di Domenico Francesco Robasto.
Gli stagni di S. Lorenzo di Fossano, detti erroneamente laghi, sono stati realizzati dall’uomo a metà dell’Ottocento. Il luogo, facilmente raggiungibile dalla provinciale 165 che collega Marene a Fossano, è percorribile anche seguendo l’itinerario cicloturistico che si estende per una lunghezza di 15 Km.
L’ambiente rappresenta un raro esempio di bosco planiziale di pianura, in cui crescono roverelle, farnie, cerri, carpini, frassini e ciliegi selvatici. La sua vicinanza al fiume Stura ha attratto numerose specie di uccelli, alcune delle quali stanziali come poiana, sparviere, gheppio, altre migratrici come falchi di palude ed albanelle reali...
Sono state osservate complessivamente più di 90 specie di uccelli, 26 delle quali nidificanti. E’ stata avvistata anche la ghiandaia marina nel 1995 e nel 2001. Il sito è meno noto per le sue specie vegetali di palude, sempre meno frequenti sul territorio cuneese. La specie più interessante del luogo è la castagna d’acqua Trapa natans L., rarissima e quasi estinta, che ha colonizzato fino all’estate 2021 l’intera superficie dello stagno posizionato più a valle verso la provinciale 165.
E’ una pianta acquatica, annuale, che si ancora al fondo melmoso degli stagni, in acque ricche di nutrienti, mediante radici avventizie. La specie è facilmente riconoscibile per la forma romboidale delle foglie, raccolte in appariscenti rosette che galleggiano sulla superficie dell’acqua.
La siccità del 2022 ha prosciugato entrambi gli stagni, determinando la scomparsa di questa peculiare pianta e la morte di insetti acquatici, anfibi e pesci in essi presenti. Anche molti uccelli hanno
abbandonato il sito per l’assenza di acqua e cibo. I cambiamenti climatici distruggono gli habitat in tempi molto rapidi e la biodiversità scompare silenziosamente senza che quasi l’uomo se ne accorga.
Tratto dal Notiziario di Pro Natura Cuneo (dicembre 2022)