Un censimento del patrimonio edilizio esistente. Ma solo parziale ...


Il consiglio comunale di Villafranca d'Asti ha approvato la proposta del gruppo di minoranza “Villafranca Domani” di effettuare il censimento del patrimonio edilizio esistente sul proprio territorio comunale. Pare una buona notizia, invece non si tratta del recepimento della specifica richiesta formulata dalla rete delle 730 organizzazioni del nostro Forum nazionale dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio ma di un semplice "censimento del cemento" a metà: conterà gli immobili presenti ma senza indicare se sono utilizzati o meno ...

Queste le considerazioni che “Villafranca Domani”  ha espresso a commento della decisione. Che a noi suona particolarmente "strana", soprattutto se pensiamo che a Villafranca è in vista un nuovo, ennesimo, ampio progetto di espansione edilizia residenziale (una variante al piano regolatore) che investe oltre 45mila metri quadri di superficie complessiva, prevedendo la costruzione di 38 unità immobiliari in una zona parzialmente coltivata e classificata attualmente come destinata a colture agricole in genere (nella presentazione del progetto questa edificazione viene definita "la minima quantità necessaria a rendere economicamente sostenibile la proposta a fronte degli impegni che i privati si assumono per la realizzazione dei pubblici servizi a propria cura e spese ed a scomputo degli oneri di urbanizzazione dovuti").

Consideriamo la decisione presa una vittoria del buon senso perché qualunque amministratore dovrebbe sapere cosa c'è nel suo Comune prima di fare delle scelte.
Peccato che la maggioranza del sindaco Guido Cavalla e del vice Roberto Guazzo ha bocciato due altre nostre idee.
La prima: l'impegno per una revisione delle aliquote Imu nel 2013. Noi l'avevamo chiesta con l'obiettivo di favorire, dopo il censimento, le abitazioni date in affitto e di penalizzare le case che rimangono vuote.
La seconda: mettere a disposizione 10 mila euro di soldi comunali per i contributi a favore degli inquilini a basso reddito, prelevandoli dagli stipendi di sindaco e assessori e dai gettoni di presenza dei consiglieri.
Le nostre proposte volevano dare un segnale forte a favore del sociale e di chi è più in difficoltà, per evitare che la nuova tassa comporti un aumento degli affitti, a danno della popolazione più debole.
Non è servito a far cambiare loro idea nemmeno il nostro suggerimento di legare la possibile agevolazione Imu ad un contratto di affitto concordato con le organizzazioni sindacali di proprietari e inquilini.

Perché la maggioranza ha detto no? Hanno sostenuto che approfondire il censimento, determinando anche l'utilizzo dell'immobile, quindi stabilendo quali e quante sono le case affittate, avrebbe causato troppo lavoro agli uffici comunali. Per loro, gli affitti non aumenteranno a causa dell'Imu.
Tesi tutte da dimostrare. In realtà, chi governa oggi Villafranca non comprende che l'unico modo di affrontare in modo efficace  la crisi attuale con interventi sociali sia creare una rete di iniziative che protegga chi è più debole, mettendo in un unico sistema tutte le risorse e le strutture possibili. Difendere la posizione di chi tiene le case vuote e le rendite dei loro stipendi è più facile che
lavorare per un sociale moderno ed efficiente.

La scelta comunale di limitarsi a censire il patrimonio edilizio senza tener conto dell'utilizzo dello stesso avrà come risultato anche la mancata conoscenza di quante case sono attualmente vuote.
Perderemo la possibilità di avere un dato fondamentale per una corretta gestione del paese. Perché?
Forse, se venisse fuori ufficialmente che a Villafranca ci sono tante case non utilizzate, sarebbe più difficile giustificare come necessari una possibile variante al piano regolatore per la costruzione di nuovi edifici e il conseguente consumo di  territorio.

Paolo Volpe, Umberto Russo, Silvia Porta, Remus Luiuz (consiglieri comunali di “Villafranca Domani”).

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