Nel marzo del 2001 nasceva l’Associazione "I Borghi più belli d’Italia" su impulso della Consulta del Turismo dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), con l'intento di valorizzare il grande patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni presente nei piccoli centri italiani spesso emarginati dai flussi dei visitatori e dei turisti. Sono infatti centinaia i piccoli “borghi d’Italia” che rischiano lo spopolamento e il conseguente degrado a causa di una situazione di marginalità rispetto agli interessi economici che gravitano intorno al movimento turistico e commerciale. L'Associazione non è stata creata per effettuare una mera operazione di promozione turistica integrata, quanto per garantire – attraverso la tutela, il recupero e la valorizzazione – il mantenimento di un patrimonio di monumenti e di memorie che altrimenti andrebbe irrimediabilmente perduto. Non propone dei “paradisi in Terra” ma far sì che le sempre più numerose persone che ritornano a vivere nei piccoli centri storici e i visitatori che sono interessati a conoscerli, possano trovare quelle atmosfere, quegli odori e quei sapori che fanno diventare “la tipicità” un modello di vita che vale la pena di “gustare” con tutti i sensi.

Il messaggio quaresimale era già pronto. Lo avevo pensato con calma, lo avevo scritto, riletto, limato qua e là ed infine messo “in bella” e salvato sul file “quaresima 2020” per essere stampato al momento buono.
Nel frattempo, il Coronavirus fa la sua comparsa anche in Italia contagiando persone, alcune delle quali, purtroppo, muoiono.
Domenica sera l’accelerata: l’ordinanza del ministro della salute e del governatore della regione, un’ordinanza comunale, chiudono le scuole e tante altre attività. Lunedì, è toccato a noi Vescovi del Piemonte chiarire che cosa, in base a tale ordinanza, bisognava fare e non fare: niente più messe, catechismo, oratorio incontri e altre attività in cui si radunano persone. Perfino sui funerali si è dovuto intervenire.
Risultato nel nostro territorio: i bambini e i ragazzi sono a casa e a casa sono in qualche modo costretti a restare, i genitori devono riorganizzare la vita familiare e lavorativa per assisterli, tanti nonni sono stati reclutati a tempo pieno per custodire i nipoti; molte attività commerciali e lavorative “pagano” subito le conseguenze di questo stop; i canali d’informazione ci tengono aggiornati con continui “bollettini medici” che rischiano di accrescere la nostra preoccupazione.

Minerali Clandestini, rete locale di più di 50 associazioni, movimenti, cooperative, gruppi politici, uffici di pastorale sociale e del lavoro e singoli cittadini, ha portato avanti in questi mesi un dialogo con l’Amministrazione Comunale su alcune questioni legate all’accoglienza e al rispetto dei diritti di ogni persona, difendendo i principi costituzionali che regolano il nostro stato.

Il Centro di Prima accoglienza in via Pola è gestito dalla Caritas Diocesana, in particolare dalla figura di Don Gigi Alessandria. Una struttura che ricopre un ruolo di importanza cruciale per l’organismo sociale, perché consente a persone che altrimenti dormirebbero in strada di avere un pasto, un letto e di intraprendere percorsi di apprendimento linguistico e lavorativo. Un vero antidoto per le falle nel sistema di accoglienza italiano e per un sistema economico-produttivo di tipo competitivo, che marginalizza i deboli costringendoli alla vulnerabilità e all’indigenza. Oggi il Centro ha bisogno di volontari e di supporto da parte della popolazione.

Altritasti Periodico on line dell'Associazione di Promozione Sociale Altritasti - via Carducci 22 - 14100 Asti - C.F. 92060280051
Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino