Valmanera: habitat che dobbiamo continuare a tutelare

di Gianfranco Miroglio, già Presidente dell'Ente Parco Paleontologico dell’Astigiano.

Considero francamente fuori luogo le fantasie e le euforie dei promotori del Motocross. A loro e a tutti mi sento di ricordare alcuni dati.
L’area - come è noto – ricade in un sito delle rete Natura 2000. Individuato ai sensi della direttiva Habitat (92/43/CEE) prima come SIC, Sito di Interesse Comunitario, ormai evoluto al cosiddetto stato di ZSC (Zona Speciale di Conservazione. Approvazione delle Misure sitospecifiche con DGR n°24-4043 del 10/10/2016. Sito designato ZSC con decreto del Ministro dell’Ambiente del 3 febbraio 2017).
La gestione del ZSC è stata delegata al Parco Paleontologico Astigiano, ente strumentale della Regione che si occupa di parchi e riserve...

La ZSC  è dotata di un Piano di gestione, approvato e adottato, e che ritengo utile venga attentamente consultato, specie da parte delle istituzioni (Comune e Provincia) che possono avere titolo nella questione. Ma anche da chiunque abbia interesse a riflettere sulla storia e sull’oggetto del contendere.

Nel documento, in più punti - introduzione, scheda d’azione ad hoc per il crossodromo, misure sito specifiche - si evidenziano priorità di intervento, obblighi e divieti. Basta leggere per capire l’assoluta impossibilità anche solo di immaginare un impianto così pesantemente impattante su un Bene Comune unico, quali sono i Boschi di  Valmanera, con potenziali riflessi negativi su un’area circostante che va ben oltre il crossodromo.
Al contrario, il piano di gestione prevede una tipologia di “uso ricreativo” dell’area di tipo leggero, senza uso di mezzi motorizzati, compatibile con la conservazione dei valori naturalistici del sito.

In più l’area risulta essere in contesto soggetto alla legge Galasso (... famigliarmente è un “galassino”) e con vincoli paesaggistici normati, anche come riconoscimento di notevole interesse pubblico ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, avvalorati dal piano paesaggistico regionale, due requisiti che inibiscono manifestazioni e attività motoristiche, fatte salvo naturalmente le necessità  legate  all’agricoltura e alla mobilità dei residenti. Vi sono poi sull’area anche vincoli di tutela idrogeologica e la compatibilità urbanistica è tutta da verificare.

Altra questione: la  fantasia di riperimetrazione del SIC. Ciascuno ha il diritto di immaginare cosa crede. Ricordo tuttavia che, stante la normativa attuale, modifiche di confini di SIC - ZSC sono ipotizzabili soltanto nella  malaugurata situazione della compromissione profonda o totale degli Habitat che hanno suggerito e prodotto la proposta e l’approvazione del SIC. E’ fin troppo evidente non trattarsi del caso dei Boschi di Valmanera che, con il loro straordinario patrimonio di biodiversità, restano il più importante polmone verde a cintura della nostra città.
In ogni caso anche l’azzardo nella direzione di una modifica resta subordinata a un iter tutt’altro che scontato e men che meno rapido.

Anche una eventuale delibera di Giunta regionale sarebbe espressione di una velleità politica in controtendenza rispetto alle norme di tutela dell’ambiente, come tale destinata a giudizio prima da parte del Ministero dell’Ambiente, poi della Commissione Europea. In seguito, per il crossodromo, ci vorrebbe un nuovo progetto, con nuovo percorso a tappe burocratiche, obbligatorio e soggetto a momenti di valutazione (di impatto e di incidenza, VIA e VincA) al termine del quale, considerati i presupposti, è facile supporre un esito negativo (... come per altro già accaduto in passato). Qualsiasi opzione politica in difformità alle norme citate sarebbe poi certamente oggetto di ricorsi e di richieste di pronunciamenti dei tribunali e del TAR.
Mi sembra di poter dire che i tempi brevi annunciati dai promotori siano obbiettivamente una loro speranza. Nient’altro.

Resta da capire se e chi abbia autorizzato i lavori in zona, se gli abusi accertati in passato siano stati completamente sanati, restano da verificare poi le continue segnalazioni di abbattimenti e di movimenti terra delle ultime settimane, attività per le quali non c’è traccia di richiesta di permessi presso gli uffici dell’Ente parco paleontologico.  

Resta da approfondire, al di là dei proclami, cosa pensino di poter fare i proprietari per riavviare un’attività oramai così anacronistica e impossibile da mettere in atto sul sito di Valmanera. Ma tutto questo attiene a un altro genere di approfondimento.

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