Era atteso da settimane ed è finalmente giunto il parere della Regione Piemonte relativo al nuovo tracciato della Tangenziale Sud Ovest di Asti, riassunto in un corposo documento che, dopo avere elencato una lunga sequela di elementi fortemente critici, si conclude in senso positivo e suggerisce ai Ministeri (Ambiente e Infrastrutture-Trasporti) la decisione per il prosieguo dell'iter procedurale. Un "sì, dunque, ma", a ben guardare ...
Il documento della Regione ripercorre, infatti, tutte le tappe salienti dell'annoso percorso di questo progetto e mette nero su bianco molte informazioni che alle organizzazioni ambientaliste non erano finora mai pervenute e che comprendono giudizi tecnici via via esaminati dagli organi coinvolti nella procedura, assolutamente simili alle "osservazioni" più volte presentate da singoli cittadini e associazioni.
Proviamo a metterle sommariamente in luce, in attesa che il Comitato Tso commenti in modo maggiormente articolato la posizione della Regione.
UN PO' DI STORIA PROCEDURALE ...
Il progetto attualmente presentato (in data Agosto 2009) prevedeva la realizzazione, a sud-ovest della città di Asti, di un collegamento tangenziale tra la SR 10 (a nord, in prossimità dello svincolo di Asti ovest della A21) e la futura autostrada AT-CN (a sud), che permettesse al contempo una serie di collegamenti con la rete viabilistica locale e con l’ospedale cittadino.
L’infrastruttura si sarebbe snodata per una lunghezza complessiva di 5,329 km e avrebbe dovuto contemplare: una galleria della lunghezza di circa 1,4 km, per l’attraversamento della collina di S. Pietro, un viadotto della lunghezza di circa 1300 mt per l’attraversamento del fiume Tanaro, due attraversamenti del Torrente Borbore, uno svincolo per la connessione con la futura autostrada Asti-Cuneo a sud. In questa sua parte terminale l’infrastruttura avrebbe interessato il territorio del SIC Stagni di Belangero.
Il tutto prevedendo una sezione stradale variabile: a due corsie più emergenza per senso di marcia per la parte di innesto sulla futura autostrada Asti-Cuneo e per il tratto in galleria; ad una corsia per senso di marcia per il resto del tracciato.
La prima Conferenza dei Servizi e, successivamente, il Ministero dell'Ambiente indicarono alcune loro perplessità sulla variabilità di sezione stradale e sulle possibili ripercussioni sulla sicurezza dell’infrastruttura e richiesero all'ANAS il perfezionamento degli atti ai fini dell’attivazione della propria procedura di VIA sul progetto presentato.
Il 19 settembre 2010 la Commissione Tecnica VIA-VAS del Ministero dell’Ambiente chiese all'ANAS la presentazione di documentazione integrativa sospendendo di fatto il procedimento nazionale. Tale documentazione fu finalmente consegnata dalla Società concessionaria Asti-Cuneo SpA che si scordò, però, di renderla pubblica e fu prontamente sollecitata a farlo dalla stessa Commissione, che richiese anche una cartografia generale di confronto tra le alternative di tracciato.
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali il 14 ottobre 2011 espresse formalmente un parere sfavorevole al progetto presentato, ritenendo non mitigabile l’impatto sui vari aspetti della componente paesaggistica, rilevando come la soluzione in ultimo prospettata (riduzione dell’intero tracciato ad una sola carreggiata), pur non apparendo come risolutiva delle criticità riscontrate, non fosse stata comunque accompagnata da un adeguato aggiornamento dello Studio d’Impatto Ambientale.
Propose inoltre l’approfondimento di una alternativa progettuale all’interno del contesto urbano mediante adeguamento della strada lungo Borbore, ristrutturazione di C.so Savona e raddoppio del ponte esistente, di cui chiese approfondimenti all'ANAS.
