La Soprintendenza richiama il Comune di Bra alla salvaguardia di Villa Augusta

A cura di Italia Nostra sezione di Bra e del Braidese e Legambiente Langhe e Roero.

Le puntuali critiche delle due associazioni trovano la condivisione della Soprintendenza regionale.                                          

Davvero tanti i rilievi e le critiche che la Soprintendenza competente per il Braidese fa nelle ben 6 pagine di osservazioni alla Variante n. 8 comunale che riguarda il futuro del parco storico di Villa Augusta ex Chantal attualmente vincolato a Verde Privato. In particolare il Ministero rileva incoerenze tra le disposizioni normative previste e gli obiettivi più volte indicati nella trattazione, sollevando perplessità circa i possibili impatti delle previsioni sull’area. Nello specifico la Soprintendenza si interroga come ”….,mai  non sia stata valutata nell’impianto normativo la possibilità di apporre vincoli e prescrizioni specifici sul parco, volti alla tutela dello stesso nella relativa integrità, andando fisicamente ad escluderlo da potenziali opere edilizie, anche in sottosuolo, ritenendo tale assunto prioritario al fine della mera salvaguardia di un area verde a oggi peraltro già riconosciuta anche dall’Amministrazione comunale degna di specifica protezione e tutela”...

Si sollevano poi “… ulteriori perplessità su come possa coniugarsi la previsione di parcheggi interrati – che a oggi pare non essere interclusa nella scheda specifica inerente all’intervento - che potenzialmente possono innescare problematiche nel governo del sottosuolo, di un’area a oggi di fatto sistemata a parco, peraltro particolarmente sensibile e ricca di alberature anche di considerevole vetustà.”

La Soprintendenza ritiene poi “..Poco comprensibile il rimando che pone la limitazione della SF in progetto a 2950 m2 dell’area presente sul lato sud dell’intero complesso, soggetta peraltro a premio di cubatura assegnandole un If di 1.25 m2/m2, legato agli edifici esistenti: sarebbe opportuno – ad avviso dello scrivente Ufficio – che la specifica scheda normativa operasse la perimetrazione della Zona di Concentrazione, diversificandola dalle aree pertinenziali prive di capacità edificatoria e definendo i limiti di tale intervento a cui si assegna il suddetto indice fondiario… necessari una più chiara definizione dei limiti di altezze massime consentite, il rispetto delle distanze ed degli allineamenti, oltre agli aspetti tipologici, architettonici e formali di intervento, che naturalmente dovranno immaginare la conservazione delle parti di interesse testimoniale nonché garantire la necessaria coerenza al contesto costruito, anche da un punto di vista cromatico. Questi aspetti peraltro, puntualmente chiariti, andrebbero di conseguenza a riconoscere di riflesso maggiore tutela all’area del parco/giardino, che a questo punto verrebbe chiaramente escluso da potenziali edificazioni, anche nel sottosuolo, potendolo conseguentemente perimetrare in dedicata sottozona dove se ne immagini l’integrale  conservazione (zona pertinenziale a verde).

“Non chiara inoltre appare la necessità, se davvero la finalità della variante continua ad avere come priorità la salvaguardia dell’integrità del sistema del parco (come ripetutamente dichiarato), della previsione di dismissione di una fascia di circa 20 m di profondità lungo il lato di Via Cacciorna nei riguardi del Comune; tale ipotesi viene accompagnata nella scheda normativa dalla dicitura che “nella parte rimanente [area del parco] devono essere ricavati posti auto interrati ed a raso al servizio della struttura”: ne discende quindi come la cessione della fascia terminale in favore del Comune, lungo la via pubblica, costituisca di fatto la prima cesura della compagine del parco, la quale minerebbe alla sua integrità….”
“Inoltre l’obbligatorietà del reperimento in tale area di posti auto in superficie ed interrati pare contrastare con la tutela della parte alberata, ritenendo estranea la salvaguardia dell’attuale conformazione arborea in caso di previsione di parcheggi ipogei…..”

“Si ritiene che tale indeterminatezza oggi ingenerata dalla previsione normativa, spesso contraddittoria, possa superarsi semplicemente attraverso una migliore individuazione delle aree oggetto di potenziale trasformazione (zona di concentrazione edilizia e zone prive di indici edificatori e zone a verde privato da salvaguardare integralmente, anche nel sottosuolo), meglio dettagliando - anche attraverso potenziali analisi planovolumetriche necessariamente da redigersi alla scala urbanistica – le trasformazioni ammesse e autorizzabili in un'area così particolare.”

“Si ritiene quindi maggiormente coerente confermare fin da subito, senza rimandare tale aspetto in sede di convenzione urbanistica o nell’ambito di S.U.E., il principio della conservazione dell’integrità del parco, evitando in questo possibili stravolgimenti ovvero edificazioni sia in sopra che sottosuolo, scongiurando chiaramente quindi la possibilità di inserire parcheggi a raso, se non nelle aree estranee a questo e poste invece nei pressi del fronte Sud, comunque sempre relazionate alle porzioni anche pertinenziali, ma di recente impianto.”

 “L’auspicio della Soprintendenza è che il “potenziamento della rete degli spazi pubblici”:  sia attuabile nella misura in cui il parco, seppure in mano privati,  venga regolamentato mediante apposita Convenzione urbanistica ovvero qualora ne venga immaginata la potenziale cessione o meglio ancora l’assoggettamento a uso pubblico tout court al Comune, restituendo quindi alla collettività il bene, rendendolo di fatto pubblicamente fruibile”.

Si sollevano inoltre dubbi circa la coerenza della procedura avviata, la quale interviene in merito alle previsioni edificatorie della programmazione vigente andando a interessare aree che dapprima caratterizzate da un vincolo di inedificabilità (aree Vp) sono modificate, andando seppur parzialmente a cambiare il quadro vincolistico dello strumento vigente. Se ne richiede pertanto debito riscontro.”

“Si vuole infine chiarire come la scrivente Soprintendenza stia effettuando debite valutazioni circa l’opportunità, proprio in ragione della relazione tra complesso architettonico e parco, di avviare le procedure volte al mantenimento delle garanzie di tutela fino a oggi assicurate dal permanere del carattere di protezione e inedificabilità assegnata al parco dall’area Vp, prevista dallo strumento urbanistico comunale.”

Insomma, secondo Italia Nostra e Legambiente, sono davvero parecchi i rilievi su cui l’Amministrazione dovrebbe riflettere prima di proseguire l’approvazione di una variante che snatura un parco storico in modo irreversibile in un Quartiere come quello di S. Giovanni Lontano,  di fatto privo di aree verdi pubbliche e fortemente cementificato, come denunciato anche recentemente dal Comitato di Quartiere con una specifica lettera al Comune.

Nel frattempo sono oltre mille le firme sottoscritte in meno di 20 giorni di dicembre da altrettanti cittadini a favore della petizione d’Italia Nostra Braidese di Legambiente Langhe e Roero per  mantenere integro il Parco storico di Villa Augusta ed il suo ricco e vario patrimonio arboreo, e di queste quasi trecento sono abitanti del quartiere S. Giovanni Lontano.

Questo primo blocco di firme è stato consegnato in uno specifico incontro al Sindaco sperando che serva ai nostri amministratori a comprendere il chiaro messaggio di tanti cittadini che ritengono il parco di Villa Augusto ex Chantal un importante Bene Ambientale del quartiere e della città da conservare e proteggere nell’interesse di tutti.

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