Belbo: il contratto di fiume in stallo



Se la qualità delle acque del Belbo non migliorerà entro il 2015 arriveranno le multe della Unione Europea e saranno tutti a pagarle, non chi continua ad inquinare.
L’associazione Valle Belbo Pulita esprime il suo disappunto e sorpresa per la mancata approvazione del regolamento degli scarichi che sembrava essere stato approvato a fine Maggio nella riunione della Cabina di Regia del Contratto di Fiume per il Belbo ...

Il Contratto di Fiume è un accordo liberamente sottoscritto dai portatori di interessi e in particolare dalle numerose strutture amministrative che hanno giurisdizione sulla gestione delle acque e della loro qualità. Il primo punto del programma di lavoro è appunto la definizione di un regolamento degli scarichi. Due anni di lavoro non sono ancora bastati per ottenere questo primo risultato e l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) n. 4 di Cuneo ha definitivamente dichiarato di non volerlo approvare.  

La decisione è molto grave per due ordini di ragioni: dopo due anni di intenso lavoro e di consultazioni approfondite si era giunti ad un accordo, la provincia di Cuneo dimostra ancora una volta di non voler risolvere i problemi, tanto chi li subisce sono i cittadini di altre provincie; la legislazione Europea impone di raggiungere un buono stato ecologico e chimico delle acque entro il 2015: in mancanza di tale miglioramento la Unione Europea sarà costretta a multare la Regione Piemonte riducendo i finanziamenti comunitari distribuiti attraverso il Piani di Sviluppo Regionali. Lo stallo a cui la Provincia di Cuneo ci ha portati verrà quindi pagato dalla comunità intera, non da chi dimostra di non avere interesse nell’ambiente né alla qualità della vita di tutti coloro che vivono nella valle Belbo.

Il problema nasce anche dalla frammentazione delle responsabilità e dalla mancanza di un organismo unico che sia responsabile della gestione delle acque del torrente Belbo e del rio Tinella che ne rappresenta il maggiore affluente. Per dare un esempio è sufficiente ricordare che sul rio Tinella, nei 10 chilometri tra Neive e S. Stefano Belbo, cambiano 5 volte le amministrazioni pubbliche comprese, le Provincie, gli A.T.O, e le A.R.P.A. Questo rende i controlli e la gestione difficili se non impossibili. Di questa situazione ne approfittano gli inquinatori che scaricano illegalmente acque inquinate nel fiume, sia direttamente che attraverso sistemi di depurazione vecchi ed inefficienti.  

La Regione Piemonte ha chiesto alla Commissione Europea di spostare il termine per ottenere una qualità delle acque classificabile come ‘Buono’ per il Belbo al 2021 ‘guadagnando’ quindi 6 anni e ha giustificato tale richiesta con la esistenza del Contratto di Fiume: se però il contratto di Fiume non ottiene risultati, che motivo ha l’Unione Europea di concedere tale proroga?

Tale proroga e tale dimostrata incapacità degli amministratori di gestire il territorio e l’ambiente, inoltre, non aiuterà certo la candidatura Unesco dei nostri territori, attraversati in molti tratti dal torrente Belbo.

Valle Belbo Pulita al fine di promuovere il miglioramento della qualità delle acque e dell’ambiente vallivo, intende dare il proprio contributo propositivo e pragmatico.

Penso che con un po’ di buona volontà ci si debba nuovamente sedere vicino ad un tavolo, senza quei pregiudizi“ dichiara Giancarlo Scarrone, Presidente di Valle Belbo Pulita ”che hanno finora impedito di ottenere risultati apprezzabili rispetto agli obiettivi posti dal Contratto di Fiume”.
“Si potrebbero forse trovare soluzioni diverse riguardanti il regolamento degli scarichi proposto
” prosegue il Presidente “mantenendo fermo l’obiettivo di ottenere gli stessi miglioramenti della qualità delle acque, ma senza snaturare gli obiettivi che il regolamento attuale propone”.

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