La Regione Piemonte, invece, espresse il proprio parere di massima positivo al progetto di strada extraurbana come in ultimo ipotizzata, che consentisse prioritariamente una distribuzione del traffico locale e il collegamento con le infrastrutture autostradali (A21 ed A33), condividendo la mancanza di adeguamento dello Studio d’Impatto Ambientale, ma ribadendo come la soluzione prospettata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali fosse stata a suo tempo esclusa dalle amministrazioni locali interessate, per problemi idraulici e geometrici, e ritenendo invece opportuno, così come anche richiesto dalle stesse amministrazioni, una riprogettazione dello svincolo di Rocca Schiavino al fine di consentire un collegamento anche alla viabilità provinciale riducendo al contempo l’impatto ambientale e paesaggistico delle opere sulle aree del SIC Stagni di Belangero.
Nella seconda riunione presso la Commissione Tecnica di Valutazione VIA-VAS tenutasi il 2 marzo 2012, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, vista la mancanza di elementi progettuali innovativi, ribadì le proprie posizioni e dichiarò la propria intenzione a chiudere il procedimento in corso.
L'Organo Tecnico regionale ritenne che il progetto di TSO, pur essendo previsto dal PRGC della Città di Asti, evidenziasse un tracciato che si discostava per alcune parti da quello contenuto nello stesso PRGC, per cui analizzando le aree normative coinvolte dal tracciato viario si evidenziava la non conformità del progetto rispetto alle previsioni urbanistiche, ma la sua compatibilità.
Considerato che ai fini del perfezionamento dell’Intesa Stato-Regione la valutazione regionale deve poggiare sulle valutazioni dell’Amministrazione Comunale (per legge titolare delle funzioni di pianificazione sul proprio territorio), l'Organo Tecnico riferiva del parere favorevole della Città di Asti alla soluzione di infrastruttura con categoria di tipo C1, mentre in merito alle alternative di tracciato approfondite dal proponente con le integrazioni presentate in data 27.06.2011, il Comune di Asti evidenziava come l’alternativa 1 risultasse certamente meno impattante sul tessuto urbanizzato di C.so Savona e relative aree normative di PRGC.
GLI ASPETTI CRITICI DEL PROGETTO
Secondo la Regione Piemonte, il progetto ha attualmente parecchi punti critici che devono essere analizzati e risolti. A nostro parere, la "montagna" di rilevazioni suggerite dall'Ente comportano una chiara situazione: il progetto deve essere rifatto e ripresentato. Al momento potremmo dire che il progetto che ha ottenuto il preventivo parere positivo della Regione non esiste: altro che parere positivo !
In assoluta sintesi ecco le principali rilevazioni mosse dalla Regione al progetto, che indica "opportuno studiare l’accessibilità diretta della nuova infrastruttura alla S.P. 59 (Asti – Isola d’Asti) in corrispondenza dello svincolo di innesto sull’Autostrada Asti-Cuneo (Rocca Schiavino), fornendo in tal modo un’utile alternativa al solo collegamento con l’autostrada e garantendo nel contempo l’utilizzo del ponte sul Tanaro al traffico locale quale alternativa alla viabilità di C.so Savona (la cui riprogettazione andrebbe valutata al fine di portare una sensibile riduzione dell’impatto ambientale)".
1. Attraversamento del fiume Tanaro
Per l’attraversamento del Fiume Tanaro, le indagini idrauliche e geomorfologiche effettuate vanno meglio approfondite per verificare appieno tutte le possibili criticità relative alla stabilità degli argini e a fenomeni di erosione dell'alveo.
2. Attraversamento del fiume Borbore
Anche gli studi sul torrente Borbore devono essere rivisti; in particolare si evidenzia che le aree di esondazione definite dallo studio idraulico risultano decisamente meno estese rispetto a quelle verificatesi in seguito all’alluvione del novembre 1994 e rispetto a quelle determinate dalle analisi idrologico–idrauliche dell’Amministrazione comunale di Asti e di cui occorrerebbe tenere conto ai fini della progettazione.
E, addirittura, si segnala che "in destra idrografica, a monte del tratto indagato idraulicamente, è presente un alveo abbandonato ma potenzialmente riattivabile, di cui tuttavia la progettazione non sembra tenere conto".
Del viadotto sul Borbore, inoltre, viene segnalata la non condivisione della collocazione di una pila in corrispondenza dell’alveo inciso.
