Sabato 29 marzo, alle ore 14,30 all'oasi WWF di Asti a Villa Paolina, sarà ospite dei Bimbisvegli della 2C della scuola primaria Rio Crosio (e di tutta la cittadinanza) David Grassi, che così presentano gli stessi ragazzi: "era un soldato della marina militare, era un ufficiale. Nel 2002 la sua nave perdeva olio e il Capitano ordinò di buttare l'olio in mare. David Grassi si rifiutò e fu messo in prigione 15 giorni ma, adesso, dopo 12 anni, il tribunale gli ha dato ragione. La sua disobbedienza ha reso pulito il mare". Un "eroe suo malgrado" che si è trovato nella condizione di dover scegliere tra l'obbedienza a un ordine che avrebbe distrutto il delicato ecosistema marino e la scelta di disobbedire proteggendo la Natura: un perfetto testimone per l'Earth Hour 2014 ...
La storia di David Grassi, sintetizzata perfettamente dai Bimbisvegli, è quella di una persona che ritenne necessario dire di no ad un ordine di un superiore, rispondendo alla sua coscienza e all'etica.
L’ordine che il tenente di vascello David Grassi, insieme ad altri due colleghi, si rifiutò di eseguire - e che ha cambiato la sua vita per sempre - era quello di sversare in mare migliaia di litri di liquidi oleosi provenienti dal motore, che si erano accumulati nella sentina; in barba alla tutela dell’ambiente, al rischio inquinamento e al regolamento internazionale che prevede, anche per le navi militari, di svuotare le sostanze inquinanti nel porto più vicino e con l’intervento di una ditta specializzata.
Era il 23 febbraio 2002 e l’allora tenente di vascello, nato a Oristano ma residente da 4 anni a Livorno, aveva appena compiuto 30 anni, era imbarcato sulla nave da guerra “Maestrale” impegnata nella missione Enduring Freedom nel corno d’Africa. E soprattutto pensava che le battaglie più importanti le avrebbe combattute in mare, non certo nelle aule di un tribunale, tantomeno per riavere indietro la propria dignità dopo essere stato condannato - per quel «No» - a 15 giorni di arresto e a una macchia che ne ha pregiudicato la carriera fino al congedo, avvenuto due anni fa.
Invece la guerra civile dell’ufficiale ambientalista è durata 12 anni, un quarto della sua esistenza, e si è conclusa con una (parziale) vittoria: il Tar di Genova, tribunale al quale si era rivolto per far valere le proprie ragioni, poche settimane fa ha cancellato quella sanzione disciplinare ma non gli ha riconosciuto il risarcimento danni che aveva chiesto tramite il suo avvocato.
«In questo lasso di tempo - racconta Grassi che adesso lavora come ingegnere civile e nel tempo libero allena i ragazzi di atletica e basket della Libertas Livorno - ho perso molte cose, a livello personale, familiare e professionale. Ma tornando indietro rifarei quello che ho fatto, forse non proprio tutto. Ma certamente non ubbidirei a quell’ordine. Perché? Perché è in certe situazioni che viene fuori chi sei davvero, da dove vieni, e i valori che ti hanno insegnato i tuoi genitori. E in quel momento non potevo far altro che comportarmi in quel modo senza abbassarmi alle prepotenze ma reagendo con coscienza. Eppure, dico anche che l’affetto e l’attaccamento nei confronti della Marina Militare non sono mai cambiati. Nonostante tutto continuo a credere che le persone nelle quali mi sono imbattuto siano una minoranza e che quel tipo di mentalità sia in via di estinzione».
Un caldo invito a conoscere dal vivo questa storia ...
Sabato 29 marzo, alle ore 14,30 all'oasi WWF di Asti a Villa Paolina, sarà ospite dei Bimbisvegli
della 2C della scuola primaria Rio Crosio (e di tutta la cittadinanza) David Grassi, che così
presentano gli stessi ragazzi: "era un soldato della marina militare, era un ufficiale. Nel 2002
la sua nave perdeva olio e il Capitano ordinò di buttare l'olio in mare. David Grassi si rifiutò e
fu messo in prigione 15 giorni ma, adesso, dopo 12 anni, il tribunale gli ha dato ragione. La
sua disobbedienza ha reso pulito il mare". Un "eroe suo malgrado" che si è trovato nella
condizione di dover scegliere tra l'obbedienza a un ordine che avrebbe distrutto il delicato
ecosistema marino e la scelta di disobbedire proteggendo la Natura: un perfetto testimone
per l'Earth Hour 2014 ...
La storia di David Grassi, sintetizzata perfettamente dai Bimbisvegli, è quella di una persona
che ritenne necessario dire di no ad un ordine di un superiore, rispondendo alla sua coscienza
e all'etica.
L’ordine che il tenente di vascello David Grassi, insieme ad altri due colleghi, si rifiutò di
eseguire - e che ha cambiato la sua vita per sempre - era quello di sversare in mare migliaia di litri di liquidi oleosi provenienti dal motore, che si erano accumulati nella sentina; in barba
alla tutela dell’ambiente, al rischio inquinamento e al regolamento internazionale che prevede,
anche per le navi militari, di svuotare le sostanze inquinanti nel porto più vicino e con l’
intervento di una ditta specializzata.
