San Damiano: capannoni vuoti o no ?



Gino Scarsi, nel suo intervento al recente incontro di Asti dedicato alla nuova legge regionale per la protezione del suolo agricolo, aveva citato la situazione edilizia di San Damiano come esempio critico della realtà odierna. Il Sindaco di San Damiano, sulle colonne de La Stampa, aveva immediatamente risposto definendo sbagliate le sue citazioni: «è un’affermazione assolutamente priva di fondamento. In primis, non ho mai sentito nè parlato di una nuova area industriale. Inoltre, in quella esistente, ci sono 19 lotti, di cui 15 con aziende attive e tre in attesa di edificare». Ospitiamo volentieri questa replica di Gino Scarsi ...

Il sindaco non ha mai parlato di una nuova area industriale ? E' una bella notizia e ci allarga il cuore, lo prendiamo in parola almeno per la durata del suo mandato e chiediamo scusa se abbiamo dato retta a voci che non rispondono al vero.
D'altra parte proprio La Stampa, nel lontano 29 gennaio 2014, riportò questa frase del Sindaco Caliendo: «
Non ho detto che amplieremo l’area industriale, ma che qualora vi fossero opportunità importanti sono disposto a fare tutto quanto possibile». Forse Caliendo diceva cosa diversa da quella che io ho percepito e riportato ? E d'altronde neanche l'attuale situazione dell'area produttiva esistente è quella da lui annunciata; vi sono, infatti, le prime tre grandi strutture, che pure avevano iniziato una qualche attività, che espongono cartelli con scritto "vendesi" e "affittasi".

Considerando come vi siano in lista tre aziende in attesa di edificare e l'altro fatto che i lotti liberi rimasti sono ottimi terreni fertili, tra i non molti rimasti della piana del Borbore, perché l'amministrazione non si prodiga a far incontrare i tre che vogliono vendere con i tre che vogliono comprare?

Teniamo presente che lo spreco di suolo in quest'area, già solo per le strade, è stato eccezionale, senza ritegno, lo specchio di amministratori e professionisti con la malattia della grandeur senza il minimo rispetto per l'impronta ecologica o la parvenza di compatibilità ambientale.
Strade enormi che non servono a nessuno, nastri di asfalto rovente che fanno di quell'area un non luogo da depressione anche per chi ci lavora: in questi giorni almeno dieci gradi in più di temperatura a confronto della vicina Valdeldoglio.

Se il sindaco e gli amministratori, in particolare il vicesindaco Giorgio Gilardetti di cui sono amico, si impegnano, salveranno quei quattro lotti rimasti e - credano a noi di Salviamo il Paesaggio - in questo modo avranno compensato in una qualche misura gli effetti nefasti della megalomania paesana del nostro presente.
Quattro lotti sembrano poco, ma sommati forse riusciranno a fare la differenza nella nostra attuale "titanica" lotta contro il riscaldamento globale; quattro lotti sono migliaia di tir di acqua ritenuta e non ruscellata dal cemento e asfalto, quattro lotti sono erba e piante che trattengono a terra co2, non la restituiscono amplificata e, soprattutto, lasceranno una finestra aperta di paesaggio per chi viene dopo.

E' probabile che la prossima generazione sputerà sulle nostre tombe, tombe di piccoli uomini che su questo fronte ha lasciato la peggiore testimonianza.  
Gino Scarsi

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