Si rileva infine che "la parte di tracciato in fregio al Rio Rilate (ovvero quella che ha origine dalla rotatoria di intersezione con la SR 10) si sviluppa su di un area soggetta alla dinamica fluviale dello stesso rio e si ritiene non siano stati presi tutti gli accorgimenti necessari per minimizzare i rischi di allagamento della carreggiata".
3. Aspetti geotecnici
La documentazione esaminata dalla Regione "non comprende le prove di taglio per la definizione dei parametri geotecnici in termini di sforzi efficaci e presenta inoltre alcune incongruenze tra parametri geotecnici utilizzati in fase di progettazione e i parametri definiti attraverso le prove di laboratorio, si rileva inoltre che l’indagine geognostica sull’asse della galleria appare non essere adeguata in quanto riferita ad un solo sondaggio. Non sono presenti gli esiti delle prove geotecniche sui depositi fluviali mentre sono stati attribuiti valori di coesione eccessivamente elevati per i depositi di coltre, così come i valori indicati per i depositi fluviali attuali non sono desunti da prove geognostiche".
4. Aspetti ambientali
"Poiché a conclusione dell’iter regionale è emersa una sostanziale concordanza nel considerare più compatibile l’alternativa che prevede la TSO come strada extraurbana secondaria di categoria C1, quindi ad una sola corsia per senso di marcia ed un’unica galleria per l’attraversamento della collina S. Pietro, risulta necessaria una integrazione dello Studio di Impatto Ambientale presentato nell’agosto del 2009 per renderlo coerente con il diverso quadro di riferimento, sia progettuale che ambientale, di questa alternativa".
5. Atmosfera
"Il tracciato in progetto interessa anche zone residenziali con presenza di ricettori sensibili, quali scuole e ospedali che potranno essere soggette ad un peggioramento dell’attuale qualità dell’aria e dell’inquinamento acustico sia nelle fasi di realizzazione e sia in fase di esercizio dell’opera". Alcuni dati devono essere rivisti ai fini di un’adeguata definizione degli interventi di mitigazione.
Occorre tener conto della situazione atmosferica già in essere oggi nella città di Asti, ove i limiti relativi al PM10 non sono rispettati.
Manca uno studio sulle precipitazioni e sull'andamento delle temperature su scala locale e la rosa dei venti non è stata valutata su base stagionale (primavera/estate e autunno/inverno).
6. Acque superficiali
Si ritiene che non siano stati proposti in progetto tutti i provvedimenti necessari per prevenire la possibilità di inquinamento delle acque dei corpi idrici (Tanaro e Borbore) interessati dall’opera né predisposto un piano di intervento rapido per il contenimento e l’assorbimento di eventuali sversamenti accidentali per la realizzazione dei viadotti sostenuti da pile in alveo per l’attraversamento dei corsi d’acqua.
Dal confronto della documentazione progettuale con la banca dati regionale si rilevano molteplici situazioni di interferenza delle opere in progetto con le infrastrutture del servizio idrico di acquedotto e di fognatura gestito dal Servizio Idrico Integrato (ASP-Asti Servizi Pubblici SpA).
7. Gestione delle acque di piattaforma
Non sono state analizzate altre possibili soluzioni di trattamento, rispetto a quelle proposte, in grado di garantire maggiori efficienze di depurazione a fronte di un potenziale minore impatto ambientale (es. sistemi di fitodepurazione e/o sub-irrigazione).
Non sono stati indicati i dati di superficie scolante, durata delle precipitazioni, altezze di pioggia e conseguenti portate calcolate, così come non sono state indicate le frequenze degli episodi idraulicamente critici nel corso dell’anno e delle stagioni. Queste informazioni sarebbero viceversa utili per la successiva analisi del dilavamento stradale e pervenire ad una valutazione dell’adeguatezza del sistema di trattamento previsto dal progetto a rimuovere una parte significativa del carico inquinante presente nelle acque di prima pioggia.
Per quanto riguarda le acque scaricate nel recettore (acque di “prima pioggia” trattate e acque non trattate) il rispetto dei limiti agli scarichi è enunciato ma non supportato da alcun dato.
