di Alessandro Mortarino.
Andreas Kypar, uno dei maggiori architetti paesaggisti europei, è stato l'ospite d'onore dell'edizione 2013 di A.S.T.I. Fest, in cui ha ricevuto il primo premio dell'Ordine degli Architetti astigiani dedicato alla memoria del compianto Fabrizio Gagliardi. Nella sua sintetica ed esaustiva "lectio magistralis", Kypar ha indicato quelle che ritiene essere le due principali priorità paesaggistiche odierne: no al consumo di suolo e grande attenzione agli spazi "vuoti", autentico elemento di socialità quotidiana ...
Lo abbiamo ascoltato con grande soddisfazione, ovviamente, perchè una voce autorevole come la sua non può che aggiungere un altro - ennesimo - segnale di valore a quella che da anni sosteniamo essere la strada maestra tanto nella progettazione urbanistica quanto in quella della ridefinizione degli angoli di vita autenticamente sostenibile.
E che dimostra come la cultura avanzante - anche quella dei professionisti del settore - punti ormai al recupero e alla rigenerazione dell'esistente e chiuda la strada non più percorribile al nuovo edificabile.
Mi verrebbe da aggiungere che oggi tutti lo sostengono con forza: cittadini, professionisti, operatori economici del comparto edile. Mancano solo gli amministratori pubblici e le forze politiche, "terrorizzati" dall'idea di dover fare scelte che possano non piacere a qualcuno !
Molto interessante anche la considerazione sugli spazi liberi, che Kypar ha definito come i "vuoti" di un passaggio che non necessariamente devono essere "riempiti". Per essere più chiaro, Kypar ha mostrato alcune slide riguardanti progetti già realizzati, dove anzichè inserire elementi arborei o infrastrutturali all'interno di aree verdi cittadine, si è scelto di mantenere prati o ampi spazi liberi, oggi meta di presenze costanti di cittadini alla ricerca di silenzio, relax, disimpegno. Luoghi dove ritrovare il senso della riflessione e il dialogo con le proprie anime.
Una ottima proposta, perchè da tempo siamo contornati di progetti urbanistici e paesaggisti che tendono a voler considerare i "vuoti" come ambiti da non lasciare tali: l'obiettivo della "riduzione del consumo di suolo" porta con sè la possibilità di costruire in aree in cui rendere ancor più densi gli spazi già densi, salvaguardando le aree libere. Ma anche gli spazi liberi in aree dense hanno un loro senso (civico, sociale, naturale) e come tali devono essere rispettati e soppesati.
Una lezione che guarda al futuro. Per chi ha compreso che non si deve più soltanto osservare il passato ...