Patrimonio Unesco: rimandati ma non bocciati ...


Si è svolta sabato 21 luglio a Canelli, presso il Club Gancia, promossa dall’Associazione Canelli domani e dall’Associazione culturale Davide Lajolo, nell’ambito della quarta edizione del Festival del paesaggio agrario, un’interessante tavola rotonda sulla candidatura dei paesaggi viticoli di Langhe Monferrato e Roero a diventare patrimonio dell’umanità, che ha fatto il punto sull’iter della richiesta dopo le osservazioni dell’ICOMOS al progetto. Al termine dell'incontro è stato approvato un documento a sostegno della nostra candidatura ...

Hanno introdotto Lorenzo Vallarino Gancia, imprenditore e promotore della candidatura, Giulio Mondini direttore di S.I.T.I., l’ente che ha steso il progetto, Roberto Cerrato, presidente dell’Associazione per i paesaggi viticoli di Langhe Roero e Monferrato con compiti di gestione, l’architetto Irma Visalli, che ha condotto a termine la candidatura delle Dolomiti e il vicepresidente della Regione Piemonte Ugo Cavallera. Ha coordinato Sergio Conti, presidente del FAI Piemonte.
Dopo le introduzioni che hanno dato  conto dello stato della candidatura, ribadendo la volontà di ripresentarla rispondendo alle osservazioni dell’ICOMOS entro gennaio 2013, si è aperto un vivace dibattito a cui hanno partecipato giornalisti, amministratori, imprenditori, che hanno espresso anche preoccupazioni e riserve e che hanno ritenuto di concludere la giornata con un documento propositivo.

I partecipanti hanno sottolineato l’importanza culturale del riconoscimento dell’Unesco, che ha come immediata conseguenza la valorizzazione economica dei territori agricoli e delle loro produzioni di pregio e il richiamo di un flusso turistico qualificato sul territorio.
Si sono dichiarati interessati a sostenere nelle sedi di loro competenza tale candidatura e di essere disponibili a fornire i supporti di conoscenza e di esperienza che verranno loro richiesti per rendere operativa tale candidatura.

Pertanto raccomandano agli organismi preposti:

- di formulare risposte esaustive e convincenti alle osservazioni dell’Icomos con la opportuna documentazione, trovando la giustificazione adeguata all’area ora definita del moscato;

- di individuare le risorse necessarie al compimento e alla gestione del progetto anche attraverso un efficace coordinamento degli enti preposti;

- di qualificare la candidatura attraverso le referenze delle risorse umane utilizzate;

- di costituire un'equipe professionale, qualificata e credibile per il monitoraggio del territorio;

- di coinvolgere pienamente nel dialogo, le comunità interessate e le associazioni di categoria, culturali e ambientaliste nella stesura delle integrazioni richieste dall’Icomos e in una campagna di promozione e di sensibilizzazione.

Ritengono quindi indispensabile la valorizzazione:

- della biodiversità del paesaggio viticolo con le peculiarità proprie delle Langhe, del Monferrato e del Roero, non trascurando alcuna delle caratteristiche connotanti l’intero territorio censito e non dimenticando aree essenziali al progetto di candidatura;

- della cultura dell’antica tradizione contadina con un’attenta ricognizione del patrimonio esistente e delle manifestazioni folcloristiche (musei, studi, ricerche antropologiche, espressioni letterarie e artistiche, folclore, tradizione culinaria, ecc.);

- dei beni culturali e degli edifici di pregio, ricordando anche specifiche iniziative inerenti alle aree monumentali e  attività culturali di grande rilievo che già qualificano il territorio (es. gli Itinerari letterari degli scrittori del Novecento);

- dell’apporto degli scrittori che hanno contribuito alla cultura internazionale e fatto grande la letteratura italiana nel corso dei secoli, attingendo la loro ispirazione alle radici locali, oltre a quello degli agricoltori, che secolo dopo secolo, ha costruito con il loro lavoro e la loro sapienza una viticoltura con pochi paragoni nel mondo;

- degli assetti urbanistici dei paesi, portando a termine i vincoli richiesti dall’Icomos, con la raccomandazione di sollecitare gli amministratori e gli abitanti a riqualificare il territorio, là dove sia compromesso, con il mascheramento degli edifici artigianali e industriali attraverso apposite cortine arboree con essenze autoctone, di evitare ulteriori cementificazioni di aree agricole recuperando il patrimonio edilizio esistente, di favorire l’agricoltura rispettosa dell’ambiente.

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