di Franco Ortolani, Ordinario di Geologia dell'Università di Napoli Federico II e direttore del Dipartimento di Scienza del Territorio.
Prendo dalla rete (fanpage) le seguenti informazioni: “l’inceneritore – previsto dalla legge 26 del 2010 votata dal governo Berlusconi e scritta ai tempi da Guido Bertolaso – servirebbe a smaltire le ecoballe fuori norma accatastate tra Giugliano, Villa Literno, Caivano ed altri siti in giro per la regione Campania.
6 milioni di tonnellate di ecoballe sono quelle accatastate nel deposito di Taverna del Re che si trova proprio a Giugliano ...
Quelle balle, che di “eco” hanno ben poco, sono il frutto del disastro perpetrato dalla Fibe-Impregilo nella gestione del ciclo dei rifiuti negli anni zero, quelli caratterizzati dalla gestione del commissariato straordinario da parte di Antonio Bassolino. Il processo “Bassolino – Impregilo” imbastito dai pm Noviello e Sirleo, che si fonda in parte proprio sulla produzione di quelle ecoballe, si è concluso poche settimane fa con la prescrizione per Bassolino ed una condanna a 2 anni e 4 mesi per Piergiorgio Romiti. Per l’azienda invece niente prescrizione ma bisognerà attendere gli altri gradi di giudizio.
Intanto però le ecoballe sono sempre parcheggiate lì e l’assessore Romano ha ben pensato di affidare ad un inceneritore il suo smaltimento. Giugliano è tra i luoghi più avvelenati della Campania, sono ben 15 le discariche abusive con presenza di rifiuti tossici censite intorno al solo deposito di Taverna del Re. Per bonificare solo le due discariche Resit occorrerebbe una cifra intorno ai due miliardi di euro! Un territorio che pagherà a caro prezzo il pesante inquinamento dovuto allo sversamento di rifiuti tossici e non. Secondo i periti della Procura della Repubblica di Napoli proprio nella zona di Taverna del Re la falda acquifera dal 2064 sarà irrimediabilmente compromessa e l’acqua di conseguenza non sarà più potabile”.
E’ importante fornire un quadro oggettivo delle più significative caratteristiche geoambientali generali dell’area che risentirà degli impatti derivanti dal funzionamento dell’inceneritore per un lungo periodo. Non avendo alcun conflitto d’interesse fornisco un primo quadro.
Prima di tutto vediamo le distanze dai siti “sensibili e significativi” vicini. L’inceneritore sarà realizzato a circa 76 m. dal centro di Giugliano; a circa 70 da quello di Villaricca e a circa 380 m. da quello di Qualiano che risulta l’area urbana più vicina.
A 25 m. di distanza e a 2300 m. si trovano rispettivamente il Centro Commerciale di Giugliano ed il Mercato Ortofrutticolo. Tra 1 e 2 chilometri di distanza si trovano varie discariche (tra cui la RESIT) e depositi di balle. Tutti i siti citati si trovano in prevalenza sottovento e saranno interessati dalla dispersione di particelle varie emesse dal futuro impianto come si riscontra nelle immagini tecniche prodotte, dove sono state preliminarmente delineate le aree prevalentemente sottovento in relazione ai venti che spirano per più tempo nel corso dell’anno.
Sulla carta idrogeologica della Campania elaborata da Celico et al. È stata riportata l’ubicazione dell’inceneritore che sarà realizzato alla quota di circa 60 m sul livello del mare; nel sito la falda idrica sotterranea si rinviene tra +10 e +15 m. sul livello mare, quindi l’impianto si troverà al di sopra di essa di 50-45 m. Il deflusso sotterraneo della falda avviene, nella zona, verso nord ovest, cioè verso il Lago Patria.
In base alle stratigrafie di vari sondaggi eseguiti nell’area è stata ricostruita la stratigrafia del sottosuolo.
Il sottosuolo è costituito da piroclastici sciolte poggiante sul tufo chiamato Ignimbrite Campana (circa 40.000BP) a sua volta giacente su piroclastiti, brecce vulcaniche e alluvioni di età più antica di 40.000BP.
Le cave di vulcaniti sono state successivamente trasformate in discariche a fossa abusive e autorizzate per cui è impossibile controllare la presenza ed integrità del sistema impermeabilizzante né è possibile effettuare manutenzione. In tale quadro sarebbe un miracolo se non avvenisse dispersione di percolato verso la sottostante falda.
Il suolo agricolo naturale deriva da piroclastiti, è sciolto e facilmente lavorabile e rappresenta uno dei suoli più fertili al mondo! Le attività agricole si avvantaggiano dell’irrigazione praticata con centinaia di pozzi. Oltre alla dispersione di rifiuti solidi e liquidi inquinanti sul suolo, al loro incenerimento ripetuto e al loro diffuso interramento è stata praticata anche la dispersione di rifiuti liquidi in falda mediante vari pozzi assorbenti!
Questo è un primo quadro geoambientale dell’area dove si praticano anche attività agricole e ortofrutticole di qualità. Si tratta di un territorio pianeggiante dal suolo fertile e facilmente lavorabile, con una abbondante falda agevolmente raggiungibile con i pozzi: un vero e proprio monumento naturale.
Le diaboliche e criminali attività dei predatori a due gambe hanno duramente intaccato tali caratteristiche ma non le hanno cancellate.
Amministratori, eletti dai cittadini, che devono rispettare anche lo Statuto Regionale che impone moralmente di tutelare le risorse ambientali e naturali devono essere degni di essere chiamati amministratori e difensori dei cittadini e pensare in positivo attuando un piano teso alla tutela di quanto non è inquinato e al restauro del territorio finora degradato. Pri ma di tutto devono entrare nell’ottica che tale territorio deve essere riconquistato alla legalità e messo sotto il controllo reale delle istituzioni civili e militari.
Sinceramente sono convinto che la maggior parte delle persone che finora la maggioranza dei cittadini ha eletto, come loro rappresentanti nelle varie istituzioni, non siano al servizio dei cittadini ma siano, di fatto, al servizio di entità aliene e autoctone diabolicamente interconnesse per aggiungere degrado a quello esistente sperperando fiumi di denaro pubblico rifornito dalle tasse dei cittadini!
Sono convinto che con teste simili non si possa imboccare la via del restauro del territorio e della salute dei cittadini. I cittadini devono convincersi che quelli perseguiti finora dalla maggioranza degli elettori sono “stili di vita cancerogeni” che devono essere abbandonati: mai più i cittadini devono eleggere “predatori” del bene comune, della salute, delle risorse naturali di importanza strategica.