Vogliamo tanta energia, ma per fare cosa?

di Alessandro Mortarino.

Asti discute il “Patto dei Sindaci” per ridurre del 56% le emissioni di Co2 entro il 2030 attraverso un Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) in cui «l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili e i "sistemi di cattura" delle emissioni sono considerati come elemento di competitività sul mercato globale sul quale puntare per mantenere elevati livelli di occupazione locale». Intanto gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili si moltiplicano a macchia d'olio in tutto il Paese e mettono a rischio il valore di paesaggi, borghi, territori. E a Incisa Scapaccino si affaccia anche una BESS: un rilevante impianto/sistema di batterie elettrochimiche in grado di immagazzinare l'energia prodotta dagli impianti rinnovabili e renderla fruibile nei momenti di necessità. In mezzo alle vigne del Nizza DOCG...

Del PAESC ne parleremo a fondo nelle prossime settimane, non appena completata la lettura del documento che in 226 pagine illustra nei minimi dettagli la situazione (passata e odierna) di molteplici indicatori "di contesto" (urbano – territoriale, impiantistico, demografico, naturale, economico, infrastrutturale, veicolare/trasportistico, energetico, ambientale ecc.) e passa poi alla proposta di un piano di azione che prevede tanti "tasselli" per raggiungere l'obiettivo della drastica riduzione delle emissioni climalteranti. Attraverso azioni di mitigazione e di adattamento, campagne di comunicazione e sensibilizzazione (finalmente si parla di "pedagogia", senza peraltro citare il termine), mobilità alternativa, efficienza energetica e molto altro.
Sulla carta tutto molto interessante; ma la volontà "politica", come sempre, viene prima di qualunque adozione "obtorto collo" e quindi andrà verificato l'impegno degli amministratori, gli investimenti necessari e possibili, gli impatti sulla comunità.

Per il tema delle rinnovabili crediamo sia abbastanza nota la posizione della Coalizione nazionale Articolo 9 e altrettanto diffusa è la preoccupazione per un percorso di de-carbonizzazione planetaria che non può però prescindere da una massima attenzione alla tutela di elementi vitali affatto secondari, come il suolo, il paesaggio, l'acqua, la natura, la biodiversità.

Che cosa significa? Significa molto semplicemente che la tanto sbandierata transizione energetica (dal fossile alle rinnovabili) non deve "arrecare un danno significativo” all'ambiente. E' il principio DNSH ("Do No Significant Harm") tassativamente indicato dall'Unione Europea come parametro per le opere finanziabili presentate dal PNRR.
Questo principio - se veramente applicato - porterebbe ad imboccare strade più corrette anche nel campo dei nuovi progetti "da rinnovabili"; in particolare: installazioni solo su superfici già impermeabilizzate e politiche serrate per la riduzione dei consumi energetici.

Ad Incisa Scapaccino le iniziali prese di posizione contrarie al progetto di BESS giungono dai produttori vitivinicoli, non dai movimenti ambientalistici. E hanno immediatamente trovato la condivisione di tutto il consiglio comunale, maggioranza e minoranza coesi.

L'assessore regionale Marco Gabusi pubblicamente ripete: «cercheremo gli strumenti normativi per tutelare il paesaggio». Ma quando? E dove è finito il Piano regionale (richiesto dal Ministero) per individuare le aree idonee e non idonee per i nuovi impianti? Continuiamo a lasciare i territori a reagire - da soli - all'atterraggio di un'alluvione di altri progetti fingendo solidarietà e scordandoci delle nostre (loro) responsabilità, in quanto Istituzioni?

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