8. Acque sotterranee
Valutato il progetto della galleria San Pietro ed in particolare il tratto di galleria artificiale, si ritiene che non sia sufficientemente approfondito il potenziale impatto sui livelli piezometrici a monte e a valle dell’opera in relazione sia alla realizzazione della stessa galleria, sia alle possibili influenze sui pozzi presenti nell’area. In particolare si evidenzia lo scarso approfondimento delle dinamiche idrogeologiche quali: fluttuazioni della falda nel corso dell’anno, interferenze con il tracciato, caratterizzazione chimica.
9. Suolo, Terre e rocce da scavo, Gestione inerti e rifiuti
L’area interessata dalle due alternative di tracciato è prevalentemente agricola ed è caratterizzata dalla presenza di seminativi. Nel suo complesso l’area è caratterizzata da suoli ad elevata capacità d’uso (I e II classe), con porzioni limitate di suoli in V classe con limitazioni dovute al rischio di inondazione del fiume Tanaro. In prossimità dello stesso Tanaro e nell’area dell’Oasi della Bula (localizzata all’interno del SIC “Stagni di Belangero”) sono presenti aree occupate da vegetazione naturaliforme mentre le aree immediatamente a nord- est di queste e comprese fra il ponte di Corso Savona e il ponte ferroviario della linea Asti-Nizza Monferrato sono invece urbanizzate, con presenza di alcuni lotti destinati all’orticoltura.
Per quanto riguarda l’alternativa 1, il viadotto attraversa una zona destinata a verde urbano attrezzato, con la presenza di un campo da golf e ricade in terreni in seconda classe di capacità d’uso del suolo. Lo svincolo ubicato all’interno del S.I.C. “Stagni di Belangero”, ricade su terreni in prima classe ed interferisce così come anche parte del tracciato con un’area a vegetazione naturaliforme in cui sono presenti due specchi d’acqua.
Per quanto riguarda invece l’alternativa 2, lo svincolo ipotizzato comporta un consumo di suolo più elevato rispetto alla soluzione 1, è localizzato in un’area agricola con suoli di seconda classe di capacità d’uso. Anche in questo caso il viadotto sul Tanaro interferisce con aree a vegetazione naturaliforme, le quali, rispetto all’alternativa 1, si presentano però più strutturate, continue e ampie. Il rilevato di accesso al viadotto interferisce in modo marginale con aree destinate all’orticoltura; la parte finale del viadotto e quella iniziale del rilevato ricadono inoltre in terreni di I classe di capacità d’uso. L’alternativa 2 presenta la criticità della vicinanza del tratto “Ponte Tanaro” con l’area urbanizzata di Borgo Tanaro e l’interferenza con il corridoio plurimodale di corso Savona e la linea ferroviaria Asti – Alba. Sebbene lo svincolo della soluzione 2 non sia ubicato all’interno del S.I.C., ne coinvolge però, con il viadotto sul Tanaro, dei settori molto importanti e delicati quali le zone umide dell’Oasi della Bula e le relative fasce fluviali.
Nel SIA manca l’individuazione delle aree intercluse e dei reliquati derivanti dalla realizzazione del nuovo tracciato stradale, risulta pertanto incompleta la valutazione degli impatti dell’infrastruttura sul suolo e l’individuazione degli interventi necessari per mitigare tali impatti.
Per quanto riguarda la gestione delle terre e rocce da scavo, al fabbisogno di inerti e gestione dei rifiuti si ritiene che alla luce della diversa tipologia prospetta per l’infrastruttura non si possano fare considerazioni puntuali, mentre si riportano nella parte relativa alle prescrizioni le indicazioni che dovranno essere fornite a livello di progettazione definitiva.
10. Rumore e Vibrazioni
Nella relazione di impatto acustico alcuni recettori sensibili non sono stati considerati, forse perché di recente insediamento (ad esempio espansione Villaggio Bellavista).
