Nei giorni scorsi le nostre mailing list sono state allertate dal messaggio di due cittadini di Asti che segnalavano la presenza di una ruspa nell'ormai famoso prato di via Cavalla, teatro negli scorsi anni di una prolungata, ampia e civile critica alla "variante 19" dell'amministrazione Galvagno; così massiccia e convincente che fu prontamente ingranata la retromarcia: niente nuove edificazioni in quell'area verde e, anzi, avanti con un progetto di riqualificazione. Ma quella ruspa, la presenza di alcuni pallets di blocchetti di cemento e la laboriosità di una squadra del Comune induceva a domandarsi se non si fosse avviata una nuova aggressione in stile "Parco Rio Crosio" ...
In pochi minuti, la sensazione che stesse accadendo qualche ulteriore scempio ai danni dei cittadini astigiani ha iniziato a vibrare con forza per l'etere. Poi, una verifica in Comune ha permesso di scoprire che i lavori nell'area verde di Via Cavalla risultavano finalizzati a farla diventare a tutti gli effetti "giardino pubblico", recependo così le richieste del Comitato spontaneo di cittadini, della Parrocchia di San Domenico e degli Scout che, oltre a partecipare alla petizione cittadina contro la vendita delle aree destinate a servizio della città, si erano prodigati nell'Ottobre 2009 per organizzare una festa-simbolo nell'area verde, corroborata dalla contemporanea progettazione partecipata di una proposta di recupero dell'area che fu istantaneamente sottoposta all'assessore competente.
Dunque: tutto bene (salvo verifiche a lavori ultimati ...), i cittadini per una volta possono ritenersi fieri di avere fatto comprendere, a suon di buoni argomenti, che un quartiere vive di spazi comuni.
A noi rimane anche un'altra soddisfazione: il tam tam generatosi dal possibile "pericolo" della ruspa al lavoro ci è parso il sintomo di una nuova e più matura situazione sociale, che vede i cittadini molto più attenti che un tempo alla salvaguardia del "bene comune". Un segnale che deve farci riflettere: la goccia scaverà la roccia ?