A cura di Elena Accossato, Segretaria Provinciale PD Asti.
I cittadini e gli amministratori hanno appreso, tramite una breve dichiarazione ai giornali dell’assessore all'ambiente del comune di Asti, Luigi Giacomini, che si sta lavorando alla candidatura di un'area di 50 mila metri quadrati a Quarto per ospitare il secondo termovalorizzatore del Piemonte. Fino a quel momento, nessuno aveva discusso di questa proposta nelle sedi istituzionali, né sono stati presentati studi sui costi e benefici di un'opera simile...
Come Partito Democratico, riteniamo che la vocazione di Asti e della sua provincia non sia quella di diventare la pattumiera del Piemonte, con decine di camion ogni giorno che, provenienti da altre parti della regione, arriverebbero ad Asti per trasportare rifiuti da bruciare. Questo peggiorerebbe ulteriormente il traffico cittadino e i già critici livelli di inquinamento dell'aria, che a Asti sono tra i più alti in Italia. Inoltre, chi entra in città da Asti si troverebbe di fronte a un camino per lo scarico dei fumi, alto 100 metri, equivalente a un palazzo di venti piani.
Proprio in questi giorni, i dati di Legambiente sulla raccolta differenziata confermano la necessità di adottare soluzioni alternative, con un impegno concreto per raggiungere l’obiettivo dell’82% di differenziata entro il 2035, come previsto dal piano regionale sui rifiuti. Purtroppo, Asti è ancora molto lontana da tale traguardo, e il termovalorizzatore non rappresenta la risposta.
Inoltre, vogliamo sottolineare una certa schizofrenia amministrativa: sullo stesso terreno scelto dal Comune di Asti per il termovalorizzatore, la Provincia aveva precedentemente valutato l'ipotesi di sviluppare l’Hydrogen Valley, una centrale innovativa per la produzione di energia, che avrebbe potuto guardare a nuove politiche sostenibili ed efficienti. Ci chiediamo, quindi, come il sindaco Rasero, nella sua doppia veste di sindaco e presidente della provincia, abbia scelto proprio quella zona per il termovalorizzatore. Quali sono le priorità di questa amministrazione, considerando il peggioramento evidente della raccolta differenziata in città, che è scesa al 66,4%?
Il progetto del termovalorizzatore rappresenta un impatto forte per la nostra provincia e per la stessa città di Asti e non può essere trattato con superficialità e mancanza di trasparenza. Presentare una candidatura del genere senza un adeguato confronto in consiglio comunale, provinciale e con gli abitanti di Quarto fa sorgere il dubbio che ci siano interessi economici rilevanti dietro quella proposta.
Il Partito Democratico affermerà con forza in ogni sede che la vocazione di Asti non è quella di diventare la pattumiera del Piemonte.
Elena Accossato, Segretaria Provinciale PD Asti