Calosso vuole valorizzare l'area naturale di Paludo



Il Comune di Calosso sta lavorando alacremente per tutelare l'area naturale di Paludo, grazie alla spinta che in questi anni ha visto l'Associazione "Amici di Calosso" promuovere iniziative di estrema importanza. Nata nel 2010 per gestire la ormai famosa festa del Rapulé, l'associazione è guidata dal suo presidente Adriano Da Re e, come anima verde, da Paolo Baldi. Il primo progetto attuato è stato il "Paese dei nidi", intervento artistico di personalizzazione delle casette per uccelli che ha creato una mostra itinerante in tutta Italia. Il grande successo ottenuto da questa iniziativa, ha permesso di bandire un'asta il cui ricavato è stato messo a disposizione del Comune per l'acquisto dell'area di Paludo ...

Si tratta di una porzione di territorio umido ai confini con Agliano Terme e Costigliole d’Asti, collocata tra il laghetto Sant’Agnese e alcuni canneti naturali di cannuccia di palude. Un'area di grande interesse naturalistico e tappa di sosta nella rotta migratoria, dal Nord Europa all'Africa, di diverse specie di uccelli tra cui il migliarino di palude, lo storno, il pettazzurro e lo strillozzo.
La località si può raggiungere da:
- Costigliole d'Asti, procedendo dalla provinciale Asti-Nizza in direzione di Nizza Monferrato, si svolta a dx dopo aver superato località Valcioccaro;
- Calosso, procedendo lungo un sentiero che scende da San Bovo - Sant'Anna lungo Valle Fausano che degrada appunto a Paludo;
- percorrendo via Agliano che collega la provinciale Asti-Nizza a località Piana del Salto di Calosso.

La scarsa densità abitativa, la presenza di ampie valli, tra cui spicca la lussureggiante Valle Fausano di Calosso, e l’esercizio di una coltivazione di fondovalle non particolarmente intensiva hanno fatto sì che i canneti, nel tempo, si siano canditati ad essere un importante sito dormitorio invernale ed estivo di diverse specie ornitiche.
Questa diversità biologica è testimoniata dall’importante attività di inanellamento a scopo scientifico che si svolge da alcuni anni grazie alla faticosa opera di esperti inanellatori, autorizzati dall’ISPRA e volontari della delegazione astigiana della LIPU.

Il Comune di Calosso ha deciso di tutelare, preservare ed utilizzare questa area naturale ed ha invitato i proprietari dei fondi a mantenere l'ambiente esistente, evitando interventi che possano alterare le caratteristiche del luogo, ed ha ipotizzato di collocare alcuni capanni osservazionali, senza impegnare investimenti per le casse comunali, ma utilizzando solo eventuali ricavi provenienti da sottoscrizioni private.
Si intende inoltre incentivare la fruizione turistica sostenibile della località effettuando il miglioramento della rete viaria costituita da strade comunali, in parte sterrate, che si intendono mantenere tali e strade vicinali/interpoderali. Qualora necessario si effettuerà la manutenzione dei fossati in modo tale da favorire il deflusso delle acque nell’attento rispetto della vegetazione di ripa e dell’habitat circostante fuori dal periodo di riproduzione per specie che, come il Saltimpalo, vi nidificano frequentemente.
Il progetto è dunque di creare sentieri e itinerari per un tipo di turismo "colto", che possa godersi appieno la bellezza di un territorio ricco di vere e proprie perle naturalistiche.

Tra le presenze naturali di rilievo, vi sono le orchidee selvatiche che sono state avvistate e catalogate nel Comune di Calosso. Un lavoro certosino ha permesso, dal 2009, di individuarne circa dieci specie denotando, così, un alto grado di biodiversità di un territorio che deve essere sempre più tutelato e promosso, come sottolinea Paolo Baldi: "Un volta individuate le orchidee, in collaborazione con il Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee, contattiamo i proprietari del terreno informandoli della corretta gestione della pianta. In questo modo si preserva la biodiversità e, allo stesso tempo, si crea un'interessante valorizzazione per i proprietari".

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