molto influenti e che muovono molti denari che chiedono che venga modificato il meno possibile la situazione attuale che genera ricchezza e dividendi. Se a questa azione di persuasione non corrisponde una reazione uguale e contraria da parte della società civile, difficilmente il Sindaco di turno farà quello che serve realmente.

Questo non per malafede o cattiveria, ma perché SuperSindaco non solo non esiste, ma è un comune normale che prende le proprie decisioni sulla base delle informazioni che ha a disposizione. E se gli unici consigli che riceve arrivano da parte di chi ha l’interesse affinché le cose non cambino e i cittadini dimostrano di fregarsene di qualunque cosa avvenga, allora le cose potranno andare in una sola direzione.

È per questo motivo che ho deciso di iniziare un presidio davanti alla sede del mio comune di residenza per dare il mio contributo per risolvere il problema della qualità dell’aria.

Dal e per le prossime settimane, io e altri cittadini saremo presente per un’ora, dalle 18:30 alle 19:30, tutti i giorni davanti a Palazzo Marino a Milano indossando una mascherina. Con il passare dei giorni aggiungeremo altre attività, ci doteremo di striscioni, cartelli e altri strumenti di comunicazione visiva, fino al momento in cui il Sindaco, Beppe Sala, non accetterà (qui l’evento Facebookhttps://www.facebook.com/events/1334411740003808).

La stessa cosa avverrà a Torino, promosso dalla FIAB locale: https://www.facebook.com/events/1457098481034289

È possibile che queste iniziative non cambino nulla, ma in tutto questo ho due certezze:

  • Se noi cittadini non chiediamo niente, non avremo mai niente se non aria sempre più avvelenata.
  • Esternare l’indignazione su Facebook o al bar non serve a nessuno.

Per questo voglio invitare voi lettori a uscire dal web per riprendervi il vostro spazio di partecipazione senza aspettare che siano le associazioni, i partiti o qualcun altro che lo faccia al posto vostro perché è l’aria vostra e dei vostri figli che è in gioco e non potete più permettervi di stare a guardare sperando che qualcuno faccia qualcosa.

Mi spiace, ma questa volta tocca a voi.

Non sapete come fare?

Bene, provate così:

  1. Create un evento Facebook dando appuntamento ai vostri concittadini davanti al comune, magari alle 18:30, in contemporanea col resto d’Italia,
  2. Inviate tutti i vostri contatti a partecipare,
  3. Chiamate i vostri amici al telefono dando loro appuntamento al presidio,
  4. Mandate una mail al vostro quotidiano locale per avvisarli di ciò che state facendo,
  5. Compratevi una mascherina (costa poco più di un euro dal ferramenta),
  6. Fate delle foto,
  7. Mandatele al giornale locale, postatele su Facebook, Twitter, Instagram o dove lo ritenete opportuno utilizzando l’hashtag #bastasmog.

Se ritenete di non avere tempo, di aver paura di fare una figura marrone, che tanto non serve a niente, allora iniziate a pensare a una buona risposta per quando i vostri figli vi chiederanno "perché non hai fatto niente per evitare che l’aria diventasse irrespirabile?"

*Articolo pubblicato suBikeitalia.it

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