di Ugo Sturlese.
In questi ultimi giorni si sono susseguiti importanti incontri istituzionali. Mi riferisco al tavolo dei Parlamentari, convocato dal Ministro Costa e alla gloriosa e glorificata discesa di Matteo Renzi nel contado di Cuneo. Tavoli istituzionali che hanno spaziato sulle tematiche più rilevanti che interessano la Provincia di Cuneo (oltre che per parte renziana sulle tematiche della “Deforma costituzionale”). Devo rilevare, senza alcuna sorpresa, che non una parola è stata dedicata al futuro della linea ferroviaria Cuneo-Nizza (ed al raddoppio dei binari sulla Cuneo-Fossano) ...
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Tale silenzio si manifesta proprio mentre si viene a conoscenza della decisione del Presidente del PACA Estrosy di dimezzare il finanziamento da parte francese per i lavori di manutenzione. Pochi giorni prima erano state date ampie rassicurazioni da Parlamentari del Pd che miravano a tranquillizzare l’opinione pubblica sulla prosecuzione dei lavori di messa in sicurezza della Linea grazie (fra le righe) al loro interessamento, mentre è a tutti noto che questo risultato è stato frutto soprattutto dell’impegno dell’Assessore regionale Balocco e delle forti pressioni dell’opinione pubblica cuneese.
Nei succitati incontri si è parlato di tutto (al primo posto ovviamente l’Aeroporto di Levaldigi, cui vengono applicate le più sofisticate tecniche di rianimazione a spese della collettività) fuorchè del trasposto ferroviario con particolare riferimento alle due tratte citate. Non è qui il caso di sottolineare l’importanza strutturale sia dal punto di vista economico che culturale, ambientale e sociale della Linea che unisce la capitale del Piemonte a quella della Costa azzurra e alla Riviera di Ponente: l’indifferenza delle classi dirigenti cuneesi non può che essere frutto della secolare carenza di iodio, che, come tutti hanno appreso dallo storico Piero Camilla, genera pesanti conseguenze sulle capacità cognitive degli esposti, specie se già affaticati intellettualmente da pesanti impegni istituzionali.