Una prima vittoria nella battaglia per la salvaguardia delle alberate stradali



di Angelo Porta, Franco Correggia, Marco Devecchi.


Dopo anni di tentativi infruttuosi, convegni, tavole rotonde, articoli sui giornali e sui periodici, nonchè pressioni sui parlamentari e sugli amministratori locali, abbiamo finalmente ottenuto una prima vittoria carica di speranze per un futuro migliore del verde lungo le strade italiane: la Commissione Ambiente della Camera ha accolto le nostre osservazioni alla Legge Delega per la modifica del Codice della Strada ...

Ricapitoliamo i punti salienti della vicenda:
Avevamo descritto in un articolo del Novembre 2013 la grave situazione delle alberate stradali e delle fasce boscate laterali, a rischio di estinzione per la complessa e intricata normativa: http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2013/11/alberate-stradali-a-rischio-di-estinzione/

Fin da quando abbiamo capito che non si poteva affrontare il tema operando solo a livello locale, ci siamo dedicati a studiare attentamente le leggi, i decreti, le circolari ministeriali, arrivando a definire una prima serie di modifiche “chirurgiche” al Codice della Strada al fine di risolvere alla base il problema, legittimando e promuovendo la presenza delle alberate almeno sulle piste ciclabili e sulle strade secondarie, definendo regole per limitare la velocità e ipotizzando per i privati distanze ridotte dal confine stradale. Le modifiche proposte liberavano inoltre da una pesante responsabilità i gestori delle strade, spesso in preda al comprensibile terrore di poter essere incriminati e condannati penalmente, come accaduto ad un tecnico dell’ANAS nel 2010.  

Il primo tentativo, infruttoso, ci ha costretto ad addentrarci ancora di più nella sfera legislativa: abbiamo così iniziato a seguire il processo di modifica del Codice della Strada, in corso di revisione dopo 22 anni, anche per accogliere le istanze dell’utenza debole (in primis i ciclisti e i pedoni). Questa volta abbiamo cercato di inserire le nostre proposte come osservazioni alla Legge-Delega e siamo riusciti ad ottenere un primo risultato: la Commissione Ambiente della Camera, riunita in sede consultiva il 9 settembre, ha dato all’unanimità parere favorevole alla Legge-Delega, facendo proprie le nostre osservazioni.

Il resoconto della seduta si trova in: http://www.camera.it/leg17/126?idDocumento=1588 seguendo “Esame in Commisione” e quindi “Sede consultiva”, cercando l’VIII Commissione Ambiente: nonostante alcuni errori (probabilmente dovuti alla trascrizione) e la dimenticanza di qualche parola chiave, le osservazioni ricalcano fedelmente quelle da noi proposte.

Ricordiamo che il Codice della Strada è un Decreto Legislativo scritto dal Governo sulla base di una Legge-Delega del Parlamento, nel nostro caso la Legge-Delega è stata discussa dalla Commissione Trasporti ed è attualmente all’esame dalle altre Commissioni, tra cui quella che si occupa di Ambiente. Nella legge-delega vengono indicate le linee-guida su cui dovrà svilupparsi l’azione legislativa del Governo, quindi volutamente in sede consultiva non abbiamo proposto le solite numerose e incomprensibili modifiche "chirurgiche", limitandoci a poche affermazioni di principio.

Esaminando gli Atti, ci sembra particolarmente significativa una premessa: “superando l’attuale approccio, che consiste esclusivamente nel tagliare gli alberi, provocando danni paesaggistici gravi e permanenti”.
Analizziamo le osservazioni come appaiono nel testo (in corsivo):

“valuti la Commissione di merito l’opportunità di prevedere che il codice della strada rechi:
a) la definizione delle alberate stradali nelle fasce di pertinenza e di rispetto, tramite la loro definizione, al pari di altri elementi stradali come le banchine o gli spartitraffico;
La richiesta delle Associazioni è di legittimare la presenza di alberi definendo cosa si intende per “alberata stradale”: ad oggi questa definizione non esiste e le conseguenze sono tutte negative: ad esempio fuori dai centri abitati non è possibile ripiantare gli alberi malati abbattuti, non è possibile realizzare nuove alberate per ombreggiare una pista ciclabile, non è possibile proteggere gli alberi durante i lavori stradali, e così via.

