di Domenico Sanino, Pro Natura Cuneo.
L’emergenza climatica e la pandemia da Coronavirus, legata anche all’inquinamento atmosferico, ci impongono scelte non più dilazionabili. Ma nei vari decreti ministeriali e nelle proposte delle Regioni si continua a seguire i vecchi schemi che ci hanno portato alla situazione attuale. Eppure ci vorrebbe poco. Ad esempio, perché non tornare all’uso di muli ed asini per i trasporti, in particolare in montagna? E’ quanto è successo la scorsa estate in valle Gesso (Cuneo). Il gestore del rifugio Morelli-Buzzi, ubicato a 2351 metri di altitudine ai piedi del massiccio dell’Argentera, ha deciso di non utilizzare l’elicottero per gli approvvigionamenti alimentari, sostituendolo con un gruppo di muli guidati dal loro proprietario, Luciano Ellena, che a Chiusa Pesio gestisce una fattoria “la terra dei muli”, dove alleva cavalli, asini e muli...
Paolo Giraudo, gestore del rifugio Morelli-Buzzi, ha partecipato al concorso “il clima cambia, cambiamo anche noi”, promosso dalle Aree protette delle Alpi Marittime con il cofinanziamento del progetto Alcotra CClimaTT (Cambiamenti climatici nel territorio transfrontaliero), proponendo la scelta innovativa (anche se in realtà è un ritorno al passato) di utilizzare i muli per il trasporto del materiale in quota. Eccetto un volo di elicottero all’inizio della stagione, poi per tutta l’estate la spola tra le Terme di Valdieri e il rifugio l’hanno fatta i muli.
L’iniziativa di Giraudo è risultata vincente non solo per ragioni ambientali, ma anche per la sua azione di sensibilizzazione verso il pubblico proprio sul tema dei cambiamenti climatici. L’incontro con i muli al lavoro destava curiosità, simpatia, ma anche interrogativi sul perché di una simile scelta. Le risposte consentivano di far percepire l’urgenza e l’importanza anche di piccole e marginali scelte per ridurre i devastanti effetti del cambiamento climatico.
C’era anche chi si scandalizzava e considerava una forma di sfruttamento il lavoro dei muli. In realtà, come spiega Luciano Ellena che non solo ha una grande conoscenza di questi animali, ma vive con loro in condizioni quasi di simbiosi (si capiscono vicendevolmente solo a guardarsi), muli ed asini sono stati selezionati nel tempo proprio per i trasporti. Non fa parte del loro DNA restare fermi, inattivi tutto il giorno, magari a pascolare in un verde prato. Sono nati per muoversi, portando pesi, in compagnia del loro istruttore. Al rifugio Morelli-Buzzi i muli salivano lentamente, con un peso minimo, con tutte le soste e le attenzioni del caso, e se le condizioni meteo non erano favorevoli, la salita veniva annullata.
A fine stagione, fatti i conti, è costato meno portare i viveri con i muli rispetto all’uso periodico dell’elicottero.
Quella dei muli in valle Gesso è un esempio che deve farci riflettere perché rappresenta un piccolissimo contributo ai problemi climatici e, nel contempo, mette in evidenza il naturale rapporto uomo-animale, che dobbiamo urgentemente riconquistare.
Tratto da: Obiettivo Natura, n° 7-8/2020