È ora di attuare la Costituzione nei suoi principi


a cura del Comitato cuneese del coordinamento nazionale per la Democrazia Costituzionale 

Il Comitato cuneese del Coordinamento nazionale per la Democrazia Costituzionale (CDC), riunito in Assemblea il 7-12-2016, esprime grande soddisfazione per l’esito della consultazione, anche e soprattutto nella nostra Provincia, dove i No hanno prevalso col 54,02% sul totale dei votanti. Tale esito non era affatto scontato, considerando le caratteristiche sociali e politiche del nostro territorio e la forza dell’apparato a sostegno del sì, che poteva contare su ben otto Parlamentari della provincia su nove e su risorse umane ed economiche non indifferenti ...
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A fronte di ciò Il nostro Comitato per il No ha fatto leva in misura prevalente sul volontariato e su un piccolo budget, frutto di piccole sottoscrizioni. Ovviamente è stato molto importante l’apporto delle forze politiche organizzate, presenti in maniera autonoma nel nostro Comitato. Ciò che vogliamo rimarcare, e che viene accuratamente sottaciuto nei commenti del dopo consultazione, è la presenza in tutto il Paese di 750 Comitati per il NO, sorti per lo più per iniziativa del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, fondato dai più noti costituzionalisti italiani e da semplici cittadini già a partire dalla fine dello scorso anno sulla base di argomentazioni critiche di merito sulle modifiche alla Carta Costituzionale, contenute nella Riforma Renzi-Boschi. A nostro giudizio è molto importante sottolineare questo aspetto, non tanto per enfatizzare il ruolo del Coordinamento, ma per significare quanto sia stata importante la partecipazione consapevole dei cittadini, al di là della loro appartenenza politica, nella difesa intransigente del documento fondativo della nostra democrazia e della nostra convivenza. Viceversa trascurare il protagonismo dei Comitati significa suggerire una lettura del referendum e della vittoria del No sbagliata e strumentale che vuole nascondere il ruolo dei cittadini protagonisti del risultato, che ignora il grande ruolo non solo dei Comitati ma anche dell'Anpi, dell’ARCI, della Cgil, di USB e di Cobas e che vuole oscurare la loro rappresentanza, come del resto è già stato fatto per mesi, con una vera e propria discriminazione , in assenza di una reazione vera dell'Agcom. Per evidenziare questa anomalia ed offrire in nostro contributo sulle modalità di risoluzione della crisi parlamentare, il CCD ha chiesto un incontro urgente con il Presidente della Repubblica.

Il nostro impegno è oggi rivolto innanzitutto a fare in modo che una legge elettorale coerente per Camera e Senato sia approvata rapidamente dal Parlamento, che si deve assumere la responsabilità politica di consentire alle italiane e agli italiani di andare a votare appena possibile, per dare vita ad una rappresentanza parlamentare rinnovata e credibile.

Ma fin da subito, come dichiarato dal Presidente dell’ANPI, Carlo Smuraglia, vogliamo ribadire la nostra ferma determinazione a continuare ad operare affinchè venga attuata la Costituzione nei suoi principi e nei suoi valori, per eliminare le disuguaglianze sociali, privilegiare lavoro e dignità della persona e rispetto dei suoi diritti fondamentali, per riportare serietà, onestà e correttezza nella politica.

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