b) la possibilità di conservazione degli alberi e delle siepi nelle fasce di pertinenza e di rispetto delle strade modulando i divieti in relazione alla categorie delle stesse;
La nostra richiesta è leggermente diversa: noi vogliamo consentire non solo la conservazione, ma anche l’impianto di nuovi alberi, altrimenti per forza di cose perderemo negli anni tutto il patrimonio arboreo; i divieti (accettabili) dovranno essere modulati in funzione della categoria della strada (quello che vale per un’autostrada a sei corsie non necessariamente vale anche per un sentiero o una pista ciclabile, come oggi accade). Inoltre vorremmo che le distanze venissero stabilite dal limite esterno della carreggiata, e non dal confine stradale: le due definizioni erano simili nel secolo scorso, ma oggi le autostrade e superstrade hanno il confine anche a decine di metri dal limite della carreggiata. In altre parole, se voglio evitare che un albero cadendo invada la carreggiata, misuro la distanza di piantamento dal limite della carreggiata e non dalla rete di protezione che delimita il confine.

c) deroghe alle distanze minime per realizzare opere di ingegneria naturalistica con uso di alberi e siepi per la protezione delle strade o per costruire barriere naturali antirumore e  antiinquinamento al poste delle barriere artificiali;
Oggi di fatto non è possibile realizzare efficaci opere naturali ed ecocompatibili a protezione delle strade, in quanto per mantenere le distanze bisognerebbe piantare a decine di metri; inoltre in una scarpata la misura deve essere effettuata dalla base della stessa. Ma anche un comune che voglia realizzare una barriera antirumore o antiinquinamento ai lati di un’autostrada o di una tangenziale deve rispettare le stesse distanze, e quindi utilizzare fasce laterali molto ampie, almento 50 metri per lato. Troppo.

d) obblighi di piantamento di alberi e siepi nelle aree di servizio e sosta;
Chiunque entri in un’area di sosta all’estero noterà la presenza di alberi ombrosi di grandi dimensioni, quasi totalmente assenti in Italia: i gestori, vuoi perchè la normativa è oscura, vuoi per un puro calcolo economico, evitano accuratamente di piantare alberi, limitandosi nel migliore dei casi a qualche cespuglio a crescita lenta; considerato che nelle aree di servizio e sosta la velocità dei veicoli è molto limitata, non ci sono motivi per lasciarle desolatamente assolate.

e) regole precise per la corretta gestione e protezione delle alberate esistenti, anche in relazione alle manutenzioni ordinarie e straordinarie delle strade.
Oggi non ci sono regole univoche e i risultati si vedono: potature eccessive o erronee che portano i rami rimasti o l’intero albero ad ammalarsi divenendo pericoloso, scavi per il passaggio di tubature con il taglio delle grandi radici laterali e la sicura compromissione dell’equilibrio statico dell’albero, danni ai tronchi non protetti dalle ruspe, solo per citare alcune situazioni molto comuni.

Nelle osservazioni approvate non è riportata quella (da noi proposta) relativa ai guard-rail di protezione o ai limiti di velocità in presenza di  alberate stradali: sarebbe opportuno prevederli per aumentare la sicurezza stradale fuori dai centri abitati.

Ringraziamo tutti i sostenitori dell’iniziativa, associazioni, privati, enti: senza tali apporti, quanto descritto in questa nota non si sarebbe mai realizzato. Grazie!

A questo punto la palla ritorna alla Commissione Trasporti, che potrebbe anche non considerare le osservazioni (“valuti la Commissione di merito l’opportunità”), poi si andrà in aula dove potrebbero comparire emendamenti contrari a quanto indicato, infine il Governo avrà a disposizione 12 mesi per redigere il testo del nuovo Codice, e potrebbe non seguire fedelmente le linee-guida dettate dalla Legge-Delega. Non abbiamo quindi finito di lavorare, anzi la parte piú gravosa comincia oggi, ma il risultato ottenuto é comunque significativo.

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