Il Tar del Piemonte ha accolto il ricorso che era stato presentato da Italia Nostra, con il sostegno di Radicali Cuneo-Fossano e del Circolo locale del Pd, contro l’atto di indirizzo approvato a febbraio dalla Giunta comunale e ritenuto presentasse palesi difetti di istruttoria e di dubbi legali. Con tale atto la Giunta aveva indicato la rimozione dell'alberata di tigli di corso Colombo e la sua sostituzione con piante di dimensioni ridotte, allo scopo di risolvere i disagi segnalati da alcuni residenti (estrema vicinanza dei rami ai balconi, "fonte" di sporcizia e insalubrità, ampio ombreggiamento e conseguente percezione di insicurezza, danneggiamento dei marciapiedi provocato dalle radici).
I giudici amministrativi hanno annullato il provvedimento “per difetto di istruttoria” e “contrasto con i princìpi di ragionevolezza e di proporzionalità”...
Il ricorso aveva sottolineato la presenza di un solo albero (poi abbattuto) classificabile come pericoloso in base ad una valutazione tecnico ambientale - richiesta dopo la firma della delibera - che aveva anche messo in luce la necessità di una sostituzione parziale di 27 (e non 57) esemplari di tiglio.
L'alberata aveva (e fortunatamente avrà ancora...) una sessantina d'anni: nell'ipotesi di abbattimento e sostituzione potremmo stimare un analogo tempo per consentire alle piante di raggiungere le stesse dimensioni. Il Sindaco, Dario Tallone, ha commentato la decisione del Tar affermando che l'amministrazione comunale provvederà a breve a definire un nuovo progetto "che possa consentire la riqualificazione di Corso Colombo e il ridimensionamento delle problematiche sollevate dai residenti. Pur comportando questo un maggiore costo per le casse comunali e di conseguenza per i cittadini".
Il verde pubblico, ahinoi, resta un "costo" e non una risorsa vitale ecosistemica. Peccato. Peccato davvero...