11. Vegetazione, Fauna, Ecosistemi ed Incidenza sul SIC Stagni di Belangero.
L’area attraversata dall’infrastruttura in progetto è caratterizzata da attività agricole e dalla presenza di insediamenti quali nuclei sparsi o singoli edifici, permangono elementi di rilievo dal punto di vista ecologico, come le formazioni boscate presenti lungo le pendici collinari, le fasce fluviali del Tanaro e del Borbore ed il sistema delle aree umide in corso di rinaturalizzazione del SIC IT1170003 “Stagni di Belangero”, ove si concentrano caratteristiche di naturalità e biodiversità elevate soprattutto nella porzione dell’Oasi WWF “La Bula” (porzione est), nella fascia a saliceto ripario (a prevalenza di Salix spp., Populus spp. ed Alnus spp) limitrofa al fiume Tanaro e nell’area centrale in cui sono presenti altri stagni ed analoghi ambienti ad elevato indice di biodiversità.
Si annoverano anche circa 150 specie ornitologiche e l'ormai famoso Pelobates fuscus insubricus, specie prioritaria
In merito all’impatto dell’infrastruttura sul SIC “Stagni di Belangero” si rileva per l’alternativa 1 la creazione, con il viadotto per l’attraversamento del fondovalle del Tanaro, di un isolamento ecologico dell’ “Oasi la Bula” rispetto al resto del SIC, con interessamento diretto di due specchi d’acqua e relative formazioni vegetali arboree-arbustive che circondano gli stessi per la realizzazione dello svincolo con la A33; si ritiene inoltre che la maggior interferenza sia dovuta al cantiere e relative attività previste in prossimità dello stesso svincolo ed entro i confini del SIC.
Per l’alternativa 2 si evidenzia che pur evitando l’isolamento ecologico prodotto dall’alternativa 1 e lo svincolo per il collegamento della tangenziale con la A 33 non sia ubicato all’interno del sito, il viadotto per l’attraversamento del fondovalle Tanaro interferisca con le aree molto sensibili dal punto di vista faunistico e vegetazionale, quali sono le zone umide dell’Oasi stessa.
Più in specifico un impatto di rilievo nelle attività di cantiere sarà dovuto agli scavi ed ai frequenti attraversamenti delle aree vegetate da parte dei mezzi pesanti mentre nei punti di intercettazione del reticolo idrico secondario (canale con vegetazione a Potamogeton e Ceratophyllum) invece è possibile un’alterazione della sezione del corpo idrico con ripercussioni sulle comunità macrobentoniche, sugli anfibi e sulla piccola fauna.
Considerando poi la vicinanza delle opere con l’Oasi La Bula, durante l’esecuzione dei lavori si prevede un disturbo acustico all’avifauna nidificante e stanziale, dovuto alle emissioni sonore ed alle vibrazioni generate dalle attività dei mezzi escavatori, oltre che l’impatto dei sistemi di illuminazione degli stessi cantieri verso gli animali notturni (rapaci notturni, specie ornitiche migratrici notturne e chirotteri) con conseguente allontanamento o in alcuni casi come i lepidotteri notturni, l’eliminazione.
Per quanto riguarda poi l’ittiofauna si rileva che nello Studio di Impatto Ambientale non è stata fornita una caratterizzazione delle popolazioni ittiche presenti nei corsi d’acqua interessati dagli interventi in progetto; tale analisi è particolarmente importante in quanto funzionale all’individuazione delle specifiche misure di mitigazione da mettere in atto nel caso di interventi che interferiscano con gli alvei.
Per la fase di esercizio si ritiene che i due fattori principali di impatto sono la mortalità stradale da traffico veicolare (condizione che riguarda tutte le tipologie di fauna terrestre) e l’effetto barriera derivante dalla presenza fisica della infrastruttura (condizione che riguarda tutte le tipologie di fauna terrestre).
12. Paesaggio
Gli ambiti interessati dal tracciato sono in buona parte soggetti a tutela paesaggistica, con situazioni diverse di rimarchevole impatto.
L’ultima soluzione prospettata prevede di limitare l’intervento in modo da prevedere l’uso dell’infrastruttura come strada tangenziale a servizio prevalente della città di Asti; in questo modo l’insieme della struttura subisce una semplificazione di ordine formale (galleria ad una sola canna, sostituzione di svincoli con rotonde a raso, viadotto di ampiezza ridotta, etcc.) certamente meno impattante sul territorio.
