“Minerali clandestini” è una nuova rete di associazioni, gruppi, pastorali diocesane, movimenti e privati/e cittadini/e che rappresenta donne e uomini con storie ed esperienze differenti che cercano di agire su valori condivisi. La scelta del nome è legata all’occasione della sua creazione: nell’autunno 2018 sono stati proposti diversi momenti formativi e di dialogo per approfondire l’estrazione e gestione di alcune risorse minerarie necessarie per la produzione di materiale tecnologico, in particolare un elemento ormai onnipresente: lo smartphone...
Il filo conduttore dell’iniziativa è stata la mostra dal titolo appunto Minerali Clandestini, creata dall’associazione Chiama l’Africa. L’evento ha raccolto il contributo di più di 50 sigle radicate nel territorio che, grazie al positivo risultato di questo primo sforzo comune, hanno cominciato un processo di mutualizzazione di risorse (umane, materiali, ideologiche) al fine di avere più incidenza sulle riflessioni della società civile e delle eventuali istituzioni. Dopo una serie di autoconvocazioni, le strutture aderenti hanno prodotto un manifesto che ha come riferimento ideale gli articoli 2 e 3 della Costituzione Italiana e l'articolo 13 della Dichiarazione Universale dei diritti umani, articoli che affermano che ogni persona è un valore unico e devono esserne garantiti i diritti inviolabili, che ogni essere umano è uguale davanti alla legge senza distinzioni e ha diritto a lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio e farvi ritorno.
L'idea di fondo federa i componenti della rete nella lotta contro ogni marginalità ed esclusione, nella tutela delle diversità e fragilità promuovendo pace e solidarietà con metodi nonviolenti. Ispirandosi alle parole di Padre Pino Puglisi "Se tutti fanno qualcosa, allora si può fare molto" e a quelle di Don Milani "Sortirne da soli è egoismo, sortirne insieme è politica", la scommessa per ogni membro della rete è di andare oltre le proprie azioni condividendo con la collettività i problemi della società attuale e cercando insieme gli strumenti per superarli.
Per facilitare l'azione i rappresentanti delle diverse realtà si sono costituiti in gruppi di lavoro: informazione e comunicazione, relazioni umane e accoglienza, normativa e legalità, e realizzazione eventi. Nel corso di questi mesi sono state portate avanti diverse azioni comuni a nome della rete. In primis la richiesta di proseguire con l'iscrizione anagrafica comunale degli stranieri richiedenti asilo nonostante il DL n.113 (Decreto Sicurezza): grazie alla preziosa collaborazione dell’ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) e dell’Amministrazione comunale, Cuneo rimane un Comune in cui i richiedenti asilo possono godere dei diritti base che la residenza garantisce.
Abbiamo organizzato una manifestazione per ricordare i 70 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che riteniamo un caposaldo della nostra civiltà. Siamo stati al fianco della Comunità Emmaus nella campagna Mediterranea Saving Humans contribuendo al sostegno della navi messe in mare per monitorare, testimoniare e denunciare ciò che accade nel Mediterraneo. In questi giorni abbiamo organizzato due presìdi di sostegno alla Sea Watch e alla sua capitana Carola Rackete, manifestazioni che intendevano anche solidarizzare con le Organizzazioni Non Governative, così denigrate e diffamate da Salvini e da questo Governo Rimaniamo a disposizione della società civile per una corretta informazione, per alimentare un clima solidale e positivo che sappia valorizzare ogni individuo.
La partecipazione alla rete è ovviamente aperta a tutti coloro che condividono i valori del manifesto, consultabile contattandoci all’indirizzo mail :Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. m