A cura di Co.M.I.S. (Coordinamento Mobilità Integrata e Sostenibile).
Considerato che la mobilità motorizzata che interessa Saluzzo è pari a circa 35.500 spostamenti al giorno, di cui 15.300 sono interni al comune e 20.200 da e verso le aree esterne (dati di un’indagine del 2013 dell’Agenzia della Mobilità Piemontese), possiamo tranquillamente affermare che un cambio di impostazione sia del tutto necessario. Traffico vuol dire inquinamento quindi problemi di salute per le persone, necessità di nuovi collegamenti stradali e aree di parcheggio con conseguente consumo di suolo, maggiori costi per le famiglie per il mantenimento dei mezzi privati e per gli enti pubblici l’onere per la manutenzione delle arterie che peraltro sappiamo versare in condizioni pietose.
Se a tutto ciò aggiungiamo che la Provincia Granda conta il record di vittime per sinistri stradali, il quadro diventa completo per affermare che la transizione da mezzi privati a quelli pubblici è ormai obbligata e non più rinviabile...
Senza ombra di dubbio la risposta a tale esigenza la offre il treno che, dopo la bicicletta, è il mezzo più ecologico, già solo per il fatto che può trasportare minimo 150 persone in una volta sola, e contemporaneamente è anche in assoluto il più sicuro.
Accantonate le vecchie e gloriose Littorine, oggi la flotta dei convogli presenta moderni mezzi a zero emissioni inquinanti ed altri ibridi che sono in grado di circolare sia su linee elettrificate sia su quelle che non lo sono, permettendo di creare delle relazioni dirette ad esempio tra Saluzzo e Torino. Evidenziamo che tutti i convogli più recenti sono accessibili alle persone con ridotte o impedite capacità motorie, si dovrebbe invece intervenire nelle stazioni per adeguarle, sono dotati di spazi per le biciclette ed i monopattini con a disposizione punti di ricarica per quelle elettriche e per i PC, tablet e cellulari.
Le infrastrutture ci sono e sono manutenute per il passaggio dei treni merci quindi occorrerebbe solo riattivare il servizio passeggeri.
Sarebbe anacronistico non considerare l’importante flusso di turisti che affollano ormai stabilmente le aree del Saluzzese e delle vicine vallate alpine grazie alla loro attrattività paesaggistica, storica, culturale ed enogastronomica. La maggior parte delle persone che arrivano utilizzano l’auto con gravi problemi di traffico soprattutto nei fine settimana.
Davvero non si vuol pensare ad una mobilità diversa?
Immaginiamo un servizio ferroviario efficiente, attivo tutta la settimana, che permetta ai pendolari di raggiungere i luoghi di lavoro e di studio in tempi ragionevoli ed ai turisti di arrivare a visitare le bellezze del territorio, con le stazioni trasformante in punto d’interscambio tra i vari mezzi di trasporto, pubblici e privati, con punti d’informazione e vetrine del territorio e piste ciclabili intersecanti la ferrovia.
Il punto di svolta non può che essere l’intermodalità e non la competizione tra le varie tipologie di veicoli.
Secondo noi serve una visione del futuro più sostenibile ed attenta alle persone, una programmazione, che ancora non si percepisce, finalizzata al reperimento presso il Fondo Nazionale Trasporti delle risorse necessarie a realizzare i progetti ed utilizzando i fondi del PNRR dedicati al trasporto pubblico ed all’acquisto di nuovo materiale in capo alla Regione, da trasferire in uso a Trenitalia in modo da abbattere i costi del contratto di servizio.
La ferrovia non è più quella degli anni 80 del secolo scorso, si è evoluta ed è in grado di soddisfare le esigenze di coesione sociale e territoriale, rispetto dell’ambiente quindi della salute delle persone, di sicurezza e di comfort di viaggio.
Come sempre il Co.M.I.S. mette a disposizione la propria esperienza, derivante dalla quotidianità sul campo, al fine di offrire un contributo concreto alla realizzazione un servizio di trasporti a rete ed efficiente a beneficio di tutti.