L’ultima vendemmia di Issa e Mamadou

La Caritas Diocesana interviene sui due giovani stranieri deceduti ad Alba, dopo le scritte offensive comparse sui muri della Curia.

Le storie di Issa e Mamadou, due ragazzi con regolare permesso di soggiorno e residenti il primo ad Alba e il secondo a Settimo Torinese, rispecchiano quelle di molti ragazzi che incontriamo nei servizi gestiti dalla Caritas albese...

Dalle notizie in nostro possesso Loum Issa arriva dal Senegal e muove i primi passi in Italia a Fidenza, nell’Emilia Romagna, dove vive col padre. Arriva ad Alba nel 2021, dove viene accolto nel Centro di Prima Accoglienza di via Pola, ospitato prima in un alloggio del Centro e poi nel dormitorio, da fine 2021 fino a fine luglio 2022. In questo periodo, con l’aiuto della Caritas, trova lavoro in una fabbrica di Guarene e dopo il periodo di prova viene assunto con contratto più lungo. Ad agosto 2022, in concomitanza con la consueta chiusura estiva del Centro, viene selezionato e trova accoglienza nel progetto della Cooperativa La Tenda nel complesso residenziale “tetti blu” di Alba, condividendo l’appartamento con un altro giovane e vivendo in piena autonomia. Al termine dell’esperienza con la Coop. La Tenda, dopo circa un anno, comincia per lui un momento difficile, durante il quale viene ospitato da presunti amici, frequenta cattive compagnie, arriva a perdere il lavoro stabile e si ritrova a vivere di piccoli lavoretti occasionali e di espedienti. Ad agosto 2024 viene accolto nel dormitorio provvisorio allestito nella palestra della scuola Macrino dal Comune di Alba e da settembre 2024 inizia a frequentare abbastanza regolarmente la mensa Caritas di Via Pola, vivendo nell’abitazione messa a disposizione dalla cooperativa di reclutamento dei braccianti agricoli per la quale ha lavorato fino al termine della vendemmia. Finito il periodo legato alla stagione lavorativa, da metà ottobre torna a mangiare regolarmente alla mensa della Caritas, trovando riparo in una fabbrica abbandonata nei pressi di via Pola. A fine novembre ne viene allontanato insieme ad altri sventurati e trova sistemazioni di fortuna fino all’ultima, nella quale incontra tragicamente la morte.

Diallo Mamadou arriva dalla Guinea, di lui sappiamo che viene accolto nel 2020 a Torino e frequenta la mensa del Cottolengo, inizia a lavorare con una carovana di giostrai con i quali gira molto l’Italia e inizia a soggiornare sporadicamente anche ad Alba, presentandosi al Centro d’Ascolto e frequentando la mensa della Caritas. Tra il 2021 e il 2022 interrompe il rapporto lavorativo come giostraio e si ferma ad Alba, lavorando in vigna durante i periodi di vendemmia e per le potature oppure eseguendo piccoli lavori di giardinaggio. Trova, con l’aiuto della Caritas, un lavoro in un’azienda nei pressi di Canale che gli offre, per qualche mese, anche ospitalità, poi prova a cercare altre occupazioni fino a quando si sposta a Mondovì dove nel 2024 trova occupazione temporanea in un’azienda di raccolta rifiuti. Anche a Mondovì continua a frequentare regolarmente gli ambienti Caritas. A inizio estate torna ad Alba dove si ritrova con Loum col quale stringe un’amicizia importante e condivide ogni giornata e ogni vicissitudine fino all’ultima vendemmia e agli ultimi giorni della sua vita.

Oggi piangiamo due ragazzi per cui la Caritas (la Chiesa) ha fatto il possibile, ma davanti alla crudeltà del mondo e al libero arbitrio possiamo solo chiedere misericordia a Dio.

don Giusto Truglia, direttore Ufficio comunicazioni sociali diocesi di Alba

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