Piano casa: ad Asti l’urbanistica partecipata non è di … casa


A cura di un folto gruppo di cittadini e associazioni astigiane.


Ancora una volta l’amministrazione comunale informa i cittadini su un nuovo intervento di riqualificazione “a posteriori”: ci riferiamo alla rivisitazione di Piazza d’Armi e di Asti Est, oggetto di un rapido progetto per rispondere all’opportunità offerta dal bando del Ministero delle Infrastrutture e alle sue scadenze ravvicinate. Purtroppo il mancato coinvolgimento di associazioni e cittadini al disegno della città pare non essere una novità ...

Nelle scorse settimane l’amministrazione comunale ha convocato incontri in alcune circoscrizioni in orario (le 18) non particolarmente coinvolgente e con preavvisi minimi lasciati a laconici comunicati affidati alla stampa locale. Gli incontri hanno più che altro inteso spiegare scelte già elaborate, anzichè coinvolgere a livello progettuale la cittadinanza.
E ricordiamo ancora che nel mese di Luglio il consiglio comunale (all’unanimità) aveva deliberato l’impegno dell’amministrazione a compilare e restituire la particolare scheda censuaria sulla situazione urbanistica complessiva della città (in particolare l’ammontare di edifici sfitti, vuoti, non utilizzati) proposto dalla Rete nazionale delle 844 organizzazioni che danno vita alla campagna “Salviamo il Paesaggio”. Tale “fotografia” dell’esistente è da tutti (anche dall’amministrazione comunale …) considerata prioritaria rispetto a qualunque altra forma di pianificazione. Ma, al momento, ai cittadini e alle associazioni più nulla è stato comunicato sull’avanzamento dei lavori.
Nuovi progetti urbanistici si affacciano, ma la democrazia richiede partecipazione (e pazienza …).

QUALCHE APPUNTO SUL PIANO CITTA’ DI ASTI
Il “Piano città” è una creatura del governo Monti frutto della legge n° 134 del 7 agosto 2012. Si tratta di un ennesimo intervento pensato per stimolare l’economia e offrire qualche euro ad una cinquantina di Municipi italiani selezionati, per il recupero di parti del tessuto cittadino: uno strumento urbanistico che possiamo definire “calato dall'alto”, cioè direttamente dal Governo ai Comuni, estraneo alla normale programmazione urbanistica territoriale.

Un paragone tra il “Piano città” e altri strumenti urbanistici legati più o meno allo stesso territorio (Asti-Est) viene spontaneo. Il PRU di Praia e il Contratto di Quartiere II, come il Piano città, presentavano finalità di recupero urbanistico e sociale ma, diversamente da questo, erano dotati di un “Piano di accompagnamento sociale”. Con quest'ultimo promuovevano il coinvolgimento attivo (la progettazione partecipata, le scelte consensuali ed altro) dei cittadini destinatari delle finalità e previsioni degli stessi strumenti urbanistici. Ma per fare un paragone ci vorrebbero dei bilanci sociali del PRU e del Contratto di quartiere II. Ci sono ? …
Considerando i tempi di scadenza fissati (la presentazione dei progetti è stata indicata entro il 5 di ottobre), le proposte dei Comuni sono state delle vere e proprie ”proposte in corsa”. A meno che non fossero già presenti in qualche “cassetto” (ma non è il caso di Asti), esse escludevano “necessariamente” la possibilità che, prima della presentazione, fossero tema di un dibattito pubblico relegando la discussione delle loro finalità e delle loro previsioni, a pure decisioni “dall'alto”.

Le proposte pervenute sono, a livello nazionale, circa 400. La “cabina di regia”, vale a dire l'organismo di nomina ministeriale a cui è affidato il compito di verificare la congruenza delle proposte con le finalità e previsioni del “Piano Città”, dovrà selezionarne 50 Il limite è dato dalla modestia dei finanziamenti disponibili, poco più di 200 milioni di euro, tutti di recupero di vecchi stanziamenti. Ora, se questi tempi hanno messo felicemente alla prova la professionalità e le capacità di lavoro in equipe dei funzionari del Comune, non per questo si deve rinunciare ad un giudizio, considerando tra l'altro che gli unici interlocutori del Comune sono stati “necessariamente” gli “investitori immobiliari”, primi percettori di rendita urbana e, dunque, anche  maggiori responsabili del consumo di suolo e di territorio che ha caratterizzato gli ultimi 50 anni (e in particolare gli ultimi 20) dello sviluppo economico italiano.

