Lo scorso martedì 21 giugno ad Asti, presso la Sala riunioni dell’Associazione UNESCO per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, ha avuto luogo un incontro con la stampa per presentare la richiesta di dichiarazione di interesse pubblico del paesaggio di Paludo, area estesa tra i Comuni di Agliano Terme, Calosso e Costigliole d’Asti ...
Il Direttore dell’Associazione, Roberto Cerrato, ha introdotto l’incontro ricordando che negli stessi giorni cade il secondo anniversario della proclamazione dell’area quale patrimonio dell’Umanità. Ha evidenziato pertanto che proprio questa nomina ha favorito una nuova, forte sensibilità nei Comuni e la dichiarazione di interesse pubblico di Paludo rientra in questa particolare attenzione per la salvaguardia del territorio. Ha infine sottolineato che Paludo, zona umida circondata da un anfiteatro di vigneti, è il primo esempio di valorizzazione integrale di un’area nella sua multiforme eterogeneità.
Adriano Da Re, Presidente dell’Associazione Amici di Calosso, ha esordito facendo presente che non sono presenti per precedenti impegni gli Assessori Regionali Valmaggia e Ferrero nonché il Presidente della Provincia Gabusi. Ha quindi illustrato l’attenzione che l’associazione, sulla base del particolare interessamento di Paolo Baldi, da subito ha voluto riservare a Paludo, importante sito dormitorio invernale ed estivo di alcune specie ornitiche particolarmente interessanti. Ha successivamente fatto presente che nel 2011 sono state consegnate a 29 artisti le tradizionali casette nido per uccelli che sono state personalizzate determinando una mostra che ha avuto luogo a Calosso e in varie parti d’Italia. Con il ricavato di un’asta delle casette d’artista sono state acquistati dei lotti di terreno di Paludo che ora fanno parte del patrimonio del Comune di Calosso.
Subito dopo Paolo Baldi, dell’Associazione Amici di Calosso, attraverso la proiezione di slide ha mostrato la morfologia particolare del sito, contraddistinta da una singolare ondulazione forse sui resti di un’antica pieve romanica, e le caratteristiche del Laghetto di Sant’Agnese zona coerente con il sito Unesco. Inoltre, mentre scorrevano immagini di varie specie di uccelli e di animali, ha ricordato che da molti anni nella zona ha luogo l’inanellamento dei volatili da parte dell’Osservatorio ornitologico di Asti. Infine l’occasione è stata favorevole per ricordare che a Calosso, a dimostrazione della particolarità dell’habitat, sono presenti ben 13 specie di orchidee selvatiche.
Nico Marinetto, della LIPU Astigiana, che ha scoperto Paludo da molti anni, ha evidenziato come nella zona sia possibile trovare uccelli che risultano assai rari nell’Astigiano, rimarcando che la multiformità e la biodiversità del territorio sia favorevole all’insediamento di diverse specie di animali.
Il Sindaco di Calosso Giuseppe Ugonia, che ha creduto da subito nella necessità di tutelare l’area di Paludo, ha ricordato che lo sviluppo economico dei paesi del sud astigiano, dovuto principalmente alla coltivazione della vite, deve integrarsi con la valorizzazione di tutto il territorio, pure delle zone non coltivate ma riserve preziose di biodiversità, anche al fine di incrementare forme estremamente importanti di turismo. Ha fatto successivamente presente che il ruolo di un amministratore è anche quello di creare nuove forme di progresso economico e di favorire nei cittadini una mentalità che sappia tutelare e preservare il territorio in cui si vive e si lavora. Infine ha ricordato che l’Amministrazione Comunale di Calosso ha emesso un’Ordinanza per vietare l’uso indiscriminato dei diserbanti.
Subito dopo ha preso la parola il Vicesindaco di Costigliole d’Asti Luigi Baldi il quale ha voluto sottolineare la particolarità del territorio che lo rende unico nel panorama regionale e ha ribadito quanto la tutela di certe aree si inserisca a pieno titolo nei vari livelli di sviluppo economico della zona che vede comunque centrale il settore enogastronomico.
Gianfranco Miroglio, Presidente del Museo Paleontologico Astigiano, ha voluto caratterizzare il proprio intervento con l’esigenza di aumentare il complesso delle aree protette dell’astigiano che attualmente sono solo il 2%, percentuale assai distante dal 10% previsto dagli standard internazionali. Ha pertanto fatto presente che sta lavorando per dare tutela a un’area che partendo da Calosso possa arrivare a sud della città di Asti, un corridoio ecologico che possa comprendere zone umide, boschi, valli, aree scarsamente abitate e comunque attualmente non collegate tra loro. Un progetto che ha incontrato il vivo interesse della Regione e che offrirà vantaggi sociali ed economici all’intera Provincia.
Ha concluso Marco Devecchi, dell’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano, il quale ha voluto complimentarsi con il fervore di varie realtà amministrative e associazionistiche che si sono trovare accomunate nel tutelare il territorio. Ha quindi illustrato la procedura prevista dalla Legge dello Stato secondo quanto indicato dall’Art. 136 del Codice dei beni culturali che prevede il riconoscimento di “notevole” l’interesse pubblico di un’area specifica. Ha infine rimarcato il plauso per gli amministrativi che non si sono limitati alla manifestazione di importanza di una zona ma hanno dato avvio a precisi atti amministrativi.
Alla fine dell’incontro alcuni rappresentanti di associazioni ambientaliste hanno contribuito alla discussione attraverso la testimonianza di loro esperienze.