13. Opere di mitigazione, recupero e compensazione ambientale
Il progetto presentato non contiene una proposta di piano di manutenzione delle opere a verde realizzate nell’ambito degli interventi di recupero, di mitigazione e di compensazione ambientale, vengono solamente date dalle indicazioni generali.
14. Cantierizzazione
Si rileva l’assenza dell’analisi dei flussi di traffico di cantiere per ciascun tratto e la valutazione conseguente dei movimenti su pista di cantiere e su viabilità ordinaria, anche in relazione al piano urbano del traffico della città di Asti e al suo stato di attuazione.
Non risulta inoltre presente la descrizione dei mezzi di trasporto e dei mezzi d’opera utilizzati e se questi sono provvisti delle caratteristiche necessarie a ridurre al minimo la produzione e dispersione degli inquinanti in atmosfera.
Viene individuata la viabilità da utilizzare per il conferimento del materiale di cava ma non quella utilizzata per lo spostamento dei mezzi d’opera, dei mezzi utilizzati per il trasporto delle terre in esubero e del materiale necessario alla realizzazione delle opere edili.
15. Piano di monitoraggio
Per quanto riguarda il monitoraggio dell’atmosfera si ritiene che non sia adeguata la scelta degli strumenti da utilizzarsi e non risulti chiara la scelta dei punti di monitoraggio.
È necessario l’utilizzo di un sistema informatico mediante il quale ARPA Piemonte Dipartimento di Asti SC08 possa avere a disposizione in tempo reale i dati acquisiti durante i monitoraggi dai campionatori, quest’ultimi devono fornire dati su base oraria, escluso i campionatori di polveri per i quali la durata è di 24 ore per filtro.
Per le acque superficiali non sono state stabilite delle soglie di attenzione per i diversi parametri monitorati e delle azioni correttive in caso di superamenti.
Il piano di monitoraggio per le componenti rumore e vibrazioni risponde solo genericamente alle necessità di controllo da effettuare in fase di cantiere ed esercizio.
Si condivide pertanto in linea generale il ridimensionamento del progetto in quanto la realizzazione di un’infrastruttura di categoria inferiore consente un più limitato impatto ambientale rispetto a quanto precedentemente proposto.
Ai fini di una valutazione favorevole sull’incidenza dell’opera sul SIC IT1170003 “Stagni di Belangero” si ritiene necessaria la rilocalizzazione del cantiere al di fuori dei confini dello stesso SIC, per eliminare il maggior impatto presente nell’alternativa 1.
16. Collegamento con l'ospedale
Dovrà essere rivista la progettazione del collegamento della tangenziale con il nuovo ospedale di Asti in considerazione delle esistenti infrastrutture in fregio all’insediamento commerciale lungo il Rio Rilate e sulla base della soluzione progettuale concordata tra Comune di Asti e Provincia di Asti nel 2004.
Dovrà essere previsto il collegamento diretto della Tangenziale Sud–Ovest con l’esistente casello autostradale della A21 (Asti-Ovest) mediante la realizzazione di una rotatoria sulla S.R. 10 e di una strada di collegamento con un nuovo ponte sul Borbore.
Le somme risparmiate nella realizzazione del lotto 2.1dir (Tangenziale sud-ovest di Asti) ad una sola canna di galleria ed una sola corsia per senso di marcia lungo l’intero tracciato, dovranno essere reinvestite nel lotto 2.1b (Rocca Schiavino- Asti est) dell’autostrada Asti-Cuneo per la costruzione del viadotto sul Tanaro completo di complanari esterne alla sezione autostradale, al fine di consentire il transito anche dei mezzi agricoli.
Prima del lotto autostradale 2.1b (Rocca Schiavino-Asti est) dovrà essere realizzato il lotto 2.1dir (Tangenziale sud-ovest di Asti) al fine di garantire il collegamento tra l’autostrada Torino-Piacenza (A21) e l’autostrada Asti-Cuneo (A33), evitando l’attraversamento della città di Asti.
Il documento completo della Regione Piemonte è scaricabile qui: http://www.astiterritorio.org/wordpress/