A cura dell'Associazione Culturale la Cabalesta.
La manifestazione “Monferraglia” compare nel manifesto della “Sagra della Sautissa” promossa dalla Pro Loco di Castelnuovo don Bosco per i prossimi 2 e 3 luglio 2016.
Devo dire che all’inizio non avevamo dato peso alla cosa, considerandola uno dei tanti raduni di appassionati di autovetture e motocicli, che si svolgono periodicamente sul nostro territorio, senza particolari danni o disagi; eventi a cui talvolta abbiamo dato il nostro piccolo contributo, come gli ultimi due raduni di Vespisti, che abbiamo accompagnato volentieri in visite guidate.
Solo in questi ultimi giorni sono emersi elementi che invece fanno nascere serie preoccupazioni ...
1. l’enorme numero dei partecipanti: secondo gli elenchi che si trovano sul sito degli organizzatori (http://www.monferraglia.it), sarebbero iscritti circa 1200 motorizzati;
2. i tempi di svolgimento: un ossessivo andare avanti e indietro “NAIT en DEI”, come scrivono spiritosamente gli stessi organizzatori, cioè tutto il pomeriggio di sabato, tutta la notte tra sabato e domenica, la mattinata di domenica;
3. le modalità di partecipazione, che vengono definite “rilassate”, anche se c’è poco da rilassarsi se si pensa che ognuno dei partecipanti è invitato a munirsi della “classica tanichetta” per il carburante, in quanto non sono previste soste per il rifornimento;
4. soprattutto il fatto che quest’enorme massa di persone, per un tempo così lungo, e con simili condizioni di sicurezza, pretende di muoversi non solo sulle strade asfaltate normalmente aperte al traffico motorizzato, ma anche su strade sterrate e sentieri.
A tutt’oggi, da parte delle Associazioni e dei Comuni del Territorio, non è stata data nessuna comunicazione né relativamente alle modalità di svolgimento dell’iniziativa, né soprattutto dei percorsi previsti. Solo il Comune di Castelnuovo don Bosco ha comunicato di aver autorizzato la manifestazione soltanto su strade asfaltate; dobbiamo quindi presumere che gli altri Comuni indicati (non ufficialmente!) come aderenti, cioè Pino d’Asti, Passerano Marmorito, Montafia e Piovà Massaia, saranno interessati in tutto il loro territorio boschivo e agricolo, senza alcun riguardo per le caratteristiche naturalistiche, paesaggistiche e storiche di quelle aree.
Dobbiamo esprimere infine la nostra indignazione per l’aperto disprezzo verso tutti coloro che da anni si adoperano per la tutela e la valorizzazione turistica di questo territorio, a cui si sostituisce una logica “usa e getta” che forse avrà un ritorno economico nell’immediato, ma lascerà sia gravi ferite nella terra e nelle piante, sia un gravissimo danno di immagine – chi si sognerebbe di promuovere in futuro attività escursionistiche, culturali, naturalistiche e religiose in un territorio ormai segnato come campo libero per simili “rave party” della miscela al 4%?