di Augusta Mazzarolli.
La prima considerazione è relativa alle "tristissime" vicende legate all'EXPO 2015. Non certo per commentare i misfatti di lestofanti, ma per sottolineare come, anche in questo caso, una sbagliata impostazione urbanistica, ha portato ad accendere illeciti appetiti e a realizzare opere tanto inutili quanto dispendiose ...
Anche se l'EXPO è una manifestazione legata alla città di Milano, come ebbe a dire il nostro Presidente Napolitano, l'EXPO è una manifestazione che riguarda l'Italia intera. Pertanto, e a ragione, invece di trasformare in modo irreversibile milioni di mq. di area agricola, per la realizzazione di manufatti e costruzioni che verranno demolite il giorno successivo la chiusura della manifestazione stessa, avremmo potuto pianificare un'EXPO con sedi in diverse città del territorio italiano, tutte caratterizzate da una propria vocazione culturale e da una differente qualità di cibo.
Ad esempio, città di cultura e di storia già dotate di siti per manifestazioni e fiere di livello internazionale quali: Milano, Torino, Bologna, Roma ... avrebbero potuto essere messe a sistema e collegate dalla efficientissima rete ad Alta Velocità (che finalmente avrebbe potuto dimostrare la sua utilità), interconnessa con la rete delle ferrovie minori (inopinatamente e recentemente chiuse in Piemonte), nonchè con il sistema autostradale e aeroportuale italiano. Per i visitatori del FAR EST le distanze tra le nostre città italiane sono veramente risibili !
A mio parere, in questo modo, avremmo:
- risparmiato soldi pubblici in trasformazioni urbanistiche ed edilizie inutili (gli edifici sono previsti in demolizione pochi mesi dopo la costrizione),
- salvato dalla distruzione milioni di mq. di territori agricoli,
- investito nella riqualificazione delle città e riutilizzato strutture già esistenti e attualmente, in parte, inutilizzate,
- garantito che gli ipotizzati 20 milioni di visitatori si sarebbero realmente distribuiti e sarebbero stati naturalmente obbligati a visitare "tutto" il bellissimo territorio italiano.
La seconda considerazione è relativa alla programmazione europea 2014-2020.
Il documento della Comunità Europea propone come opzioni strategiche: il Mezzogiorno, la Città, le Aree interne.
Per ognuna delle opzioni risulta prioritario il tema della "mobilità sostenibile".
Anche in questo caso risulta centrale e i finanziamenti saranno prioritariamente e giustamente indirizzati (mi auguro), verso progetti territoriali che garantiscono:
- un incremento degli utenti e delle merci attraverso l'utilizzo del vettore ferroviario,
- l'intermodalità delle merci,
- il trasporto urbano e periurbano delle merci,
- il completamento degli interventi già avviati.
Alla luce di quanto sopra:
A. come non pensare di riproporre la riapertura e il riutilizzo delle linee ferroviarie minori che, nei PISL e nei PTI di Asti e Alessandria 2007-2013, erano state progettate come metropolitane leggere per persone e, dal Porto di Genova e di Savona, come vettore preziosissimo, anche se parziale e non esaustivo, per il trasporto delle merci.
B. risulta utile sottolineare come, all'interno di una documentazione presentata in Provincia lo scorso anno, in occasione di un incontro sui finanziamenti europei, "programmazione europea 2014-2020 - "opportunità per lo sviluppo delle aree minori", alla voce "aree interne, circuiti di fruizione internazionale", ricompaia, per il Piemonte, la fitta rete della rete ferroviaria ritenuta come: "una formidabile occasione per mettere assieme culture e benessere, cibo e alimentazione, natura e fitness, in un progetto di mobilità sostenibile e di fruizione territoriale.." (noi lo avevamo già scritto 20 anni prima nel PTP di Alessandria).
Terza considerazione.
Quella della Programmazione Europea 2014-2020 mi sembra una splendida opportunità che deve essere assolutamente raccolta e sviluppata, a maggior ragione se perfettamente coerente con quanto già approvato in attuazione della precedente programmazione europea 2007-2013. Nel nostro caso specifico dalla Provincia e dai Comuni Capofila di Asti e Alessandria.
Non conosco a che stadio burocratico sia l'attivazione dei finanziamenti relativi o se gli stessi siano stati dirottati verso altri interventi.
Non possiamo continuare a lamentarci che tutto va a rotoli se, sistematicamente, buttiamo progetti intelligenti, finalizzati alla sviluppo sostenibile del territorio e perdiamo le opportunità che ci vengono proposte, prime fra tutte, quelle a livello europeo.