Anche nelle Langhe cresce lo sfruttamento dei Lavoratori

Caporalato nelle Langhe: per Flai Cgil: «Non si tratta di episodi isolati, agire in fretta, a partire dalla piena applicazione della 199». Ma non è solo il mondo della viticoltura a scoprire fenomeni di grave sfruttamento dei Lavoratori nel ricco territorio locale: l'Unione sindacale di base (Usb) illumina il caso della cooperativa Gtpm di Castagnito che per conto della multinazionale Ferrero SpA seleziona gli oggetti che finiscono, come "sorprese", all'interno degli ovetti Kinder. Personale pagato 5 euro l’ora nette all'interno di una cooperativa in cui le lavorazioni avvengono esclusivamente per conto della Ferrero, che da circa trent’anni ha esternalizzato il servizio per mezzo del sistema degli appalti...

Per la questione legata alle esternalizzazioni della Ferrero segnaliamo questo articolo con intervista pubblicato dalla Gazzetta di Alba.

Mentre per il caporalato tra le vigne, riportiamo le considerazioni della Flai Cgil: «L’operazione della Questura di Cuneo, che ha portato arresti e misure cautelari, conferma una realtà denunciata e segnalata da anni dalla Flai Cgil ai tavoli istituzionali, contrattuali e agli enti preposti. Situazioni di sfruttamento e intermediazione di manodopera illecita in un settore come quello vitivinicolo, che vede ampie sue parti sempre più spesso teatro di sfruttamento in ogni parte del paese, anche nelle Langhe, patrimonio dell’Unesco – dichiara la segretaria generale della Flai di Cuneo, Loredana Sasia – Preoccupazione espressa anche a seguito delle 9 misure cautelari emesse già nel marzo scorso per caporalato in cui emergeva una cornice squallida con decine di lavoratori  coinvolti. Qualcuno già allora cercava di sminuire il fenomeno.
Per debellare le situazioni di sfruttamento, anche a salvaguardia di quelle aziende che operano rispettose del lavoro – sottolinea Sasia – è necessaria l’assunzione di responsabilità lungo l’intera filiera, con il ruolo attivo, senza tralasciare la necessaria abrogazione della Legge Bossi Fini, una legge iniqua e dannosa che affonda le sue radici nella ricattabilità dei lavoratori. Solo il 20% di chi arriva con il decreto flussi ottiene un contratto di lavoro regolare, dov’è lo Stato per il resto dell’80%? Di particolare importanza per sfilare i lavoratori dai caporali e per una maggiore integrazione sul territorio dei lavoratori sono le iniziative che intervengono sui temi dell’abitare e del trasporto dei lavoratori, in cui apposite politiche pubbliche sono essenziali».

«Nelle Langhe verrà aperta la prima accoglienza diffusa ad agosto nell’ambito del progetto Commonground che vede il nostro sindacato assieme ad alcune associazioni parti attive – aggiunge Silvia Guaraldi, segretaria nazionale della Flai Cgil – ancora una volta il settore vitivinicolo nelle Langhe balza alle cronache per vicende di sfruttamento, caporalato e violenza; è più che necessario che ognuno si assuma le proprie responsabilità: non si tratta di episodi isolati, c’è un problema nel settore ed è necessario che le associazioni di rappresentanza e le imprese sane si impegnino per debellare questo odioso fenomeno. Innanzitutto – continua Guaraldi – partendo dalla piena applicazione della Legge 199/2016 che prevede l’istituzione di sezioni territoriali della rete del lavoro agricolo di qualità in tutte le province. Queste, infatti, sono il luogo deputato a trovare soluzioni, a esplorare schemi per l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, a ragionare di alloggi e trasporto, ovvero dove prolifera il caporalato».

«Questi ultimi arresti, evidenziano un problema che denunciamo da tempo. Non è più accettabile – dichiara Denis Vayr, segretario generale Flai Piemonte – ci attiveremo con la nostra capacità d’iniziativa per porre il tema. Questo è solo la punta dell’iceberg di un contesto lavorativo nel quale sfruttamento e riduzione in schiavitù sono una piaga da  debellare».

Saprà il territorio di Langa intervenire in maniera strutturale per lenire una piaga e risolvere una grave disuguaglianza, per sempre?...

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