Era il 23 febbraio 2002 e l’allora tenente di vascello, nato a Oristano ma residente da 4 anni a
Livorno, aveva appena compiuto 30 anni, era imbarcato sulla nave da guerra “Maestrale”
impegnata nella missione Enduring Freedom nel corno d’Africa. E soprattutto pensava che le
battaglie più importanti le avrebbe combattute in mare, non certo nelle aule di un tribunale,
tantomeno per riavere indietro la propria dignità dopo essere stato condannato - per quel
«No» - a 15 giorni di arresto e a una macchia che ne ha pregiudicato la carriera fino al
congedo, avvenuto due anni fa.
Invece la guerra civile dell’ufficiale ambientalista è durata 12 anni, un quarto della sua
esistenza, e si è conclusa con una (parziale) vittoria: il Tar di Genova, tribunale al quale si
era rivolto per far valere le proprie ragioni, poche settimane fa ha cancellato quella
sanzione disciplinare ma non gli ha riconosciuto il risarcimento danni che aveva chiesto
tramite il suo avvocato.
«In questo lasso di tempo - racconta Grassi che adesso lavora come ingegnere civile e nel
tempo libero allena i ragazzi di atletica e basket della Libertas Livorno - ho perso molte cose,
a livello personale, familiare e professionale. Ma tornando indietro rifarei quello che ho
fatto, forse non proprio tutto. Ma certamente non ubbidirei a quell’ordine. Perché? Perché è
in certe situazioni che viene fuori chi sei davvero, da dove vieni, e i valori che ti hanno
insegnato i tuoi genitori. E in quel momento non potevo far altro che comportarmi in quel
modo senza abbassarmi alle prepotenze ma reagendo con coscienza. Eppure, dico anche che
l’affetto e l’attaccamento nei confronti della Marina Militare non sono mai cambiati.
Nonostante tutto continuo a credere che le persone nelle quali mi sono imbattuto siano una
minoranza e che quel tipo di mentalità sia in via di estinzione».
Un caldo invito a conoscere dal vivo questa storia ...
della 2C della scuola primaria Rio Crosio (e di tutta la cittadinanza) David Grassi, che così
presentano gli stessi ragazzi: "era un soldato della marina militare, era un ufficiale. Nel 2002
la sua nave perdeva olio e il Capitano ordinò di buttare l'olio in mare. David Grassi si rifiutò e
fu messo in prigione 15 giorni ma, adesso, dopo 12 anni, il tribunale gli ha dato ragione. La
sua disobbedienza ha reso pulito il mare". Un "eroe suo malgrado" che si è trovato nella
condizione di dover scegliere tra l'obbedienza a un ordine che avrebbe distrutto il delicato
ecosistema marino e la scelta di disobbedire proteggendo la Natura: un perfetto testimone
per l'Earth Hour 2014 ...
La storia di David Grassi, sintetizzata perfettamente dai Bimbisvegli, è quella di una persona
che ritenne necessario dire di no ad un ordine di un superiore, rispondendo alla sua coscienza
e all'etica.
L’ordine che il tenente di vascello David Grassi, insieme ad altri due colleghi, si rifiutò di
eseguire - e che ha cambiato la sua vita per sempre - era quello di sversare in mare migliaia di litri di liquidi oleosi provenienti dal motore, che si erano accumulati nella sentina; in barba
alla tutela dell’ambiente, al rischio inquinamento e al regolamento internazionale che prevede,
anche per le navi militari, di svuotare le sostanze inquinanti nel porto più vicino e con l’
intervento di una ditta specializzata.
Era il 23 febbraio 2002 e l’allora tenente di vascello, nato a Oristano ma residente da 4 anni a
Livorno, aveva appena compiuto 30 anni, era imbarcato sulla nave da guerra “Maestrale”
impegnata nella missione Enduring Freedom nel corno d’Africa. E soprattutto pensava che le
battaglie più importanti le avrebbe combattute in mare, non certo nelle aule di un tribunale,
tantomeno per riavere indietro la propria dignità dopo essere stato condannato - per quel
«No» - a 15 giorni di arresto e a una macchia che ne ha pregiudicato la carriera fino al
congedo, avvenuto due anni fa.
Invece la guerra civile dell’ufficiale ambientalista è durata 12 anni, un quarto della sua
esistenza, e si è conclusa con una (parziale) vittoria: il Tar di Genova, tribunale al quale si
era rivolto per far valere le proprie ragioni, poche settimane fa ha cancellato quella
sanzione disciplinare ma non gli ha riconosciuto il risarcimento danni che aveva chiesto
tramite il suo avvocato.
«In questo lasso di tempo - racconta Grassi che adesso lavora come ingegnere civile e nel
tempo libero allena i ragazzi di atletica e basket della Libertas Livorno - ho perso molte cose,
a livello personale, familiare e professionale. Ma tornando indietro rifarei quello che ho
fatto, forse non proprio tutto. Ma certamente non ubbidirei a quell’ordine. Perché? Perché è
in certe situazioni che viene fuori chi sei davvero, da dove vieni, e i valori che ti hanno
insegnato i tuoi genitori. E in quel momento non potevo far altro che comportarmi in quel
modo senza abbassarmi alle prepotenze ma reagendo con coscienza. Eppure, dico anche che
l’affetto e l’attaccamento nei confronti della Marina Militare non sono mai cambiati.
Nonostante tutto continuo a credere che le persone nelle quali mi sono imbattuto siano una
minoranza e che quel tipo di mentalità sia in via di estinzione».
Un caldo invito a conoscere dal vivo questa storia ...