di Lucio Zotti.
Seconda seduta della commissione urbanistica di Asti a "squadra allargata", cioè alla presenza dei cittadini iscritti all'apposito albo per la partecipazione democratica. All'ordine del giorno due soli punti, squisitamente tecnici, in attesa della prossima seduta che si concentrerà sul nodo della variante frazionale. Ma un po' di proposte analitiche emergono anche in questa occasione, perchè parlare di Piano di Assetto Idrogeologico significa ragionare di Tanaro, di argini e di una alluvione non lontana ...
Sintesi del dibattito della Commissione Urbanistica del 13 febbraio 2013.
Era presente la maggioranza dei componenti della Commissione Urbanistica, nonché alcuni cittadini che avevano chiesto di entrare a far parte del gruppo per la trasparenza, partecipando alla discussione, senza diritto di voto.
Gli argomenti all'ordine del giorno erano due:
1. Approvazione del PAI (Piano di Assetto Idrogeologico);
2. Approvazione di un progetto denominato “Rasero Tende”.
In merito al primo punto ha relazionato brevemente l'architetto De Marchis e, a seguito di alcune domande dei cittadini presenti, si è innescata una discussione abbastanza accesa.
In pratica la Commissione doveva approvare, prendendone solo atto, vista la complessità e la difficoltà di comprensione dell'argomento, del Piano Assetto Idrogeologico, così come modificato dalla Regione.
L'arch. De Marchis ha precisato che il documento ha avuto una lunga storia a partire dal 2003 fino al 2012.
E' stata presa in visione, a titolo di esempio, la variante Regionale interessante le previsioni urbanistiche del quartiere San Fedele: la Regione ha ulteriormente ridotto la già bassa capacità di costruire in corrispondenza della curva del fiume Tanaro, in zona interna agli argini, subito dopo il quartiere San Fedele.
A quel punto il sottoscritto ha chiesto se la Regione avesse previsto un rafforzamento degli argini presenti, considerato che dal 1994 (anno dell'alluvione) ad oggi il numero di abitazioni lì costruite è decuplicato (con notevole impermeabilizzazione del terreno) e viste, inoltre, le implicazioni che le variazioni climatiche stanno progressivamente apportando al regime pluviometrico di tutte le regioni italiane, Piemonte compreso.
Il professor Bianchino ha obiettato che il progetto era stato affidato (e profumatamente pagato) ad una Società di professionisti molto seri e che il mio era un falso allarmismo (quasi terrorismo psicologico). Io ho risposto che, secondo me, i calcoli probabilistici costruiti tenendo conto degli eventi del passato (tempi di ritorno di 300/500 anni), forse non sono così affidabili.
Infatti il regime pluviometrico sta cambiando seguendo una legge addirittura di tipo esponenziale. Già uno studio da me condotto nel lontano 1996, con la Facoltà di Geo-Fisica presso l'Università di Genova, prendendo come riferimento i dati pluviometrici dei 110 anni precedenti, dimostrava in maniera molto chiara ed inoppugnabile che il numero di giorni secchi sta progressivamente aumentando e per contro quello dei giorni piovosi sta diminuendo secondo la stessa progressione.
Il fatto però che la media delle precipitazioni annue rimanga invariato, comporta che la medesima quantità di pioggia si riversi sulla superficie in maniera molto più concentrata.
Per studiare il fenomeno è stato creato un indice che si chiama Tasso di precipitazioni annue, il quale sta appunto crescendo in maniera esponenziale.
Quale sarà il risultato di questo fenomeno non credo nessuno potrà prevederlo, quindi io non condivido la sicurezza ostentata dal prof. Bianchino, in merito alla tenuta degli argini della città di Asti.
Conoscete il nuovo fenomeno delle “bombe d'acqua” mai visto prima in Italia, che a Genova lo scorso anno ha provocato alcune vittime?
In ultimo mi sento di aggiungere che nei modelli matematici utilizzati per calcolare l'innalzamento dei livelli piezometrici dell'acqua in caso di alluvioni, spesso viene inserito come valore della densità dell'acqua 1 kg/dm3, quando in realtà in caso di alluvione nell'acqua viaggiano carcasse di automobili, frigoriferi, lavatrici ecc. alterando in maniera significativa il profilo di flusso dell'acqua.
Infine, una sorpresa è stata scoprire che al Comune sono affidate competenze in materia di controllo dell'integrità degli argini (mentre quelle generali sono affidate all'Autorità di bacino).
Sapete a chi è affidato questo delicatissimo compito? Ai volontari della Protezione Civile!!!
Non sarebbe il caso di istituire oppure di destinare a questo compito un Ufficio del Comune?
Per quanto concerne i costi, pensate a quali sarebbero i costi in termini economici e soprattutto umani se si dovesse ripetere un'alluvione quale quella del 1994?
Ricordo ancora e le ricorderò sempre le persone che, (viste dal mio balcone) per una notte ed un giorno sono state sul tetto della loro casa circondata dall'acqua ad altissima velocità, con le onde che lambivano i coppi, in attesa che un elicottero li portasse in luogo sicuro (arrivato a mezzogiorno del giorno successivo).
Spero che la mia richiesta di rafforzamento degli argini sia accolta, o quantomeno sia ispiratrice di ulteriori e positive discussioni.