L'incontro di Castagnole delle Lanze tra sindaci e rappresentanti delle associazioni del territorio con l'assessore ai trasporti della Regione Piemonte, Francesco Balocco, si è concluso con alcune rilevanti decisioni unanimi: le linee ferroviarie Alba-Asti e Alba-Alessandria torneranno in esercizio, essendo tra le priorità dell'amministrazione regionale e opzione primaria di tutti (ma proprio tutti !) i Primi cittadini. Oltre alla riapertura della ferrovia, si individuerà un progetto di ciclovie contiguo, in grado di integrare al meglio l'offerta turistica ...
Finalmente una risposta chiara e collettiva alle molte aspettative dei cittadini del territorio, che fuga ogni dubbio. Il risultato è stato ottenuto attraverso un confronto franco, aperto da Carlo Mancuso, Sindaco di Castagnole Lanze, che chiedeva di assumere decisioni a partire da quanto già si era convenuto nel marzo dello scorso anno, ma a cui non erano seguiti sviluppi.
Mancuso sottolineava la necessità di restituire le linee ferroviarie alla mobilità quotidiana dei cittadini e alla fruibilità dei turisti che, lentamente, iniziano ad essere ospiti delle "terre Unesco" e focalizzava la sua attenzione in particolare sulla Asti-Neive e la Nizza-Alessandria.
Determinante il contributo del vice sindaco di Castagnole, Giorgio Brezzo, che con verve e dati snocciolava la realtà del proprio territorio e formalizzava una proposta operativa (studiata dall'amministrazione castagnolese in collaborazione con Mario Didier dell'Associazione Ferrovie Piemontesi-AFP) per la riattivazione della Asti-Alba, ponendo l'accento sull'ampio bacino di utenza attuale: 69.659 utenti potenziali di età media di circa 46 anni, di cui 6.188 studenti (tra 15 e 24 anni di età) e 37.350 lavoratori (tra 25 e 64 anni).
Brezzo illustrava quindi un'azione in tre fasi: la prima prevede la rapida riattivazione della linea Neive - Asti, facilitata dalle discrete condizioni delle rotabili (la linea risulta ancora armata e in buono stato di conservazione), attraverso un locomotore minuetto diesel e un servizio cadenzato giornaliero fornito da 15 coppie di treni al giorno su Neive e 9 coppie di treni nei giorni festivi, con un tempo di percorrenza stimato in 25 minuti (costo complessivo della singola corsa: euro 222,31) e 5 fermate: Neive, Castagnole delle Lanze, Costigliole d’Asti (Fraz. Motta), Isola d’Asti e Asti. Ferma restando la tratta Neive – Alba con servizio bus a costi invariati.
La seconda fase suggeriva una razionalizzazione della linea Asti – Torino (SFM6), attestando la linea SFM6 a Torino Porta Nuova così come avviene già per la SFM3 (Torino – Bardonecchia e Torino – Susa), riducendo così i costi linea con verifica dei tempi di percorrenza da Asti a Torino Lingotto, grazie all’introduzione dei materiali a velocità e rivedendo le coincidenze con la linea Neive.
Una proposta in grado di migliorare il servizio offerto agli utenti e ridurre i costi di esercizio annui stimati in euro 1.985.548,00 (pari a 18 minuti circa di percorrenza per singola corsa).
La terza fase prevede il ripristino della linea Neive - Alba e il ripristino della galleria Ghersi, con costi di circa 12 milioni per la galleria e una gestione annua stimata in euro 1.386.000,00 (Costo Minuetto ora: euro 533,56).
Gli investimenti totali necessari dovrebbero essere possibili grazie alla rinegoziazione che l'assessorato regionale sta discutendo con Trenitalia e che dovrebbe consentire un risparmio di circa 20 milioni di euro, utilizzabili quindi per la riapertura di almeno 4 delle 14 linee ferroviarie attualmente sospese nell'intero Piemonte.
I successivi interventi dei Sindaci di Nizza Monferrato, Costigliole e Neive e del consigliere comunale di Asti Oscar Ferraris, confermavano la bontà del progetto illustrato da Brezzo e rimarcavano la necessità di unire Nizza con Alessandria, polo ormai essenziale dei principali servizi della zona. Unico interrogativo, dunque, restava il tratto Castagnole - Canelli, per il quale la sala restava in attesa di una indicazione da parte del primo cittadino della "capitale" spumantiera, Marco Gabusi. Che preferiva esprimersi dopo avere ascoltato le considerazioni dell'assessore Balocco.
Puntuale, Balocco enucleava gli elementi portanti della sua posizione: «vedere nuovamente i treni circolare su questa linea non è solo un sogno per i nostalgici della ferrovia. Come Regione abbiamo inserito la linea tra quelle sospese che in ottica gare per l'affidamento del servizio ferroviario contiamo di ripristinare. I costi non sono proibitivi sia per la messa in sicurezza dell'infrastruttura, sia per l'esercizio.
L' investimento per la sistemazione della galleria Ghersi è compreso nell'elenco degli interventi prioritari che stiamo concordando con il governo e con RFI. Stiamo, inoltre, esplorando modalità di utilizzo a fini turistici della tratta. L'impegno che assumo con il territorio è di accelerare ulteriormente i tempi per portare a casa il risultato. La "competizione" non è tra treno e pista ciclabile: entrambi possono convivere su tracciati alternativi. L'importante è però registrare una unitarietà di intenti che non indebolisca la proposta e per questo vi chiedo di confermarmi che il vostro territorio è d'accordo in maniera unanime su questo progetto».
Mancava, a questo punto, solo la voce di Gabusi che, finalmente, chiariva che da parte dell'amministrazione di Canelli esisteva un "piano A" che mira al ritorno dei treni. Ma poichè questa necessità da troppi anni risulta negata, è bene avere anche un "piano B", cioè l'alternativa della sua sostituzione con una ciclovia. «Oggi registriamo le volontà precise dell'assessorato regionale e quindi ci concentriamo sul "piano A", ma chiediamo quali potranno essere i tempi per il ripristino delle linee anche tra Castagnole e Canelli: se parliamo di qualche mese per la decisione formale e qualche anno per la riapertura, siamo d'accordo. Altrimenti è più serio, nei confronti dei cittadini, pensare al "piano B"».
Balocco quindi confermava che la revisione contrattuale è già stata avviata e che la riapertura delle nostre linee ferroviarie sospese rientra nel piano delle Regione (cioè fanno parte di quelle 4 linee finanziabili), dunque i tempi possono essere ravvicinati, anche se per la Ghersi occorreranno almeno 4/5 anni. E, ovviamente, la riapertura può essere cadenzata: prima nella tratta attualmente in buone condizioni e poi fino al totale ripristino.
E concludeva con una sorta di "stretta di mano" collettiva per siglare il nuovo patto tra Regione e territorio, cui seguirà «una dichiarazione di intenti per la realizzazione di uno studio di fattibilità che proporremo a tutti i comuni di sottoscrivere».
La consigliera regionale Angela Motta dichiarava la propria soddisfazione per l'accordo raggiunto e l'onorevole Paolo Romano sottolineava come anche il Governo dovrà fare la propria parte, ricordando i termini della Risoluzione da lui presentata nei giorni scorsi per impegnare il livello politico centrale in tutte le azioni necessarie.
La basi ora ci sono. A noi il compito di sorvegliare che tutto proceda secondo quanto deciso.
E veloce ... come un treno !