Nel “vademecum per la presentazione delle proposte” dell'Anci, si legge che le proposte dei Comuni possono adottare meccanismi premiali di volumetria e persino deroghe al Piano Regolatore e la “pronta cantierabilità”, che dovrebbe allontanare il rischio di finanziamenti a pioggia e fuori controllo, insieme agli “effetti moltiplicatori” che dovrebbe avere il finanziamento pubblico; compongono una modalità di intervento che si potrebbe definire “classica” della famigerata urbanistica contrattata che, nella stagione più recente ha segnato la resa del  Pubblico al potere del “nuovo mattone”. Dopo questa lettura vien voglia di vedere cosa c'è dietro l'enfasi di Sindaco ed Assessori sul social housing ed in particolare dietro (alla faccia dell'urbanistica partecipata …) gli interventi che nella sintesi distribuita durante la conferenza stampa sono indicati con il numero 2 e la dizione “Piazza d'Armi: affrontare l'emergenza abitativa”. Si tratta di nuove costruzioni (assai lontane dallo “stop al consumo di territorio” sbandierato in campagna elettorale): esattamente tre, per un totale di più di cento alloggi. Chi sono gli “investitori immobiliari”, in particolare il “Pentagramma Piemonte spa”, che si è attribuito l'intervento più corposo ? Sulla rete web si apprende che è una società partecipata al 50% da Fintecna SpA, finanziaria del ministero dell’Economia, e dall’azienda edilizia ed immobiliare GEFIM. Questo investitore chiede 2.665.936 di euro di finanziamento pubblico da aggiungere a 6.187.184 euro di proprio investimento, Ma quanto c'è di “privato” in quest'ultima quota di investimento, viste le partecipazioni della SpA pubbliche ? Nella sintesi presentata non si dice assolutamente nulla delle convenzioni (domandiamo: ci sono o no ?) sottoscritte da Comune e investitori. A norma di “vademecum per la presentazione delle proposte” potrebbero comprendere premi in volumetria e deroghe al PRG (domandiamo: ci sono o no ?)

In quanto all'emergenza abitativa, nella proposta del Comune non c'è assolutamente nulla che metta in relazione più di 100 alloggi a canone sociale o agevolato con il fabbisogno abitativo della città. Il social housing, oltre che una ottima occasione di investimento per capitali allontanati da altri impieghi, impone normalmente canoni di locazione fuori dalle possibilità di quella folla di famiglie “fuori mercato”, che si ingrossa sempre più e manifesta, nell'emergenza casa, un malessere sociale sempre più diffuso, le cui cause stanno completamente fuori della responsabilità delle stesse famiglie e dello stesso Comune.

Tutti gli altri interventi di carattere sociale inclusi nella proposta, in particolare quelli diretti alle Scuole di ogni ordine e grado e in generale alla socialità, sono ovviamente positivi, ma non costituiscono il maggior valore, soprattutto economico, della proposta. Sul totale degli investimenti pubblici richiesti, circa 19 milioni di euro, ben 13 milioni di euro vanno sull'area di piazza d'Armi. Sulla stessa area va la quasi totalità degli investimenti privati o presunti tali. Se si voleva alzare la rendita fondiaria di quell'area, in ossequio alla regola (in questi mesi fortemente messa in discussione dalla crescente crisi economica internazionale che indica la imminente fine di un ciclo) che per fare Pil bisogna mettere in moto il mercato immobiliare, forse bastava dirlo. Per non avere l'impressione di essere imbrogliati, per l'ennesima volta e al di là dei bei discorsi.

In un’era di cambiamenti epocali in corso, il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni strategiche da assumere dovrebbe essere ormai un dato assodato. Ad Asti, invece, occorre ancora sollecitarlo e queste riflessioni ci auguriamo stimolino le amministrazioni a comprenderlo e ad agire di conseguenza …

Aggiungi commento

Invia
Altritasti Periodico on line dell'Associazione di Promozione Sociale Altritasti - via Carducci 22 - 14100 Asti - C.F. 92060280051
Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino