di Alessandro Mortarino.
Le affermazioni del Presidente dell’Associazione Alpini di Asti, Adriano Blengio, riportate da “La Nuova Provincia” del 29 Marzo u.s. a proposito del nostro civile tentativo di far sì che la nuova sede della sua associazione trovi dimora in un edificio già esistente ed inutilizzato della città anziché nell’area verde del Parco Rio Crosio, ci paiono davvero sorprendenti. Pare, infatti, di comprendere che il neo presidente non sappia che nel Novembre dello scorso anno avevamo avuto un incontro concreto e sereno con la dirigenza dell’A.N.A. allora in carica e con l’ex presidente Duretto, ora autorevole membro dell’Associazione nazionale …
Nell’occasione, comunemente avevamo concordato di richiedere al Sindaco Galvagno la disponibilità dell’amministrazione a verificare (in “extremis” e benché le licenze edilizie fossero già state concesse) l’opportunità di destinare uno dei tanti edifici pubblici presenti in Asti e desolatamente abbandonati.
Si era detto che la struttura alternativa avrebbe dovuto essere decorosa e comoda.
Ne avevamo elencate diverse ed alla fine la soluzione più adatta è parsa quella della ex caserma Muti, che avevamo prontamente segnalato al Sindaco Galvagno.
Da settimane, la disponibilità di questa struttura è stata indicata all’A.N.A. e gli uffici tecnici del Comune hanno confermato non sussistere ostacoli di sorta a tale evenienza, trattandosi di edificio all’interno di un Piano di Recupero già approvato definitivamente sia con delibera del Consiglio Comunale e sia dalla Sovrintendenza ai Beni Architettonici del Piemonte.
Dunque il punto è questo: il signor Blengio vuole valutare seriamente l’ipotesi oppure ha deciso di non tenere conto delle indicazioni del suo precedente direttivo ?
Come può legittimamente affermare che una costruzione ex novo ha costi dimezzati rispetto ad un recupero edilizio, quando non solo per l’incidenza dei costi edilizi diretti che graveranno sulle penne nere astigiane, ma anche per l’impatto che subirà tutta la cittadinanza per la costruzione al parco, una documentata analisi dimostra che il recupero della ex Muti, in entrambi i capitoli, ha oneri che sono esattamente la metà rispetto alla nuova edificazione?
Nonostante ciò, dalle parole riportate dal giornale, ci pare di capire che il signor Blengio abbia deciso che la sede in Rio Crosio sia l’unica opportunità percorribile. Viceversa, basterà che l’A.N.A. contatti il Sindaco Galvagno e fissi un incontro (con o senza di noi) ed entri in valutazioni tecnicamente corrette, anziché affermare senza rendicontazione alcuna che “alla ex Muti i costi sarebbero il doppio”.
Altrettanto dicasi in merito ai tempi di realizzazione, per i quali lo stato di fatto sia amministrativo che del manufatto della Muti ben si contrappone all’esecuzione ex novo. Oltretutto, gli impegni nel tempo (ricordiamo la riduzione del 2% di iscritti all’A.N.A. fatta registrare solo nell’ultimo anno) che gli Alpini andrebbero ad assumersi nel caso del recupero, sarebbero di gran lunga inferiori agli obblighi cui li sottopone la convenzione per l’utilizzo dell’area a verde pubblico del parco.
Se dipendesse da noi, questo incontro (fraterno e non in contrapposizione, come vorrebbe forse il signor Blengio) lo avremmo già concordato. Ma spetta all’A.N.A. richiederlo; il Sindaco, infatti, ci ha confermato che sarebbe felice della nuova soluzione prospettata rispetto alla costruzione invasiva nel Parco, ma che non tocca a lui avanzare alternative, in quanto il Comune ha già autorizzato le concessioni edilizie e non può ora proporre altre formule, ma solo supportarle. Per il Bene Comune. Di tutti …
Il signor Presidente Blengio, inoltre, si lancia in affermazioni sorprendenti anche nei nostri diretti confronti: “non vorrei che passasse il messaggio che in questo Movimento si riconoscano tutti gli astigiani. Sono una quindicina di persone, mentre la nostra associazione conta più di quattromila iscritti. E diversamente da loro, noi non facciamo politica”.
Non so cosa intenda l’Alpino Blengio per “fare politica” ma la sua stessa affermazione: “due amministrazioni di due colori diversi ci hanno dato il permesso di procedere i lavori a Rio Crosio” credo confermi che il “nostro fare politica” significhi soltanto essere contrari alle decisioni sbagliate, adottate dalle amministrazioni di “qualunque colore”, senza distinzioni.
Dunque sì. Noi facciamo politica (da polis) e difendiamo il Bene Comune, tanto da avere costituito un Movimento nazionale di Opinione per la difesa del diritto dei cittadini ad un territorio non più ulteriormente cementificato.
“Stop al Consumo di Territorio” conta oggi oltre 23mila aderenti in tutta Italia (persone in carne ed ossa), a cui si aggiungono gli iscritti alle oltre 250 Associazioni e Comitati che hanno scelto di aderire collettivamente (provate a conteggiare i soci di Legambiente, del WWF, di Pro Natura, di Slow Food, dell’Associazione Comuni Virtuosi, della Rete Nuovo Municipio, degli Osservatori del Paesaggio, giusto per fare qualche nome …). Nomi, cognomi e sigle sono facilmente riscontrabili sul nostro sito nazionale e sulle pagine di Facebook relative.
La “quindicina di persone” astigiane che il signor Blengio conosce sono forse soltanto i 15 Architetti locali nostri aderenti ? O i 15 residenti di un’ala del palazzo prospiciente il Parco Rio Crosio ? (Tutti stupefatti dall’idea che gli Alpini astigiani vogliano davvero cementificare un pezzo di parco pubblico, dedicato alle Vittime dei lager nazisti, piuttosto che ristrutturare un edificio pubblico vuoto).
Noi, da mesi, abbiamo avviato un dialogo. Se gli Alpini di Asti vogliono rifiutarlo, per cortesia ce lo dicano chiaramente, anziché tergiversare …
Nonostante tutto, restiamo in fiduciosa attesa che nei prossimi giorni la dirigenza dell’A.N.A. voglia percorrere, finalmente, la strada del “buon senso” e abbandonare una soluzione economicamente molto impegnativa per l’Associazione e decisamente lesiva dei diritti dei cittadini astigiani, siano essi con la penna nera che senza.
Siamo certi che se il signor Presidente Blengio ed il Consiglio dell’A.N.A. astigiana sapranno ascoltare la loro stessa “base”, ne avranno ampia conferma.
Noi, per parte nostra, siamo a disposizione; come i principi della nostra formazione pacifista e nonviolenta ci impongono …