L'aria di Asti è sempre oltre i limiti della salute

Il nuovo report "Mal'aria", curato ogni anno da Legambiente, mette in luce la situazione dell’inquinamento atmosferico nei capoluoghi di provincia: nel 2024 ben 50 centraline in 25 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di Pm10. In cima Frosinone (Scalo) e Milano (Marche), maglie nere con 68 giorni di sforamenti, seguite da Verona (Borgo Milano) con 66 e Vicenza (San Felice) 64. La centralina Salvo D'Acquisto, nella zona Nord di Asti, ha sforato per 37 volte nell'anno i limiti di legge (ovvero oltre 50 microgrammi/metro cubo)...

Asti questa volta si posiziona, dunque, al 24ª posto di questa classifica negativa che più volte l'aveva vista anche al terzo posto dopo Torino e Milano, migliorando di 10 posizioni rispetto all'anno precedente. Ma non è assolutamente il caso di compiacersi del risultato, perchè stiamo parlando - appunto - di una classifica al negativo: non siamo più i terzi nè i quattordicesimi peggiori capoluoghi di provincia. Asti è la ventiquattresima città italiana più inquinata. E per ben 37 giorni i limiti previsti dalle norme nazionali per tutelare la salute dei cittadini sono stati superati.

Purtroppo non è una novità. Ma una situazione emergenziale su cui si continua a non intervenire efficacemente.

Ora le "risposte" del Comune di Asti consistono nell'aggiornamento delle misure per il miglioramento della qualità dell’aria richieste dalle nuove direttive del Piano Regionale di Qualità dell’Aria (PRQA) adottato dalla Regione nel settembre 2024. A cui si aggiunge una limitazione per i veicoli commerciali Euro 5 Diesel quando le soglie superano i limiti consentiti (semaforo arancione).

E poi?
Null'altro...

A meno che non si possano ritenere strategici quei venti nuovi bus a trazione elettrica a batteria appena adottati dall'ASP ma ancora privi di cinque conducenti in organico.
E, forse, anche di passeggeri...

Tornando alla situazione complessiva del Piemonte, si assiste ad un calo delle concentrazioni degli inquinanti.
Alessandria, che negli anni passati vedeva una situazione fortemente negativa, non registra superamenti alla soglia di legge, con 32 sforamenti giornalieri del limite di 50 ug/m3. Torino supera i livelli normativi in quattro centraline delle cinque prese in esame: Grassi (36 sforamenti giornalieri); Lingotto (55 sforamenti giornalieri); Rebaudengo (55 sforamenti giornalieri); Rubino (41 sforamenti giornalieri). Non si registrano sforamenti relativi agli ossidi di azoto.  

“Nel 2024 le concentrazioni degli inquinanti sono sensibilmente calate – dichiara Alice De Marco, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – In assenza di quei provvedimenti strutturali che chiediamo a gran voce da tempo, il calo registrato negli ultimi due anni è da attribuirsi alle eccezionali condizioni meteo registrate:  nell’inverno 2023/2024 le precipitazioni sono state superiori alla media degli anni 1991-2020 con un surplus di 87.9 mm (pari al 60%); la primavera ha battuto i record storici degli ultimi 70 anni, con 30 giornate di “pioggia significativa” registrati a metà maggio (quasi il doppio di quanto osserviamo in una primavera “normale”) ed un surplus di 300.6 mm (pari al 102%) rispetto alla norma degli anni 1991-2020. Ciò detto resta il fatto che dal 2030 i limiti normativi che entreranno in vigore saranno più stringenti e a parte Biella, Cuneo e Verbania nessun altro capoluogo risulterebbe entro i limiti. Il calo delle emissioni è ancora troppo lento, per questo riteniamo sia necessaria un’accelerazione decisa attraverso politiche coraggiose ed ambiziose. È evidente come la strada da fare sia ancora molta, a tutela della qualità dell’aria piemontese e della salute pubblica”.

Qui il report completo "Mal'aria 2024" di Legambiente.

 

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