Un'indagine dell'Associazione culturale Comunica, all'interno di Verdeterra 2013, fotografa in modo impietoso le scarse cognizioni dei cittadini di Asti su alcuni aspetti ambientali quotidiani. Gli astigiani sembrano non sapere ciò che tutti dovrebbero conoscere: in quale discarica finiscono i loro rifiuti, a che punto è la raccolta differenziata, che cosa accadde pochi anni fa alle falde acquifere di San Fedele, l'attuale grado di inquinamento atmosferico cittadino ...
L'indagine è stata condotta su un campione contenuto (150 interviste) e dunque è bene considerare le risposte non alla stregua di un test statisticamente rappresentativo ma come un puro elemento utile per stimolare una necessaria discussione, come correttamente ha commentato la stessa Laura Nosenzo, "anima" dell'associazione Comunica. Si tratta, però, certamente di un segnale di come la cultura ambientale popolare attraversi un periodo di forte disattenzione, che interroga direttamente non solo le coscienze civiche individuali ma anche (soprattutto ...) le responsabilità degli amministratori pubblici, del mondo dell'informazione, dello stesso mondo ambientalista.
Le domande poste ai cittadini di Asti sono state sette, due sole hanno ottenuto la giusta risposta dalla maggioranza degli intervistati.
1. In quale discarica vengono portati i rifiuti di Asti ?
La risposta esatta è stata fornita dal 21,33 % del campione, che non ha saputo indicare Cerro Tanaro come luogo di "attracco" dei nostri rifiuti. Gran parte delle risposte hanno indicato come risposta la discarica di Valle Manina (ormai abbandonata da anni), mentre in molti hanno risposto indicando le aziende Gaia o Asp oppure l'Ecocentro ...
2. Che cos'è Villa Paolina ?
Il 60 % ha risposto nel modo giusto: un centro di educazione ambientale/oasi Wwf. Curiose diverse risposte: "si tratta di un doposcuola"; "una casa di riposo"; "un centro faunistico"; "un luogo dove si festeggiano i compleanni" ....
3. A fine 2012 su quale percentuale di raccolta differenziata siamo arrivati ad Asti ?
Appena il 18,67 % ha azzeccato la risposta corretta (differenziata al 60 %). Le risposte hanno spaziato dal 10 % all'82 %. I più preparati sono sembrati i meno giovani e nelle videointerviste registrate è parsa palese l'assoluta difficoltà dei più giovani nel districarsi su un tema evidentemente loro distante e che gli anziani hanno ampiamente commentato con frasi di questo tipo: "io faccio la differenziata, ma i miei vicini no"; "noto che i sacchetti dell'organico sono sempre in diminuzione"; "è inutile che io separi correttamente i rifiuti quando gli altri non lo fanno" ...
4. Dove potrebbe nascere la centrale idroelettrica di cui si sta discutendo in questi mesi ?
Solo il 36 % ha correttamente indicato il luogo, cioè il lungo Tanaro. Molto variegate (e casuali) le risposte che hanno indicato il lungo Borbore così come luoghi lontani dalle vie fluviali ...
5. Le parole "San Fedele" e "cromo esavalente" che cosa le ricordano ?
Dopo una sorta di oblio totale (sindrome da rimozione ? ...) registrato nelle prime interviste, alla fine la giusta risposta ha sfiorato il tetto del 50 %, assestandosi al 46,67 %. Significa che un cittadino (abbondante) su due non ha più memoria di quel grave fenomeno di inquinamento delle falde acquifere e, dunque, non sa nulla di come sia proseguito l'iter giudiziario e di bonifica. Passata l'emergenza, il problema non è più un problema ? ...
Ricordiamo che si tratta del più grave caso di inquinamento di falda verificatosi in quegli anni, che portò alla dichiarazione dello stato di emergenza. L’inquinamento proveniva - e proviene tutt’ora - dal sito industriale ex-Way-Assauto da cui furono rilasciati cromo esavalente e solventi clorurati, entrambi sostanze cancerogene; nonostante la gravità della situazione, non è stata fatta una seria indagine epidemiologica da parte delle autorità sanitarie competenti e si è dunque persa, finora, la possibilità di creare un "modello di bonifica", utile non soltanto per "arricchire" le società di consulenza ambientale coinvolte, ma invece da proporre ed esportare in altri siti inquinati in modo analogo: in Italia ne esistono tanti.
6. Qual è la qualità dell'aria che respiriamo ad Asti ?
Pessima, Asti è tra le città più inquinate d'Italia. Ma solo il 38,67 % degli astigiani pare esserne a conoscenza. Tanto che la risposta più gettonata è stato un salvifico "da me è abbastanza buona" ...
7. Può indicare il nome di una strada percorsa dalla pista ciclabile di Asti ?
E' una domanda che ha molto stupito gli intervistati che, sbigottiti, hanno iniziato a pensarci a fondo e - quasi sempre - hanno trovato la risposta preceduta da "ad esempio vicino a casa mia, in via ...": il 70 % ha fornito la risposta giusta.
Bene, siamo a settembre e gli esami di riparazione ormai sono conclusi. Siamo tutti pronti per iniziare un nuovo anno scolastico/ambientale che, evidentemente, non deve prevedere un programma da facoltà universitaria ma all'insegna dell'abc: ambiente bene comune ...
La strada è in salita e il Dio Economia vuole scacciare per sempre il Dio Ecologia: ognuno di noi faccia la sua parte ... (ce n'è un gran bisogno !).