In Piemonte una legge per proteggere il suolo agricolo



di Alessandro Mortarino.


Nella mia personale agenda delle date e dei luoghi importanti che segnano il percorso verso l'agognato risultato dell'arresto del consumo di suolo in Italia, ho aggiunto "Asti, 25 giugno 2015". Prima avevo segnato il giorno della nascita del Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio (24 gennaio 2009), la sua prima uscita pubblica (Asti, 7 febbraio 2009), l'avvio della campagna "Sì al fotovoltaico, ma non su terreni liberi" (Ovunque, 6 maggio 2010), la fondazione del Forum nazionale Salviamo il Paesaggio (29 ottobre 2011). Cosa è accaduto ad Asti il 25 giugno 2015 ? ...

Un fatto semplice - mi verrebbe da dire "naturale" - eppure affatto scontato: in una sala pubblica un assessore regionale all'agricoltura ha svelato qualche piccolo dettaglio di una legge in fase di formazione dal titolo molto chiaro, netto, inequivocabile: "Protezione del suolo agricolo". Senza fronzoli, asciutto. Ma anche senza ambiguità nell'evitare di confinare le "quantità" di un consumo di suolo da arginare attraverso azioni di semplice contenimento o di assoluto arresto. Il suolo agricolo è tutto da proteggere.

E attorno le voci dei referenti degli Ordini professionali della provincia e della regione (architetti e geologi, periti agrari e ingegneri, agronomi e geometri) e, naturalmente, del mondo ambientalista: tutti concordi nel dichiarare l'avvenuto momento improcrastinabile del consumo di suolo zero almeno nel nostro Piemonte.
Ad Asti è forse la prima volta che nessuna voce ha virato in distinguo o in balbettanti "sì, però". Tutti concordi nel sostenere una necessità ormai primaria. E un Assessore all'Agricoltura regionale convinto esso stesso.

Noi non sappiamo oggi esattamente cosa ci sarà scritto nei pochi articoli (5 in tutto) che comporranno la norma, in quanto l'iter prevede, dopo la già avvenuta comunicazione alla Giunta, che soltanto fra una decina di giorni la stessa Giunta ne prenda atto e avvii le procedure necessarie. Però alcuni degli elementi portanti il pur prudente Assessore (assolutamente comprensibile) non ha potuto fare a meno di accennarli durante la Tavola Rotonda promossa ed organizzata dalla Rete delle oltre 1.000 organizzazioni che danno vita al Forum Salviamo il Paesaggio.
E fanno ben sperare.

L'Assessore è Giorgio Ferrero, che il già richiamato 7 febbraio 2009, sempre ad Asti, fu tra i presentatori del neonato Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio assieme a Gino Scarsi, Domenico Finiguerra, Marco Devecchi e il sottoscritto. E che da sempre è tra i sostenitori di un necessario cambiamento di rotta nei confronti delle nuove espansioni edilizie a danno dei terreni agricoli. Termine che nella nuova legge dovrebbe definire "tutti i terreni agricoli e i terreni idonei", dunque tutto il suolo fertile ancora non antropizzato o impermeabilizzato (senza escludere minimi adeguamenti, il cui valore "numerico" dovrà essere valutato con attenzione).

La legge dovrebbe inoltre prevedere la decadenza dei diritti edificatori per le concessioni di nuove costruzioni non realizzate in un determinato lasso di anni (dieci) e procedure comunali semplificate per le richieste di cambio di destinazione per terreni edificabili che si vogliano riportare all'uso agricolo.

Non si tratta di una legge urbanistica, ma solo di una norma regionale indirizzata a disciplinare e tutelare il suolo agricolo. Da proteggere, appunto.
Potrebbe essere il primo passo verso una successiva regolamentazione del consumo di suolo all'insegna della crescita zero urbanistica tout court.

Nell'incontro si è discusso a fondo grazie ai dati del recente rapporto 2014 dell'Ispra sul consumo di suolo in Italia, in Piemonte, nella provincia di Asti e innumerevoli sono stati gli spunti su cui il dibattito dovrà concentrarsi, tra i quali la sempre più evidente necessità di legare l'attività edificatoria al livello sovracomunale: non è più possibile concedere ai Comuni il primato nella pianificazione urbanistica, occorre un criterio che abbracci la realtà di territori a più ampia scala.

Per ora la sensazione è che qualcosa di profondamente innovativo stia accadendo - finalmente - anche nell'attività normativa del Piemonte su una materia così delicata come la tutela dei suoli agricoli.
Ora però occorre attendere che la proposta di legge si incanali senza indugi lungo i suoi processi deliberativi, venga resa pubblica e ci consenta di esprimere le nostre osservazioni ed eventuali proposte migliorative.

Il clima pare quello giusto. Sarà possibile salutarla come la "nostra" legge ?
Fra un paio di settimane lo sapremo. Per ora ci teniamo un po' di ritrovato spirito positivo e con l'animo perennemente speranzoso ci avviamo alle prossime scadenze valutative.

L'utopia cammina sempre con noi. Ma, forse, non è più solo l'utopia di pochi ma la concretezza di molti.
E la Politica sembra avere iniziato a prendere coscienza del suo ruolo, anche in Piemonte.

Adelante, allora ! ...

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