di Alessandro Mortarino.
Come previsto, prevedibile e ampiamente annunciato, la candidatura dei paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato a "patrimonio dell'umanità" ha subito il rinvio di un anno: un modo gentile per rimandare una bocciatura secca e offrirci una ulteriore chance. In questo anno dovremo apportare modifiche e integrazioni come suggerite dall'Icomos. Ad esempio ...
Tutti i commenti politici tendono a puntualizzare che la legittimità della nostra candidatura è stata pienamente confermata nell'assemblea Unesco di San Pietroburgo che, contestualmente, ha però posto alcuni "paletti" a cui occorre dare risposta entro un anno. Le rilevazioni e le richieste di approfondimento non sono però così chiare e nelle scorse settimane i dettagli sono stati accuratamente poco resi noti e trascurati. Da tutti.
Noi crediamo che questo piccolo "tabù" vada rapidamente superato e (come più volte abbiamo richiesto alla nostra classe dirigente) si apra un vero dibattito sugli aspetti critici dei nostri panorami che coinvolga tutti i cittadini di Langhe, Roero e Monferrato e non solo gli "eletti" e gli "attori economici", limite a nostro parere molto grave.
Abbiamo un anno di tempo. Per dimostrare che gli errori fatti non vogliamo ripeterli e che quindi stiamo studiando il passato e il presente per progettare un futuro ben diverso.
Cosa c'è di meglio se non sollecitare le amministrazioni (i Comuni, le Province e la Regione) a spingere l'acceleratore per far sì che la ormai famosa proposta di "censimento del cemento" formulata dal nostro Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio venga rapidamente fatta propria, si costruisca una vera mappatura del patrimonio edilizio disponibile (residenziale e produttivo), si metta in luce il rapporto tra superfici comunali e urbanizzato e si dimostri, così, ad Icomos e Unesco che il nostro territorio sta facendo sul serio ?
Il resto sono chiacchiere. Che non incanteranno i giudicanti.
Per l'ennesima volta rivolgiamo la nostra richiesta agli amministratori pubblici astigiani, in particolare all'assessore provinciale Ferraris che in un recente convegno si disse pienamente d'accordo con la nostra proposta di censimento.
Quest'anno l'Unesco ha inteso riconoscere come patrimonio dell'umanità ben 26 siti, tra cui il parco naturale e le falesie delle Colonne di Lena nella taiga siberiana, la chiesa della Natività di Betlemme, l'ex miniera di carbone di Bois du Cazier, nei pressi della cittadina belga di Marcinelle (tristemente famosa per la tragedia nella quale, l'8 agosto del 1956, persero la vita 262 minatori, tra i quali 136 italiani) unitamente ad altri tre siti minerari situati in Vallonia, il Teatro dell'Opera di Bayreuth, le città di Rio de Janeiro e Rabat, il sistema lacustre di Ounianga nel Ciad (un reticolo di 18 laghi salati incastonati nel deserto), il Reef di Palau nel Pacifico, le case di legno degli agricoltori-imprenditori svedesi dell'Ottocento, la catena montuosa indiana dei Western Ghats (dove nascono i monsoni), il parco nazionale Sangha Trinational che si estende tra Camerun, Repubblica Centrafricana e Congo.
I siti Unesco sono ormai una rilevante "lista", che comprende 962 luoghi eletti.
Alcuni paesaggi vitivinicoli sono già stati scelti ed iscritti nella lista dei siti riconosciuti come "Patrimonio dell'Umanità": il territorio dell'Alto Douro in Portogallo, i vigneti dell'isola vulcanica di Pico nelle Azzorre, l'area del Tokaj in Ungheria, la zona di Saint Emilion in Francia e la valle del Medio Reno in Germania. Infine, ultimo in ordine di tempo, il paesaggio dei vigneti terrazzati di fronte al lago Lemano e alle Alpi, nella regione svizzera del Lavaux.