di Luca Martinelli.
Il 5 dicembre, in occasione della "Giornata mondiale del suolo" è stata depositata presso la Treccani una definizione della parola "suolo", che ne specifica alcune caratteristiche, come la "non rinnovabilità", con il fine della tutela. Prende spunto dai documenti della Commissione europea, con l'obiettivo di superare i limiti della legislazione italiana, secondo la quale sarebbero suolo anche "il territorio, il sottosuolo, gli abitati e le opere infrastrutturali” ...
L’Italia non sa che cosa sia il suolo, ed è per questo che il 5 dicembre, in occasione della Giornata mondiale del suolo promossa dalla FAO, una definizione di questa parola è stata depositata presso l’Istituto dell’enciclopedia italiana, la Treccani.
“È un atto simbolico - racconta ad Altreconomia Paolo Pileri, professore di Pianificazione territoriale ambientale al Politecnico di Milano e promotore dell’iniziativa -. Considero la Treccani una sorta di "banca buona" delle parole, e mi piace l’idea che vengano depositate in un luogo dove non vengono modificate in continuazione. Come una"‘cassetta di sicurezza", dove riponiamo le cose che hanno valore, quelle che amiamo. Per questo - aggiunge Pileri - depositiamo la definizione internazionale più estesa di suolo, in modo che anche al legislatore italiano resti un riferimento culturale”.
In Italia, infatti, la definizione di suolo riconosciuta per legge è quella contenuta all’interno del Testo unico ambientale (decreto legislativo 152/2006), che lo descrive come “lo strato più superficiale della crosta terrestre situato tra il substrato roccioso e la superficie”, lo identifica come “costituito da componenti minerali, materia organica, acqua, aria e organismi viventi”, ma poi indica anche che, almeno ai fini delle normativa in materia di difesa del suolo, “l’accezione del termine comprende, oltre al suolo come precedentemente definito, anche il territorio, il sottosuolo, gli abitati e le opere infrastrutturali”.
Secondo Pileri, questa definizione comporta quattro grossi limiti: “Intanto, non ci dice che è una risorsa naturale, ma lo lasciai intendere. Poi, non riconosce i servizi e le funzioni svolte dal suolo, ma solo se lo facesse ne potremmo apprezzare il valore. Non ci dice, infine, che è una risorsa non rinnovabile: l’unica che, per formarsi, ha bisogno di tempi lunghissimi, 500 anni per uno spessore di 2,5 centimetri. Questi non sono dettagli tecnici, ma aspetti importantissimi che aiuterebbero coloro che si trovano a difendere il suolo, e sono alla base del quarto limite, che discende da queste tre indicazioni: le caratteristiche che ho descritto, rendono evidente che il suolo va tutelato”.
Questi elementi sono presenti nel tentativo di definizione europea - dai documenti COM(2006)232 e COM(2006)231def e nella Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al comitato economico e sociale europeo e al comitato delle regioni “Strategia tematica per la protezione del suolo”, ai quali Pileri si è ispirato per scrivere la definizione che il 5 dicembre verrà depositato in Treccani, nel corso di una tavola rotonda cui partecipano, tra gli altri, Michele Munafò dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e Tomaso Montanari, Storico dell'Arte moderna all'Università Federico II di Napoli e curatore dell'eBook "Rottama Italia" di Altreconomia edizioni.
Questo il testo depositato:
[Il suolo è ] lo strato superiore della crosta terrestre costituito da componenti minerali, materia organica, acqua, aria e organismi viventi. Rappresenta l’interfaccia tra terra, aria e acqua e ospita gran parte della biosfera. Visti i tempi estremamente lunghi di formazione del suolo, si può ritenere che esso sia una risorsa sostanzialmente non rinnovabile. Il suolo ci fornisce cibo, biomassa e materie prime; funge da piattaforma per lo svolgimento delle attività umane; è un elemento del paesaggio e del patrimonio culturale e svolge un ruolo fondamentale come habitat e pool genico. Nel suolo vengono stoccate, filtrate e trasformate molte sostanze, tra le quali l’acqua, i nutrienti e il carbonio. Per l’importanza che rivestono sotto il profilo socioeconomico e ambientale, tutte queste funzioni devono pertanto essere tutelate.
Tratto da: http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=4945