La scorsa settimana è mancata Maria Grazia Maia, discretamente, secondo suo costume.
Maria Grazia, cuneese, era molto conosciuta tra gli "ambientalisti" astigiani a cui aveva ripetutamente offerto le proprie competenze e gli studi sul tema della gestione del ciclo dei rifiuti e della produzione di energie rinnovabili in molte "battaglie" locali.
Nel 2007/2008, in particolare, le sue analisi propositive erano state essenziali nel mettere in luce le criticità dei plurimi impianti a biomasse di grandi dimensioni allora incombenti sul territorio astigiano. Al fianco di Michele Bertolino aveva contribuito a decifrare pezzo a pezzo ognuno degli impianti proposti, a "leggerli" nell'ottica dell'intero corpus territoriale provinciale, giungendo ad una serie di proposte alternative, che l'amministrazione provinciale raccolse e trasformò in una nuova pianificazione che restituì senso e limite alla moda imprenditoriale di quel momento.
In quegli anni, Maria Grazia incontrò Giuseppe Ratti che, come lei, amava studiare a fondo le questioni tecnologiche senza farsi ammaliare dalle sirene del "green" e del "nuovo" a tutti i costi: nacque una sintonia perfetta tra i loro modi di rustica gentilezza e le loro intuizioni comuni furono molto utili per il movimento ambientalista astigiano.
Giuseppe ci ha lasciati ad inizio dicembre, ora la stessa sorte ha raggiunto Maria Grazia. Due perdite e due ferite per tutti noi ...