Giovedì 15 ottobre nell’incontro video tra i Comitati Acqua Pubblica di Asti e Torino, con la presenza di alcuni consiglieri comunali delle due città, si è esaminata la situazione creatasi dopo il cambiamento degli assetti proprietari della multiutility che gestisce i servizi pubblici di Asti, ovvero ASP spa.
ASP è posseduta per il 55% dal Comune di Asti e per il 45% da NOS SpA (Nord Ovest Servizi), società formata da Iren Acqua e Gas per il 10%, da Amiat (Gruppo Iren) per il 15%; da Smat per il 10%, da Gtt per il 15% e da Asta Spa (società collegata al Gruppo Gavio) che finora deteneva il 50% ceduto recentemente a IREN S.p.A....
Si è rilevato, con estrema preoccupazione, il ruolo crescente di Iren che pare configurarsi come tassello di un'autentica strategia a livello regionale per assumere un ruolo centrale nella gestione idrica. Il “caso Asti” si inanella in una serie di recenti penetrazioni, ad esempio Vercelli, nel Biellese e nel Cuneese dove Iren è azionista di Mondoacqua di Mondovì.
Occorre tenere presente il ruolo dell'acqua tanto nelle multiutility che, a più alto livello, nel Gruppo Iren. Da anni il Forum Acqua Pubblica ne sottolinea il ruolo "pivotale", in quanto opportunità di massima estrazione di valore come dimostra l'elevato MOL del settore idrico, ampiamente documentato in varie analisi effettuate dai singoli comitati.
Si è sottolineata la grave assenza dei Consigli Comunali nell'elaborazione delle strategie. Questo riguarda anche il Comune di Torino, la cui presenza è molto importante sia nel Gruppo Iren che in Gtt e Smat e che pare una dimostrazione della vanificazione del controllo da parte della proprietà pubblica, in alcuni casi vero “controllo analogo” secondo la normativa. Si è arrivati ad un autentico «teatro dell'assurdo» con la contrapposizione (tra il Gruppo Iren e Smat) tra due realtà ancora controllate dal Comune di Torino (in una partecipando al patto di sindacato di maggioranza e nell'altra come principale azionista in una situazione, a questo punto totalmente teorica, di “controllo analogo”). La perla da considerare è che il ruolo, pure ridotto nel tempo, del Comune di Torino in Iren, è temporaneamente mantenuto anche attraverso le azioni a voto maggiorato, la cui introduzione è stata giustificata proprio per garantire un maggior peso decisionale agli azionisti “storici” per lo più pubblici!
È impossibile ritrovare nel comportamento delle due amministrazioni comunali traccia di quella “leale collaborazione” che sarebbe loro imposta dalla Legge. Per di più ciò ha comportato l'assoluta mancanza di trasparenza verso la cittadinanza, contribuendo a svilire le istituzioni democratiche rappresentative.
Malgrado le difficoltà di cui si è consapevoli, la prima coerente risposta da proporre è la piena ripubblicizzazione di ASP. L'effetto, certo non voluto dai protagonisti dell'operazione, dei nuovi assetti proprietari, sarebbe di appianare, almeno in teoria, alcuni ostacoli del percorso di trasformazione di ASP in Azienda speciale.
Questo caso avvalora la critica, avanzata da tutto il Forum dei Movimenti per l’Acqua, al ruolo delle partecipate, di fatto indistinguibile da quello del capitale speculativo privato. Si spiega così ulteriormente la durezza della minoranza di blocco nel voler impedire la ripubblicizzazione di Smat.
In subordine si propone, da parte dei Comitati Acqua di Asti e Torino, lo scorporo del settore idrico di ASP. Tale possibilità impone un'attenta valutazione - suggerita anche da alcuni Consiglieri di minoranza del Comune di Asti - sulla tenuta dell'azienda ASP qualora dovesse fare a meno della sua componente industriale più redditizia.
I Comitati di Asti e Torino considerano però questa proposta come una non trascurabile provocazione intellettuale atta a portare a conoscenza dell'opinione pubblica il fatto che l'estrazione di valore economico dell'acqua è elemento fondamentale per le gestioni dei servizi pubblici attraverso le società multiservizi, che sono più suscettibili di progressiva privatizzazione in quanto operanti anche in settori già pienamente aperti al mercato.
Si propone un'azione coordinata di tutti i Comitati Acqua Pubblica piemontesi per fermare l'autentico arrembaggio di Iren all'acqua piemontese.
La prime adesioni vengono dal Comitato di Cuneo, impegnato a difendere l'integrazione dei gestori di proprietà pubblica della Provincia, osteggiata con forza dai gestori privati e dall'assessore (alla Sanità!) dell'attuale Giunta Regionale piemontese.