Con la conclusione dell’attività venatoria, nella ormai commissariata Provincia di Asti si sono tirate le somme e si è scoperto che i conti non tornano.
I danni da cinghiale sono aumentati in molte aree, ma non ovunque; lo sono per lo più dove a cacciare sono squadre di cinghialari che da anni non intendono seguire le regole da loro sottoscritte e così vi sono zone, per esempio in Alta Langa, dove l’incapacità dei cacciatori nel contenere i cinghiali ha portato a circa 16.000 euro di danni alle colture in un anno, ma nello stesso territorio - anche negli anni precedenti - i danni non mancavano ed erano tra i più alti nella Langa astigiana ...
La Provincia, nel tentativo di porre un freno ai danni, visto che anche dalla Regione di soldi per i risarcimenti non ne arriveranno più, ha lanciato un grande programma "innovativo e di sicuro successo": anziché chiedere alle squadre di contribuire al rimborso dei danni dovuto agli agricoltori (come farà per esempio l’ATC AT2), ha deciso di premiare tutti i cinghialari estendendo di fatto la stagione venatoria fino ad aprile, chiedendo loro di andare a caccia tre volte la settimana e di uccidere almeno 3 cinghiali ad uscita.
E se non ci riusciranno ? Beh poco male, tanto i danni li si pagherà con le tasse di tutti.
Non solo: il geniale piano della Provincia ha istituito tre (per il momento) nuove squadre di "esperti" cinghialari (non è chiaro da chi siano stati selezionati e in cosa siano esperti), che si sono gentilmente offerti di essere di supporto alle squadre in difficoltà. Quindi a stagione venatoria chiusa non solo avremo in giro più cacciatori di quanti ne avevamo a caccia aperta (per chi non lo sapesse è anche in corso la selezione dei caprioli fino a metà marzo), ma avremo anche squadre miste composte da persone che non hanno mai cacciato assieme e di cui un certo numero non conoscono in dettaglio le zone in cui cacciare: non esattamente un modo per operare in sicurezza.
Come ciliegina sulla torta la Provincia ha autorizzato l’uso della carabina ad anima rigata: un "giocattolo" con oltre 4 km di tiro utile messo in mano anche a chi non conosce l’area dove dovrà operare, tutto questo con buona pace di chi sperava nella realizzazione e utilizzo delle gabbie di cattura più volte promesse dalla Provincia e rimaste sulla carta.
Le associazioni venatorie, felici, plaudono; agricoltori, operatori turistici e semplici escursionisti un po’ meno, alla faccia del riconoscimento a sito Unesco e delle velleità turistiche di cui i politici si riempiono la bocca, lasciando poi il territorio in balia delle sparatorie!
Le associazioni LIPU e WWF invitano la Provincia a documentarsi, in quanto studi scientifici indicano che con la chiusura della caccia al cinghiale i danni diminuiscono mentre l’attività venatoria, destrutturando i branchi, causa un aumento del tasso riproduttivo dei cinghiali.
E invitano la popolazione a rinchiudersi in casa ...